Editoriali & Opinioni Motori

SIAS e GP di Monza, uovo di Pasqua con sorpresa

Brianza Acque

In primo piano, Ivan Capelli Presidente AC Milano con Andrea Dell’Orto, Presidente SIAS

L’uovo di Pasqua della SIAS, la società che gestisce l’Autodromo Nazionale di Monza, è quest’anno bello grosso. Tolta la carta dorata appare del classico colore marrone. Eppure non si tratta di cioccolato al latte e manco fondente. 

L’ingrediente principe è quello che purtroppo avevamo subodorato qualche tempo addietro. Il GP di Monza rischia di saltare, anche se non tutto sarebbe definitivamente perduto, e intanto nel consiglio di amministrazione siamo alla resa dei conti.

Adesso è persino facile addossare tutte le colpe al “maitre chocolatier” Andrea Dell’Orto e all’aiutante in cioccolateria Francesco Ferri, designati rispettivamente al ruolo di Presidente e procuratore della società di gestione dell’impianto fin dall’estate 2014, quando all’Hotel de la Ville di Monza, con toni speranzosi ed entusiastici, venne presentata alla stampa la nuova lista Sport e Rinnovamento che, una volta vinte le elezioni per il governo dell’AC Milano, avrebbe dovuto rivoltare come un calzino la controllata SIAS, finita nel vortice degli scandali con le Fiamme Gialle e la Magistratura ad indagare sull’operato dei vecchi gestori sotto inchiesta per varie malefatte. 

La “favoletta” monzese è un pò lunghetta ma merita di essere raccontata dall’inizio per chi ha la memoria corta e per chi ha pazienza di leggerla. Altrimenti fermatevi qui.

La lista Sport e Rinnovamento

Sport e Rinnovamento

Tutti insieme appassionatamente per la lista Sport e Rinnovamento. Da sinistra a destra, Capelli, Radaelli, Dell’Orto, La Russa, Ciceri.

Tutto parte proprio dalla lista Sport e Rinnovamento. A muovere le pedine è l’ex presidente dell’Associazione Sportiva Amici dell’Autodromo Enrico Radaelli, già consigliere AC Milano, prima vicino al presidente Carlo Valli e poi convinto animatore della cordata che ruota intorno all’uomo nuovo, Andrea Dell’Orto, Presidente degli industriali di Monza, così come lo era stato Valli. Perché a Monza bussare alla porta di AssoMonza in viale Petrarca è un classico, come accadde a metà Anni 90, quando ai vertici della SIAS venne chiamato Giulio Fumagalli Romario, e poi ancora con Carlo Valli. 

Radaelli convince Dell’Orto a scendere in campo per appoggiare col peso dell’Associazione la lista capeggiata dall’ex pilota e commentatore Rai Ivan Capelli, designato ad occupare, in caso di vittoria, la poltrona di Presidente in corso Venezia a Milano. Per Dell’Orto è pronta a Monza la poltrona di Presidente e AD di SIAS. 

Tanti bravi presentatori per la nuova lista

Sport-e-Rinnovamento-lista-1-AC-Milano-mb-1 presentazione

Francesco Ferri (primo a destra) presenta la lista al fianco di Andrea Dell’Orto, tanti progetti per il nuovo Autodromo… per due poltrone già designate in caso di vittoria

Nel ruolo di “bravo presentatore” della lista in quell’afosa giornata tale Francesco Ferri, bocconiano, amministratore della Innext, società che si presenta come esperta nel rianimare aziende in coma, già presidente dei giovani industriali monzesi e soprattutto amico di Dell’Orto.

