Motori

Ultimo saluto a Fabrizio Pirovano, Re di Monza


Fabrizio Pirovano re di MonzaPer Fabrizio Pirovano, campione di moto prematuramente scomparso domenica, ultimo giro in pista all’Autodromo di Monza su un sidercar bianco guidato dall’amico-avversario di tante battaglie Paolo Casoli, dietro di lui migliaia di moto per quello che è stato uno dei funerali più rumorosi della storia di Monza. Tutti i biker hanno potuto seguire il corteo funebre in pista con la propria moto. Il pubblico presente senza motociclette, ha seguito la toccante cerimonia dalle tribune e dalla terrazza panoramica sopra la pit lane. Sul podio una piccola celebrazione per ricordare il campione, con le parole dei tanti amici che lo hanno amato e tanti appassionati ad applaudire sotto, quasi fosse una premiazione. Dopo l’ultimo saluto, la salma ha proseguito per il tempio crematorio.

“Il nostro papà ha smesso di soffrire, ricordatelo tutti come il Re di Monza, il numero 1 in tutto”. Con queste parole era stata annunciata domenica mattina sui social la scomparsa di uno dei più grandi centauri della storia monzese, Fabrizio Pirovano, 56 anni da Biassono, vice campione del mondo di Superbike. L’annuncio è apparso con un toccante commento dei suoi tre amatissimi figli. La Brianza non solo sportiva si è stretta subito alla famiglia e gli appassionati sono scivolati in un comprensibile alone di tristezza.

Biassono, Monza, la Brianza tutta e l’Italia motociclistica sono rimasti molto colpiti dalla prematura scomparsa di Fabrizio, ‘Piro’ per gli amici delle due ruote, re brianzolo delle Superbike, che sabato notte, se n’è andato colpito da una brutta ed inesorabile malattia.

Era nato a Biassono il 1° febbraio 1960 e si era ritirato dalle corse iridate alla fine del 2001, pur tornando in sella alla sua fidata moto, alle soglie dei cinquant’anni, nel trofeo internazionale monomarca Suzuki, di cui era anche organizzatore, mettendo in fila tutti. Lo scorso anno, ai primi di maggio, si era, poi, presentato, a sorpresa, ai box dell’autodromo monzese per gareggiare nell’ambito del ‘Monza Biker Fest’.

Nessuna ambizione di primato, al cospetto di giovani motociclisti scatenati, ma la volontà di dimostrare, ancora una volta, che la classe non era acqua e che lo stile, nonostante il trascorrere del tempo, era ancora valido. I tempi record fatti registrare, in sella alla sua Yamaha R1 M, lo avevano, ancora una volta, certificato.

Nei giorni seguenti, il forte biassonese, soprannominato ‘l’uomo d’acciaio’, indossò nuovamente la tuta e si presentò nella pit-lane per tenere a battesimo e condurre la Scuola dell’Autodromo Nazionale di Monza, una speciale ‘scuola guida’, con una gamma completa di moto Kawasaki, riservata ai biker più esperti, unitamente a Massimo Beltramo, campione Supermoto e tecnico della Federazione Motociclistica Italiana. Per l’occasione, nei box 51, 52, 53 e 54 del paddock monzese, fu organizzata una mostra con fotografie, filmati e moto della sua preziosa collezione, dedicata alla carriera motociclistica del centauro brianzolo.

‘’Ho imparato ad andare in pista a 27 anni – ci aveva spiegato Fabrizio Pirovano nell’ultima intervista del maggio dello scorso anno – proprio sul circuito di Monza. Era un anno e mezzo che non salivo in sella. Farlo a Monza è una grande emozione. L’autodromo è sempre bello. Aspettavo da tempo una manifestazione come la ‘Monza Biker Fest’, che ha riportato le due ruote nel ‘tempio della velocità’. Ai miei allievi insegnerò che bisogna usare la testa prima di girare la manopola dell’acceleratore”.

Particolarmente nutrito il palmares di questo straordinario motociclista brianzolo: un titolo italiano Cadetti nella classe 50 Motocross su TGM nel 1977, a 17 anni ed uno di vice campione tricolore nella 125 juniores nel 1980, 5 titoli italiani Superbike nel 1987, 1990, 1992, 1993 e 1994, il primo su Bimota, l’ultimo con la Ducati e tutti gli altri su Yamaha, un trionfo nella 200 Miglia di Misano, un campionato europeo di categoria nelle Supersport con una Ducati 748 del team Alstare nel 1996 ed il titolo mondiale Supersport, nel 1998, vincendo ben cinque delle dieci gare in calendario. Da segnalare anche, nel 1987, l’esordio internazionale nel motomondiale, nella classe 250, al G.P. delle Nazioni, sulla pista di casa, concluso con un ritiro per problemi tecnici e nel 1988 la prima vittoria in una gara del campionato mondiale Superbike, in Francia, sul circuito di Le Mans, al termine di una rocambolesca corsa, con partenza sotto la pioggia dal fondo della griglia, rimonta da brividi e sorpasso all’ultimo giro sul primo per tagliare da trionfatore il traguardo.

Fabrizio Pirovano, che considerava Fogarty, per anni Ufficiale Ducati, Edwards, Doohan e Falappa tra i piloti più bravi incontrati e che era legato da profonda amicizia al fortissimo Haga, ha concluso la sua carriera nel team Suzuki Alstare. Della Superbike degli ultimi anni gli piaceva mettere in evidenza gli exploit di Max Biaggi, Haslam, Rea e Checa, oltre a quelli dell’amico Haga, mentre della MotoGP esaltava le prestazioni dell’intramontabile Valentino Rossi, con un occhio di riguardo anche per il compagno Lorenzo e per Marc Marquez. Sul pilota più forte di tutti i tempi, però, non aveva dubbi nell’indicare Giacomo Agostini, un grande centauro, con una moto perfetta, autore di imprese con risultati straordinari, ineguagliabili.

All’Autodromo di Monza era affezionatissimo, tanto da prestarsi per un giro di pista da offrire sul simulatore ai visitatori del museo del ‘Tempio della velocità’, all’inaugurazione del quale, un anno fa, non aveva voluto mancare, al fianco di Giacomo Agostini.

Piro, motociclista tenace, generoso, irriducibile, coraggioso, umile e battagliereo, aveva fatto parte anche nella famiglia di Eurosport, come primo commentatore tecnico delle gare di Superbike e come blogger, per poi avventurarsi, come imprenditore, aprendo l’azienda ‘Piro Gomme’ a Villasanta.

 

Per molti versi il ‘Piro’ ricorda Vittorione Brambilla, al quale lo legano tante analogie. Entrambi nati e cresciuti in Brianza, tra gente semplice, amanti dei motori con una spiccata predilezione per le moto e per l’autodromo di casa, appassionati e generosi, ma  irriducibili nei confronti degli avversari in circuito, spinti alle gare da un’innata e sana passione, ma anche dagli incitamenti degli amici del bar vicino, arrivati alle competizioni importanti in età avanzata, forti sull’asciutto, ma imbattibili sul bagnato, finiti  malconci da terribili incidenti in pista, ma, senza mai, lasciarci la pelle,  tutti e due usciti dalla scena terrestre in silenzio, senza clamori, in terra brianzola, in un sabato di primavera, tra le mura di casa.

 

‘’Se sei incerto, tieni aperto’’, soleva dire agli amici motociclisti discorrendo su come comportarsi con il gas sulle due ruote a forti velocità. Ora non è più tempo, è giunto il momento di correre in mezzo alle stelle.

Ciao grande ‘Piro’, ci mancherai!

Enzo Mauri

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