Come sta la scuola superiore della Brianza? Bene, grazie. Lo dice una ricerca della Fondazione Agnelli. Si tratta di una classifica che si basa su due indicatori (indice Fga): la media dei voti e dei crediti ottenuti nel primo anno di università e ad entrambe le voci è dato un peso pari al 50% .
Ricerca che ha indubbiamente dei limiti e probabilmente il maggiore è la non valutazione del background familiare che, lo dicono ricerche più che decennali, ha un peso rilevante nel successo scolastico. Tuttavia, in un Paese dove controlli e valutazioni sono praticamente inesistenti, la ricerca della Fondazione Agnelli va salutata come un primo e significativo passo verso l’Europa.
Questa la classifica degli istituti superiori:
- licei scientifici: il Frisi di Monza conferma il primato già agguantato nel 2014, seguito dal Don Gnocchi di Carate Brianza (che era quarto). Bene anche il Majorana di Desio (7), il Banfi di Vimercate (8), il Marie Curie di Meda (9).
- licei classici: Milano con il Sacro Cuore strappa il primato, ma secondo il Don Gnocchi di Carate Brianza, terzo il Marie Curie di Meda, quarto lo Zucchi di Monza. Una nota parzialmente negativa per il Majorana di Desio primo nel 2014 e ora settimo, decimo il Banfi di Vimercate.
- Istituti tecnici economici: balzo in avanti dell’Iris Versari di Cesano Maderno da quinto nel 2014 a primo, poi il Viganò di Merate e il Tosi di Busto Arsizio. Quinto il Gadda di Paderno Dugnano, (ma era secondo nel 2014), sesto il Gandhi di Besana Brianza, settimo l’Europa Unita di Lissone. Guadagna posizioni il Mapelli di Monza, nono da sedicesimo nel 2014). Lo storico Mosè Bianchi di Monza si piazza al dodicesimo posto.
- licei scienze umane: primo il Greppi di Monticello Brianza, secondo il Legnani di Saronno e terzo il Parini di Seregno.
- licei linguistici: in ordine il Giordano Bruno di Melzo, il Greppi di Monticello e il Crespi di Busto Arsizio. Sempre bene il Parini di Seregno, quarto, ma era primo nel 2014 e nono il Porta di Monza.
La nota parzialmente negativa viene dagli Istituti tecnico tecnologici: ottavo e primo brianzolo il Vanoni di Vimercate, nono l’Hensemberger di Monza e decimo il Levi di Seregno.
Dunque, la scuola superiore della Brianza si presenta ai nastri di partenza in buone posizioni. Diciamo “nastri di partenza” in quanto, a parte l’autovalutazione che ogni singola scuola fa (RAV in termine tecnico) e di cui il Ministero tiene conto come dimostra il sito dello stesso Ministero, – a parte questo, nella Buona Scuola è prevista la creazione di una task force di ispettori che si occuperanno appunto di valutazione.
Insomma, anche da noi questo concetto seppure lentamente sta entrando nella normalità della vita scolastica, ma proprio questo impone di porre l’accento su un aspetto non trascurabile.
Nel marzo del 2000 a Lisbona il Consiglio Europeo pose i temi dell’istruzione e della formazione al centro delle strategie dell’Unione Europea e non c’è dubbio che da allora passi in avanti se ne siano fatti, anche per uniformare non i diversi sistemi scolastici, ma le competenze che tutti gli studenti europei devono avere al termine del loro indirizzo di studio. Ebbene, se si va a indagare come in ogni paese europeo la scuola viene valutata, i criteri e i metodi sono diversissimi.
Se si prende, ad esempio, la valutazione esterna, questa si basa su due elementi (il parametro o oggetto di valutazione e lo standard o livello di competenza), ma i criteri standardizzati variano nella forma e nel grado di libertà dato ai valutatori. A volte questi ultimi dipendono dal livello locale, altre dal livello regionale, altre da quello centrale e tutto questo significa che in Europa non si è d’accordo su cosa valutare e, per quanto possa sembrare paradossale, per chi valutare.
Un solo esempio: in Inghilterra la valutazione si basa su un’autorità indipendente, in Francia è ministeriale e in Spagna c’è un istituto nazionale che lavora con altri enti di valutazione regionali.
Non può essere questa la sede per ulteriori considerazioni, ma certamente per rimanere ai primi posti nelle classifiche le scuole superiori della Brianza, oltre che a fare i conti con i “nuovi” valutatori nazionali, dovranno allargare la loro visione alla scuola europea o, meglio, per quanto si è appena detto, alle diverse scuole europee.
Felice Bonalumi