Dietro le quinte, tra i più attivi rinnovatori, un altro “bravo presentatore” Luigi Vignando, fenomenale come Speaker ufficiale quanto ad intuire i cambi di vento. Gigi sta da anni impeccabilmente davanti al microfono dell’Autodromo, dando anche voce e immagini a Monza Informa e Monza Race Tv, notiziario video della Sias. Lavoro che svolge con professionalità (e ci mancherebbe pure). Per confezionare i suo servizi ha ottenuto per la sua società GI.VI. CO ufficio e studi di registrazione in comodato d’uso dall’autodromo ed è ben pagato dalla vecchia dirigenza Sias di Enrico Ferrari e Giorgio Beghella Bartoli. Con la GI.VI.CO sul libro paga della gestione pesantemente indagata, nella fase transitoria del cambio della guardia, la “voce” dell’Autodromo rischia di rimanere fuori dai giochi o quanto meno di veder ridotto il suo impegno, come si evince da una lettera fattagli recapitare ad inizio 2014 dall’amministratore delegato Fabrizio Turci, direttore AC Milano inviato a Monza per sistemare un pò di cose e un pò di conti in sospeso una volta scoppiati gli scandali che riempono colonne di giornali.  

Dimenticata la personale contabile dei lunghi anni trascorsi con Ferrari e Beghella e rivendicati a “gran voce” pubblicamente diritti d’autore per l’archivio video di Monza, che dice sottrattogli dalla SIAS (che per anni gli aveva ben pagato i service video e poi gli rileva pure il materiale girato per conto dell’autodromo), ecco che il bravo speaker diventa, a suon di post sui social, paladino e convincente comunicatore dei rinnovatori, col chiaro proponimento di non finire tra i rinnovati per gli evidenti trascorsi. In tanti si accodano al nuovo che avanza in cerca di spazio, pure alcuni personaggi in cerca d’autore e altri che di autori non ne conoscono uno.

Capelli Presidente ACM e Dell’Orto Presidente SIAS

Da sinistra a destra: Dell'Orto, Radaelli, Coldani, Capelli, Meda

Da sinistra a destra: Dell’Orto, Radaelli, Coldani, Capelli, Meda

Per vincere le elezioni non bastano post e tweet, serve un bel gruzzoletto di voti (tessere ACI) e Andrea Dell’Orto si fa in quattro per reperirli in fretta (almeno un migliaio e forse più) confidando negli amici industriali e negli amici degli amici.

Per strada si perdono momentaneamente due candidati illustri: Geronimo La Russa, già vicepresidente di ACM, e  Massimo Ciceri patron di Beta Utensili, che si dimenticano di rinnovare per tempo la tessera ACI che tengono in tasca scaduta da più di tre mesi (non accorgendosi che sono cambiate le regole per la presentazione delle candidature). Nessun problema, lavoreranno come instancabili “Sherpa” per la lista e verranno rimessi in sella qualche settimana dopo per essere direttamente cooptati nel consiglio ACM, il primo, e nel consiglio Sias, il secondo, con tanto di tessera rinnovata.

Sport e Rinnovamento vince infatti le elezioni. Il capolista Ivan Capelli diventa Presidente dell’AC Milano e nel consiglio entrano Marco Coldani (Vicepresidente), Pietro Meda (fratello del più noto Guido) il solito Enrico Radaelli e il cooptato Geronimo La Russa (Consiglieri). Ovviamente il grande portatore d’acqua Dell’Orto, come preventivamente concordato, assume la carica di Presidente e AD di SIAS coadiuvato dal fido scudiero Francesco Ferri, risanatore di bilanci, compresi soprattutto i suoi. Con Dell’Orto, fanno parte del nuovo consiglio SIAS Ivan Capelli (eletto in rappresentanza dell’ACI), Massimo Ciceri, Alessandra Marzari (nominata in rappresentanza dei Comuni di Milano e Monza), e Enrico Radaelli, sempre lui. 

Francesco Ferri procuratore di SIAS

Per la direzione dell’Autodromo si fanno i nomi di Stefano Domenicali, ex Ferrari, e anche di Dario Allevi, ex Presidente della Provincia MB, ma son tutte balle, perchè era già tutto scritto e c’è poco da meravigliarsi nell’autunno 2014 dell’arrivo di Ferri nel ruolo di procuratore-direttore della Sias, perché il giovanotto, uscito dalle migliori sartorie, era stato il “frontman” della lista già al momento della presentazione ufficiale, tant’è che in molti fra i presenti (noi compresi) si erano chiesti da qualche fico fosse caduto, non essendo noto nell’ambiente del motorsport, e che ruolo avrebbe poi coperto. Perchè era chiaro che anche per lui era già pronta una poltrona dorata.

