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Sport sostenibile oggi c’è solo quell’Inter (e le altre…)


Sport sostenibile, oggi c’è la finale Champions. Le tv hanno da giorni cominciato il circo di nani e ballerine. Effetti digitali e miliardi buttati ai satelliti del diritto televisivo.
Però se guardi dentro il tuo cuore, dentro e in fondo a tutto questo, c’è ancora il calcio.
Lo chiamavano l’oppio dei popoli. Poi hanno smesso di chiamarlo, perché il calcio è rimasto e loro sono spariti.
Son cambiati i temi, ed è cambiato il tempo, da analogico l’uomo è diventato digitale, ed è cambiato anche il calcio.
Però qualcosa è rimasto. Qualcosa di profondo. Personale e silenzioso, pulito dai miliardi e dagli effetti speciali.
E’ quel sentimento forte che hai dentro di te e non capisci
Quell’inquietudine, per gli interisti oggi, ma per le altre “fedi” in altre occasioni, che ti rende strano davanti ai grandi eventi.
Quella scossa tiepida nel cuore, che ha il sapore della prima partita vista con tuo padre, della curva da cui urlavi e facevi casino e risse da ragazzo, della tua gente che festeggia attorno e della volta che ci si sente per una volta tutti uguali, in un mondo che pensa solo a se’ stesso, come se l’immortalità fosse degli uomini.
Già, ci sono volte che  c’è solo l’Inter, (e altre che ci sono solo le altre).
Senti il tuo cuore, e in quel momento i miliardi diventano nulla, attorno.
E’ quel sentire che può essere alla base di uno sport che potrebbe essere diverso, sostenibile, più vero.
Non perdiamolo mai, quel sentimento.
C’è solo l’Inter…
CC
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