L’ormai triste querelle dell’Autodromo prosegue dopo le dimissioni dei due rappresentanti dell’Automobile Club di Milano in seno a CdA della SIAS, la società, emanazione dell’ACM, che gestisce l’impianto motoristico : Ivan Capelli, presidente dell’ACM ed Enrico Radaelli, presidente di ACM immobiliare, ovvero la proprietà di SIAS, che ha chiesto di convocare un’assemblea dei soci con all’ordine del giorno la sostituzione del presidente Andrea Dell’Orto e revoca del direttore Francesco Ferri. Motivo della pesante richiesta di revoca dell’incarico ai due manager una gestione che si sarebbe dimostrata fallimentare e che avrebbe portato ad un buco da poco meno di due milioni di euro nel bilancio al 31 dicembre 2015. Il documento di bilancio doveva essere per legge approvato dall’assemblea dei soci entro il 30 aprile ma è stata chiesta una proroga proprio a causa delle problematiche emerse.
Nel pomeriggio di oggi, lunedi 11 aprile presso la sala stampa dell’Autodromo i due “giubilati” hanno deciso di far sentire la loro voce convocando una conferenza stampa che rischia di far esplodere il più classico dei “casini”, mentre sul piatto c’è il rinnovo del contratto per lo svolgimento del Gran Premio d’Italia a Monza dal 2017. Ne ascolteremo di certo delle belle.
In settimana Andrea Dell’Orto aveva pensato di cooptare nel CdA di SIAS, al posto dei dimissionari Capelli e Radaelli, due burocrati della Regione Lombardia: Gian Angelo Bravo, direttore internazionalizzazione imprese, e Cristina Colombo, direttrice dell’assessorato allo Sport.
Proposta che è stata bocciata dal Collegio dei Revisori dei Conti della società che aveva ricevuto in precedenza una diffida da parte del socio di maggioranza ACM che chiedeva di procedere in tempi rapidi, secondo prassi, alla convocazione dell’assemblea dei soci e sottolineava la non “perfetta aderenza alla legge (e non tanto allo Statuto Sias) del meccanismo della cooptazione.
Insomma, Dell’Orto non vuole mollare e si è aggrappato alla Regione Lombardia, ma l’ACM non vuole sentire ragione e punta l’indice contro una gestione ritenuta fallimentare rispetto al piano industriale presentato.
Intanto registriamo il comunicato stampa emesso dalla storica Associazione Amici dell’Autodromo e del Parco, presieduta da Pietro Mazzo, che entra ufficialmente nella diatriba sollecitata da numerosi appassionati e puntualizza alcuni condivisibili passaggi relativi all’attuale gestione.
“Moltissimi tra le migliaia di soci e simpatizzanti della nostra associazione ci chiedono della situazione del nostro Autodromo e del suo futuro e ci rivolgono l’invito a comunicare la nostra posizione in merito. – si legge testualmente – La questione ormai si trascina da tempo, soprattutto sul vitale prolungamento del contratto del Gran Premio d’Italia, in scadenza alla fine di quest’anno: i vertici dell’Automobile Club d’Italia, e in particolare il suo Presidente, Angelo Sticchi Damiani, si sono attivati con Bernie Ecclestone per definire le condizioni per il rinnovo; e quelli dell’Automobile Club Milano, col Presidente Ivan Capelli, si sono prodigati per giungere allo stesso traguardo.
Anche il governo Renzi ha fatto la sua parte, approvando un emendamento che rende possibile l’intervento economico dell’A.C.d’Italia nella gestione del Gran Premio, consentendo così di soddisfare le richieste di Ecclestone e di garantire la gara a Monza.
Ma il problema sta nella dirigenza della SIAS (società che gestisce l’Autodromo), di proprietà di AC Milano per il 70% e della sua Immobiliare per il restante 30%. Una dirigenza che è partita con belle promesse ma che non è stata in grado di mantenerle: il piano industriale non trova riscontro nei fatti, il pareggio di bilancio annunciato per il 2015 si è in realtà rivelato un buco di un milione mezzo di euro (costringendo alla riduzione del capitale sociale per evitare il fallimento), il calendario delle gare non è stato arricchito. Ma soprattutto un’arroganza di fondo nella trattativa con Ecclestone e un’assoluta mancanza di conoscenza del mondo del motorsport e di chi occupa i suoi vertici, nonché della storia dell’Autodromo, hanno di fatto ritardato oltre misura la conclusione positiva della vicenda e hanno provocato nel boss inglese l’assoluta sfiducia in questi personaggi, rendendo di fatto impossibile la chiusura della trattativa.
Le dimissioni dal CdA di SIAS da parte di Ivan Capelli ed Enrico Radaelli e la conseguente convocazione dell’assemblea dei soci per definire un’altra dirigenza, che sia in grado di imboccare la strada giusta, sono un passo obbligato per sbloccare la situazione.
L’Associazione Sportiva Amici dell’Autodromo e del Parco ribadisce la sua piena fiducia nell’azione dell’Automobile Club d’Italia e di Milano, si impegna ad attuare tutte le azioni necessarie e opportune e auspica una positiva conclusione della vicenda, con un nuovo vertice della SIAS che sia finalmente in grado di imprimere una grande efficacia alla sua azione: l’Autodromo non aspetta altro per un futuro all’altezza del suo passato!
ASSOCIAZIONE SPORTIVA AMICI DELL’AUTODROMO E DEL PARCO