A fine marzo 2015 l’accoppiata Dell’Orto-Ferri, dopo aver  fatto piazza pulita di tutti i vecchi dipendenti, sostituiti con amici la cui competenza è tutta da verificare, cambiato l’ufficio comunicazione, presenta alla stampa e agli addetti ai lavori calendario 2015 e piano industriale messo insieme dalla Innext e approvato – si presume – dai CdA dei due enti interessati. 

Il bilancio della società di gestione dell’Autodromo già a fine 2014 è in “rosso”, meglio lasciar perdere quello della “casa madre” AC Milano di color paonazzo.  

Un piano industriale per l’Autodromo

Secondo il piano di risanamento, entro il 2016 il bilancio della SIAS dovrà essere riportato in largo attivo, confidando anche negli introiti del Gran Premio di Formula 1, fiore all’occhiello di Monza. Ma non è così: il GP 2015 non va come prospettato, i dollaroni da versare per i diritti alla FOM di Bernie Ecclestone incrementano il proprio valore nel cambio con l’euro costringendo la SIAS a maggiori esborsi e c’è anche una sberla di Imu arretrata da pagare. Inoltre, per dare corpo al piano industriale, vengono pagati numerosi consulenti (alcune davvero di bel corpo!alcuni improbabili che spariscono in fretta) e avviate nuove iniziative, come il ripristino del museo storico, che costano assai e producono ben poco. Il disavanzo sale, raddoppia, e viene ripianato da “mamma” ACM e porta SIAS a dissanguare il capitale sociale. 

La grana più grossa però è quella del GP: a fine 2016 scade infatti il contratto con Ecclestone che deve essere necessariamente rinnovato (a proposito di sport e rinnovamento) entro fine 2015, al massimo nei primi mesi di quest’anno, per evitare la fine di Monza.

A rischio il rinnovo del contratto per il GP di Monza 

Federico Bendinelli stringe la mano a Bernie Ecclestone

Federico Bendinelli stringe la mano a Bernie Ecclestone

Le trattative con il patron della F1 vengono intraprese a cavallo del Gran Premio di Montecarlo ma mancano i danè. Il sciur Bernie triplica quasi l’affitto, pretende inizialmente 27 milioni di dollari e non intende fare sconti. Non gliene frega quasi nulla della leggenda di Monza, delle pagine memorabili scritte sulla pista brianzola.

Abituato alle trattative “personalizzate” con l’ex direttore Ferrari, quando si trova davanti i due novizi li tiene sulla porta e pretende un interlocutore unico e attendibile con i soldi in banca.

Ci prova pure l’avvocato Federico Bendinelli, ex direttore del circuito di Imola, dal 2012 consulente della SIAS, da anni amico fidato di Ecclestone col quale pure lui nei tempi belli “personalizzava” trattative per far correre di circo della F1 sul circuito del Santerno. Bendinelli però a Monza non ha potere di cassa. Viene ascoltato con amichevole cortesia da Bernie, ma, senza soldi nel portafogli, viene congedato con un buon tè inglese.

Da Monza a Londra vaga una bozza di contratto con a fianco il piano industriale, riveduto almeno un paio di volte, che il patron della FOM giudica non convincente. Non gli spiace soprattutto l’idea di un Piano B, per portare le moto a Monza in caso di mancanza della F1, progetto che prevede di modificare lo storico tracciato eliminando il “Curvone” a Biassono. 

