Educazione alla salute e diagnosi preventiva sono le prime armi che abbiamo per combattere tutti i tumori. Per le donne la prevenzione maggiore deve essere fatta nei confronti del tumore alla mammella. Questo infatti è il tumore più diffuso tra le donne e rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne (dati «AIRTUM – Associazione Italiana Registro Tumori»). Lo confermano in modo eloquente i dati: sono stati circa 48 mila nel 2015 i nuovi casi di tumore al seno diagnosticati in Italia. Più donne si ammalano, ma più donne, fortunatamente, guariscono. Con gli screening per la diagnosi precoce, infatti, la mortalità per il tumore al seno è drasticamente diminuita negli ultimi venti anni e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi ha superato l’85 per cento.
Con questo obiettivo l’Amministrazione comunale di Seregno promuove l’incontro «Seno sano», martedì 24 gennaio alle ore 16 in Sala «Monsignor Gandini» di via XXIV Maggio.
«L’idea – spiega l’assessore alle Pari opportunità Ilaria Anna Cerqua – è offrire alle donne un’azione sanitaria preventiva qualificata. Ma vogliamo andare oltre. L’iniziativa si inserisce in un’azione di welfare aziendale: vogliamo dare un contributo al benessere e della salute delle dipendenti del Comune di Seregno».
L’incontro, infatti, è organizzato con il CUG, Comitato Unico di Garanzia, del Comune di Seregno e l’associazione Don Giulio Farina di Monza che dagli anni Novanta promuovere progetti di prevenzione oncologica in collaborazione con l’Ospedale San Gerardo.
Per sconfiggere il tumore resta comunque fondamentale la prevenzione, per scoprirlo agli stadi iniziali: l’autopalpazione del seno (almeno una volta al mese), la mammografia, l’ecografia sono controlli semplici e non dolorosi che ogni donna dovrebbe fare regolarmente.
Il rischio di ammalarsi sale con l’aumentare dell’età: prima dei 30 anni il tumore è raro, dopo i 40 si assiste a un graduale aumento e più del 75 per cento dei casi colpisce donne sopra i 50 anni. Per questo il «calendario degli esami» si basa sostanzialmente sull’età, oltre che sui fattori di rischio presenti nella singola donna, valutando in particolare la presenza di altri casi di carcinoma mammario in famiglia.