40 anni di USSM, o meglio di USSMB Unione Società Sportive Monza e Brianza. Il 3 marzo del 1976 è datata la nascita ufficiale dell’Unione, ma già all’ìnizio degli Anni Settanta se ne parlava sulla scia di un’idea dell’effervescente Bruno Citterio, conosciuto da tutti a Monza come grande pattinatore e giocatore di hockey a rotelle.
Bruno (quanto ci mancano i suoi coloriti aneddoti e le sue barzellettine piccanti) era un appassionato di quelli genuini, tutto cuore e sangue che pulsava a mille nelle vene quando toccava l’argomento sport. Da presidente dell’Hockey Club Monza convocò nel ’72 nella sede della vecchia pista di via Boccaccio alcuni importanti sodalizi sportivi della città di Teodolinda e tra questi i signori dell’Autodromo Nazionale, con in testa il mitico ing. Giuseppe Bacciagaluppi, padre-padrone dell’impianto da lui ricostruito dopo le devastazioni belliche.
Allora parlare a Bacciagaluppi di cose estranee ai motori e alla velocità non era affar semplice ed era problematico a quei tempi pure affrontare le articolate tematiche dello sport per tentare di unire sotto un’unica bandiera gli interessi variegati dei numerosi club attivi in una città povera d’impianti. Per quattro anni, tra una chiacchiera e l’altra, non se ne fece nulla, ma nel febbraio del’76, in uno scantinato di via Amati 58, presso la sede del Monza Club dove fu convocata l’ennesima riunione, scoccò la fatidica scintilla che portò alla costituzione dell’USSM alla quale aderirono inizialmente 37 società per poi via via salire fino a superare le 100.
Il debutto pubblico ufficiale dell’Unione fu quell’anno a giugno, nel giorno della Festa della Repubblica, proprio all’Autodromo, impianto che peraltro aveva iniziato a scricchiolare per ragioni di sicurezza e sotto la continua pressione degli ambientalisti nostrani, che facevano sentire la loro voce ad ogni taglio di inutile robinia.
Bacciagaluppi, preso per mano dal fido segretario Romolo Tavoni, ex DS della Ferrari, si convinse man mano che forse era il caso di aprire le porte del glorioso tracciato anche ad altri sport che in quell’enorme spazio potevano esprimere capacità e formule nuove per proporsi al grande pubblico, facendo diventare il circuito con le sue tribune un immenso palasport a disposizione del territorio. Per farlo l’Ingegnere voleva un interlocutore unico in grado di unire la città al circuito sul filo diretto dello sport.
Ci voleva un bell’evento sportivo per consacrare l’Unione. Così nacque il Festival dello Sport e fu davvero una grande manifestazione, piena di colori e di folla. Chi scrive c’era quel 2 di giugno del ’76 e ancora ricorda il calore vivo che sprigionò quella “sagra popolare” in un impianto dove, forse per la prima volta, non rombavano solo i motori, ma si sentivano ragazzi giocare, correre, pattinare, tirare di scherma, combattere arti marziali e fare dimostrazioni di decine di discipline con i lori istruttori, genitori e amici plaudenti.
Un Autodromo diverso, per una storia nuova, in una città dove ieri come oggi gli impianti sportivi non abbondano, se è vero che la squadra di serie A di hockey su pista è ancora costretta a giocare fuori confine cittadino in quel di Biassono.
Bruno Citterio aveva finalmente coronato parte del suo sogno, quello di unire gli sportivi. Più difficile raggiungere l’altra parte del sogno, ovvero avere molti più impianti dove praticare sport in città. Insieme al vulcanico Bruno personaggi come l’avvocato Gigi Del Signore, Pietro Mazzo, Pieralberto Baldoni, Luigino Kullmann, Riccardo Corio, Libero Galimberti, Luciano Compostella, Armando Sardi, Ettore Messa. Senza dimenticare il primo presidente Vitaliano Sala. Nel passare il libro dei ricordi di questi quarant’anni in tanti andrebbero ricordati, due però meritano citazioni speciali e sono il segretario Carlo Poroli e l’amico Giulio Mauri. Molti di questi Signori dello Sport purtroppo oggi mancano all’appello ma sono vivi nel nostro ricordo e quindi più che mai presenti in questa rievocazione.
Il traguardo del 40° va totalmente riconosciuto all’attuale presidente Pietro Mazzo, tra i pochi fondatori rimasti, che regge le sorti del sodalizio dall’ormai lontano 1993, dopo le presidenze Del Signore, Tavoni, Citterio.
Il coriaceo Mazzo, che da interista sa bene cosa significa soffrire per lo sport, ha sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo per tenere insieme il gruppo, per dare nuovi stimoli e per cercare soprattutto di interloquire efficacemente con una Pubblica Amministrazione, sempre disponibile a parole, ma spesso ben poco nei fatti concreti.
Monza e la Brianza con l’USSMB hanno trovato in questi quarant’anni una “chiesa” dove incontrarsi e “pregare” per lo sport, per tenere vivo un messaggio di etica sportiva e per ricordare sempre che una società, pur ricca, non può mai permettersi di mettere in secondo piano l’impegno sociale rivolto, in particolare, alla crescita e alla formazione delle future generazioni.
Lo Sport interpretato come pura fede, come portatore sano di valori e modelli di vita, sempre con la voglia di partecipare per dare il proprio contributo alle politiche per svilupparlo, vincendo anche qualche battaglia in suo nome. E l’Unione ha vinto, se non altro perché si è ricavata, a suon di gomitate, il suo spazio come interlocutore attendibile. Questo patrimonio non va disperso, ma rigenerato con l’apporto di nuove leve.
Grazie Presidente Mazzo! Buon Compleanno USSMB!
Carlo Gaeta