Dal cappello a cilindro esce l’idea di un Piano B nel caso salti la F1

Dell’Orto s’impegna con la Dorna di Carmelo Espeleta “a mantenere nel calendario del Mondiale Superbike 2017 la data della gara a Monza, a patto che ottenga i permessi per i lavori di modifica della pista entro il 10 luglio 2016”. Nel caso la Sias non ottenga queste autorizzazioni e non avvisi per tempo la Dorna, è prevista una bella penale da 400mila euro (che quasi di sicuro dovrà essere pagata). La Sovrintendenza pone il suo veto al progetto. Insomma, un’altra bega mentre il rinnovo del GP langue. Così nei giorni del Gran Premio d’Italia a settembre davanti a Ecclestone si presentano in tanti, dal capo del Governo Matteo Renzi al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. In giro c’è anche il presidente del CONI Malagò; ma è Presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani che alla fine ha “licenza di uccidere” per trattare, perchè l’ACI ha in mano il titolo sportivo.

Un emendamento del Governo può salvare il GP di Monza

I soldi, però, mancano sempre e così premier Renzi s’impegna a far approvare un emendamento alla Legge di Stabilità 2016 secondo il quale l’ACI può utilizzare i fondi del Pubblico Registro Automobilistico per finanziare la gara mondiale. Sticchi Damiani mette da parte la SIAS e pure l’AC Milano e avvia la sua trattativa “personalizzata” con Ecclestone, tentando almeno uno sconto annuo su un contratto lungo fino al 2022 anni, anno in cui l’Autodromo festeggerà il Centenario. Nel tira e molla si perde tempo e si fanno molte chiacchiere e il vecchio Bernie finisce per indisporsi ed inizia a pensare che gli italiani sono i soliti “pizza e mandolino” non in grado di “personalizzare” le trattative come piace a lui. 

Tante chiacchiere e distintivo ed il patron Ecclestone s’indispone 

Tutti “Chiacchiere e distintivo” vengono additati soprattutto i due baldi giovanotti ai vertici della Sias, apostrofati come inaffidabili: primo, perché realmente inesperti della materia; secondo, perché il piano industriale non convince e le casse Sias appaiono tristemente vuote; terzo, perché non sono in grado di “personalizzare” e rendere “creative” trattative economicamente così delicate; quarto, perché pensano di portate avanti un piano B nel caso in cui dovesse saltare la formula uno a favore delle moto; quinto, perché contattano la Dorna (la società spagnola che detiene di diritti dei mondiali Superbike e MotoGp) alla quale presentano un progetto per modificare lo storico tracciato, tagliando pure qualche albero secolare; sesto, perché ad un certo punto lasciano a casa Bendinelli (il quale, entrato in scena direttamente Sticchi Damiani, forse non ha più ragione d’essere nel suo ruolo di consulente addetto in primis alla trattativa in qualità di amico di Bernie); settimo, semplicemente perché i due gli stanno … sulle balle e non è disposto manco a offrirgli un tè inglese.

Ecclestone di Dell’Orto e Ferri non ne vuole proprio sapere e s’incazza perchè a Bendinelli non è stato rinnovato l’accordo di consulenza in scadenza a fine 2015, senza clausola di tacito rinnovo.

Chi doveva dare l’assenso per prolungare l’accordo? In SIAS Dell’Orto è davvero un dispotico che non risponde mai al suo CdA e nemmeno al CdA di ACM? Uno che si da emolumenti, bonus, assume consulenti (pure avvenenti) senza che nessuno batta ciglio o s’incazzi? Ferri con la sua Innext fa e disfa senza che nessuno possa ribattere? Riprendendo Totò, si potrebbe dire “ma fateci il piacere?!”.

AC Milano e SIAS messe da parte, è l’ACI che tratta per il GP d’Italia

AC Milano e SIAS, esautorate dalla trattativa ormai passata a Roma, non ci fanno proprio una bella figura. Intanto la Regione Lombardia ribadisce uno stanziamento di 70 milioni di euro in dieci anni per il Consorzio della Villa Reale e del Parco (nel quale l’Autodromo ha sede) per interventi sul patrimonio vincolati anche allo svolgimento del Gran Premio d’Italia. Mentre si ragiona ai piani alti, lontano da Monza e da Milano, qualcuno a Imola si muove senza far tante chiacchiere e forse pure tacitamente appoggiato da Governo e dalla stessa ACI. 

