E’ proprio vero, i luoghi che ci circondano non smettono mai di sorprenderci.
Proprio loro, i luoghi che ci circondano, quelli che siamo abituati a considerare quasi banali…beh è vero quello che si dice: a volte basta girare la testa, spostare lo sguardo leggermente oltre l’ordinario per rendersi conto dell’esistenza di una bellezza inaspettata, senza dover necessariamente andare in capo al mondo.
La Saletta Reale della stazione di Monza è uno di questi luoghi. Un luogo stupendo e caratteristico, soprattutto per la sua collocazione, di cui ignoriamo l’esistenza, ma che certamente vale la pena di scoprire.
La sua storia ha inizio il 17 agosto 1840, quando fu inaugurata la linea ferroviaria che collegava Milano con Monza , seconda in Italia dopo la Napoli – Portici.
Lungo questo breve ma importante tratto di ferrovia (dal momento che veniva utilizzato dagli Asburgo per raggiungere la residenza estiva di Villa Reale) venne realizzata una stazione di gusto neoclassico, poi demolita intorno al 1882 in occasione della costruzione della nuova e più ampia stazione tuttora esistente.
La nuova stazione ferroviaria, tra l’altro, fu un regalo che la città di Monza offrì alla casa regnante in occasione delle nozze tra Umberto I e Margherita di Savoia.
I sovrani vi giungevano almeno due volte l’anno, preceduti di qualche giorno dalla servitù, animali compresi.
Accolti dal popolo a giugno, ripartivano a novembre, dopo aver trascorso qualche mese presso la Villa Reale di Monza che all’epoca si trovava in aperta campagna.
La coppia reale amava viaggiare in treno, tanto che vi organizzarono anche il loro viaggio di nozze, pertanto il regalo della città fu molto apprezzato.
Fu proprio del re Umberto I di Savoia, esperto passeggero del treno per i suoi viaggi, l’idea di realizzare la Saletta Reale: una sala di accoglienza per i regali viaggiatori e i loro ospiti.
La Saletta Reale della stazione di Monza è accessibile tramite due anonime porte in alluminio che si aprono nell’edificio sotto la pensilina del primo binario. Ebbene, una volta superati questi confini, si accede in un mondo completamente differente: lesene con capitelli dorati, trofei floreali che abbelliscono le parenti già riccamente decorate, un imponente camino da cui partono putti e ceste di frutta dorati che separano le pareti dalla cornice che sorregge il soffitto.
E’ una sorpresa affascinante per ricchezza e per generosità di decorazioni, la Saletta Reale, una bellezza del tutto anonima però, perchè non conosciamo chi abbia progettato né realizzato questo splendore.
Sappiamo con certezza, invece, che venne chiamato il più talentuoso pittore monzese dell’epoca per coronare con un dipinto il bell’insieme in stile neorinascimentale.
È di Mosè Bianchi, infatti, il soggetto del “Genio dei Savoia” che riempie il soffitto della Saletta: al centro è raffigurata l’immagine allegorica di un Genio alato che regge con la mano destra lo stemma araldico dei Savoia e con quella sinistra un’alabarda. Tutto intorno a lui e allo scudo crociato si dispongono una serie di piccoli putti: alcuni si reggono allo scudo crociato, altri invece al drappo di tessuto che circonda lo stemma. Infine, sullo sfondo sono visibili alcune nuvole e il profilo gigante di un cerchio bianco, probabilmente il sole o la luna, dietro la figura del Genio.
La Saletta Reale ferroviaria di Monza è, dunque, senza ombra di dubbio, una scoperta inaspettata che ci lascia senza fiato e, allo stesso tempo, che ci offre uno spunto di riflessione: pur provenendo da due realtà sociali del tutto differenti, sia per la coppia reale sia per noi pendolari del giorno d’oggi, la funzione della linea ferroviaria Monza-Milano è sempre la stessa, collegare il mondo della campagna con quello della città, la realtà rilassante e tranquilla delle nostre abitazioni con quella lavorativa, e viceversa.
E’ inoltre affascinante pensare che, mentre aspettiamo il treno, mentre siamo assorti dal traffico giornaliero dei pendolari che vanno e vengono con il loro passo frenetico, mentre l’annuncio di un ritardo o di un guasto sulla linea ferroviaria monopolizza la nostra concentrazione, proprio lì, a pochi passi da noi, circondata dal vociare e dal traffico, si nasconde silenziosa una bellezza d’altri tempi.
La bellezza raffinata di una Saletta che era solita ospitare personaggi nobili, elegantemente vestiti con gonne ampie, merletti, pizzi e cappelli, differenti da noi, odierni pendolari, ma che oggi, possiamo quasi esserne certi, si è abituata anche alla nostra presenza.
Il 29 luglio 1900 Umberto I venne assassinato, proprio mentre si trovava a Monza ed è dalla Saletta Reale che il suo feretro partì per tornare a Roma.
Da allora i Savoia abbandonarono la città e la Villa Reale. Iniziarono, così, gli anni bui e di decadenza anche per la Saletta Reale della stazione di Monza diventando un magazzino prima, un ristorante e un deposito poi. Si degradò progressivamente a causa d’infiltrazioni d’acqua piovana, per colpa di un vecchio impianto di riscaldamento e di numerose ridipinture.
Con il passare degli anni se ne persero completamente le tracce, finchè nel 2000 ritornò alla luce per riacquistare quello che oggi, e da tempo ormai, è il suo ruolo: un luogo che ospita esposizioni artistiche e culturali.
La Saletta Reale della stazione di Monza ha saputo superare dei momenti di “abbandono” e di oblio, per tornare a adempiere il compito assegnatole dal destino: accogliere la storia e preservarla.
Francesca Motta