A Lariofiere di Erba RistorExpo, aperto fino al 24 febbraio, dedica come sempre un’ampia sezione alla realtà vinicola nazionale ed europea. “L’intento di valorizzare ulteriormente questo comparto – spiega Giovanni Ciceri, Ideatore e curatore di Ristorexpo – è sottolineato dalla creazione del titolo Winexpo, slogan di un subtheme a cui viene dedicata un’intera sala per le degustazioni. La partecipazione di due Consorzi di prestigio, come il Consorzio di Tutela Vini di Valtellina e quello IGT Terre Lariane, partners della manifestazione, assicura la qualità espositiva di un Salone che da sempre punta all’eccellenza”.
Il percorso di Winexpo si snoda tra Le Osterie di SlowCooking, dove ai prestigiosi vini della Valtellina si accompagnano piatti della tradizione territoriale nostrana, toccando punte espressive nelle degustazioni e negli aperitivi a disposizione nei quattro giorni; un Focus sui Vini della Valtellina porta i giornalisti Giacomo Mojoli, Guida Vini d’Italia Gambero Rosso, e Paolo Camozzi, Guida Slow Wine, a discutere di un terroir dalle grandissime potenzialità così vicino alla realtà locale del Salone.
Anche l’AIS, Associazione Italiana Sommelier, e l’ONAV, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino, rinnovano la propria partecipazione alla Mostra, proponendo motivate degustazioni di ispirazione formativa: obiettivo valorizzare tra operatori e giovani la cultura del gusto enologico, un senso naturalmente presente in ciascuno ma affinabile attraverso esercizi e corsi appositi. È a questo principio che si ispirano i due appuntamenti proposti da ONAV nello spazio Forum della Kermesse, il primo dedicato ai prodotti piemontesi più apprezzati, dal titolo “Langhe e Roero a confronto”, il secondo ispirato ad una realtà meno conosciuta ma non meno importante, quella dei vini dei Colli Tortonesi.
Sono numerosissimi gli espositori coinvolti dall’iniziativa, provenienti da tutta Italia e dagli altri Paesi produttori europei, pronti a mettere in mostra le proprie eccellenze nei padiglioni di Ristorexpo. Tutte realtà di livello ben conosciute nei territori di riferimento, tra cui sembra doveroso citare le piemontesi Sottimano e Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Gresy (rappresentate entrambe da Casartelli), che con i propri prodotti d’eccellenza hanno raggiunto la top 50 nella quarta edizione del BIWA, il Best Italian Wine Award. I loro Currà Barbaresco DOCG 2011 e Camp Gros Martinega Barbaresco DOCG 2010 hanno incantato e stupito la giuria, riempiendo i sensi e recando aromi di terre da sempre segnate dalle radici dei tralci.
Ristorexpo si avvale anche di alcune collaborazioni importanti per dare risalto al mondo dei drink, composito e variegato, durante i quattro giorni intitolati all’Anarchia Enogastronomica.
La Campary Academy propone un programma altamente qualificato incentrato sul mondo del bartending e del bar management, rivolgendosi sia ai professionisti che agli appassionati del settore. Lo scopo è mostrare gli strumenti migliori per conoscere, apprendere e sperimentare il “bere bene” filtrato attraverso la lente rossa propria del famoso bitter.
A dare un tocco di ufficialità interviene poi Abi professional, l’associazione dei barmen italiani, che attraverso i suoi Master svela i segreti di tre dei più utilizzati ingredienti nei cocktail di tutto il mondo; gin, rum e whisky vengono approfonditi nei loro tratti distintivi attraverso un’analisi delle qualità organolettiche e dei possibili accostamenti, senza dimenticarne la storia e la tradizione.
E se di storia si parla, non si può non citare la lezione di Luca Picchi, il famoso bartender del Caffè Rivoire a Firenze. Da sempre appassionato di Negroni, negli anni ha raccolto tutto ciò che con il blasonato cocktail ha a che fare, dalle diverse ricette alla vicenda delle sue oscure origini. A Ristorexpo esibisce la propria esperienza in due diversi appuntamenti, una Masterclass sulle sue sperimentazioni a base di Negroni e una presentazione della sua ultima fatica, il libro “Negroni cocktail”, in cui ripercorre le orme del poco conosciuto Conte Camillo Negroni.
A chiudere l’indagine sul “Caso Cocktail” interviene il Botanical Club di Milano, la prima microdistilleria di gin nostrana abbinata ad un bistrot di cucina raffinata e ricercata. La Scuola di Cucina che lo vede protagonista si prepara a stupire con i suoi blend originali e con l’esperienza fermentata in un alambicco di 150 litri, protagonista indiscusso del locale milanese.