Il pericolo Imola incombe

È bene ricordare che a giugno 2015 il sindaco di Imola Manca si era recato in pellegrinaggio a Londra dove Ecclestone pare che il tè glielo abbia offerto e pure con tanto zucchero e limone ben contento di sapere che gli emiliani avrebbero in cassa i danè. Perché da quelle parti Regione, Comuni e il ricco Consorzio Con.Ami marciano nella stessa direzione; perché in quella landa sventola la stessa bandiera politica che richiama al Rosso Ferrari e quindi è facile mettere tutti d’accordo, “personalizzando” le trattative in modo rapido e creativo.

Per l’ammodernamento del tracciato intitolato a Enzo e Dino Ferrari occorrono una decina di milioni di euro che potrebbero saltar fuori a ristretto giro, così come salterebbero fuori quelli che chiede Bernie per il Gran Premio d’Italia. Formula Imola e il suo circuito diventano così i veri antagonisti di Monza con un presidente dal nome altisonante come Uberto Selvatico Estense. A Monza manco se riesumano le spoglie di Re Aginulfo ce la possono fare!

Dell’Orto e Ferri ormai all’ultima spiaggia

Intanto, dalle nostre parti, nella trasmissione amica della SIAS “Griglia di Partenza” in onda su Telenova al giovedì sera, il solito “bravo presentatore rinnovatore” in questo marzo inizia ad aggiustare il tiro evidentemente avvertendo il vento nuovo che soffia e minaccia tempesta: due settimane fa intervista “come da contratto” Dell’Orto e Ferri e una settimana più tardi fa parlare a lungo il buon Bendinelli, che racconta parte di una diversa verità, non mettendo certo in buona luce presidente e direttore SIAS, con i quali lo speaker e conduttore TV ha un accordo per promuovere l’autodromo e chi ci sta dentro.

Vuoi vedere che ha ragione ancora lui? L’amico Gigi Vignando ci ha ancora visto lungo, pronto a cavalcare l’onda, non solo quella televisiva? Non passa un giorno che viene annullata la conferenza stampa di presentazione della stagione 2016 prevista per il 22 marzo (chiaramente per evitare il tiro incrociato dei giornalisti sul futuro del Gran Premio d’Italia). Prima dell’inizio del mondiale di F1 rimbalza una preoccupante dichiarazione di Sticchi Damiani, riportata dal dal Fatto Quotidiano e rilanciata da molte testate, senza verifica diretta: non esistono più margini di trattativa per Monza che perderebbe il suo Gran Premio. La dichiarazione non è di prima mano e le cose non stanno proprio così: i margini di trattativa, seppur labili, ci sarebbero ancora e il Presidente ACI Sticchi Damiani lo conferma alla Gazzetta dello Sport e a qualche collega della stampa motoristica, ai quali dice di non aver mai abbandonato Monza, ma la trattativa la deve portare avanti lui. Perché Bernie vuole così. Dell’Orto e Ferri se ne dovrebbero andare, dovrebbero dimettersi. 

Dell’Orto e Ferri sono ormai all’angolo e finiranno quasi certamente per prendersi in faccia una bella palata di cioccolato Domori, a forma di euro. In una recentemente premiazione ACM, Sticchi Damiani, che ormai ha le mani su Monza, è stato chiaro con Dell’Orto “ve ne dovete andare” anche perché pare abbia già due sostituti, speriamo di livello certificato. Per mollare il colpo i “ragazzi bocconiani”, che non hanno nessuna intenzioni di dimettersi, pretendono una bella “buonuscita” che peserebbe ulteriormente sulle casse SIAS, oltre a quanto già ottenuto, comprese le auto in utilizzo.

Tutta colpa di Dell’Orto e Ferri?

L’uovo è stato confezionato e recapitato. In queste ore si attendono a Monza evoluzioni e soprattutto rivoluzioni. Per noi, a ragion veduta, rimane una sola strada praticabile e davvero convincente per l’immagine stessa dell’Autodromo Nazionale. Perché ci piace il bello e il buono, quindi: tutti a casa! a partire da coloro che hanno confezionato la cordata Sport e Rinnovamento. Addossare tutte le colpe sulle spalle di Dell’Orto e Ferri appare persino riduttivo e quasi di comodo laddove la scelta di questi uomini è stata fatta a tavolino ben prima che la lista venisse eletta. Quindi, si suppone, con conoscenza dei personali pedigree e dei curricula professionali dei candidati. E soprattutto di ciò che poteva comportare la richiesta di aiuto fatta a Dell’Orto e agli amici industriali.

Oggi, senza tante balle e ipocrisie, chi ha messo insieme e partecipato ad un cordata rivelatesi inconcludente non può uscirsene con laconici “Non pensavamo!” o ancor peggio “Non sapevamo chi fossero”. Ma come? Dopo quanto accaduto in Autodromo negli anni passati bisognava pensare, ripensare, e bene pure, ogni decisione. Ognuno quindi si prenda le sue belle responsabilità. I due manager nell’occhio del ciclone non possono certo aver fatto tutto di testa propria, laddove sia a Milano che a Monza ci sono CdA copartecipati, convocati – da quanto ci risulta – più volte negli ultimi mesi. Il piano industriale della Innext non è forse stato portato a suo tempo all’approvazione dei CdA prima della presentazione in pompa magna il 31 marzo 2015? I “bravi” consulenti sono tutti piovuti dal cielo senza che nessuno sapesse?

Sport e Rinnovamento, tutti a casa!

Morale della nostrana favoletta monzese: venga pure messa sulla ruota (quella che volevano costruire in Parabolica) la coppia Dell’Orto-Ferri, primi responsabili della debacle, ma insieme a loro favoriscano verso l’uscita i Consigli dell’AC Milano e della SIAS. Non sappiamo neppure se salvare Ivan Capelli, che si è certamente fidato e non avrà responsabilità prime, ma alla fine, non opponendosi a certe decisioni quanto meno discutibili, una bella fetta di reputazione la sta rischiando o forse l’ha già persa. Soprattutto, abbiano il buon senso di uscire di scena, col capo coperto di cenere, gli armatori primi della lista Sport e Rinnovamento dalla quale sono stati partoriti questi direttivi evanescenti che, con i loro silenzi-assenzi e in mancanza di prese di posizione, hanno portato Monza ad un passo dal baratro. Succubi di quel Dell’Orto al quale, non dimentichiamolo, avevano chiesto un risolutivo aiuto per essere eletti.

Entro fine aprile dovrà essere approvato il bilancio di SIAS 2015 che si annuncia in pesante “rosso” a differenza di quanto previsto, ma – colpo di scena – il consulente amministrativo – finanziario, preso per l’evenienza, sarebbe “in forzata malattia”. Capelli, tra un Gran Premio e l’altro, dovrà convocare un CdA per sfiduciare i due ragazzi che non vogliono dimettersi.   

La partita GP di Monza in mano al Presidente ACI Sticchi Damiani

Il Presidente ACI Sticchi Damiani ha ormai in mano il pallino e speriamo salvi l’Autodromo Nazionale da un tonfo clamoroso che significherebbe portare i libri in tribunale e lasciare a spasso una trentina di persone e perdere un indotto milionario per il territorio. Servono (con lo sconto) complessivamente 19 milioni di dollari l’anno (cifra quasi raddoppiata rispetto al precedente accordo). L’ACI ne ha pronti 12,5 e i rimanenti dovrebbe metterli SIAS che non tiene denari. Adess sa fem?

Carlo Gaeta

PS ci piace troppo il Bello e il Buono e forse questa storiella non dovevamo raccontarla per non farvi intristire, ma per noi Monza arriva prima di ogni personalismo e di ogni ipocrisia. E magari – se vi fa piacere – qualche altra favoletta nostrana ve la possiamo anche raccontare per il bene del nostro territorio. Alla prossima.

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