In quel di Gerno di Lesmo in una fredda serata di questo aprile umido, quasi invernale, calano le truppe cammellate di Enrico IV. Ad onor del vero gli ‘Enrichi’ della storia si sprecano, da quello di Franconia al grande di Francia, primo della borbonica dinastia; poi ce n’era uno di Castiglia e un altro famoso d’Inghilterra. Senza dimenticare la versione pirandelliana del primo, tra le opere migliori del grande drammaturgo siciliano. Insomma, Enrico famosi come se piovesse, quarti in ordine a frotte.
Il nostro Enrico fa Radaelli di cognome, brianzolo e interista doc, non regnante, ma indubbiamente capace di regnare o quanto meno di mettere insieme truppe idonee a combattere per portare al potere i suoi protetti. IV perché le sue ‘vite’ pubbliche, che a memoria ricordiamo, sono almeno quattro: da imprenditore a presidente agli Amici dell’Autodromo e del Parco, da consigliere dell’Automobile Club di Milano a presidente dell’immobiliare della stessa con Carlo Valli prima, con Ivan Capelli poi, adesso al fianco del vice presidente Geronimo La Russa, nella nuova lista Territorio e Sport per l’imminente rinnovo del direttivo dell’ ACI Milano (si vota il 28 giugno direttamente in sede) presentata in anteprima proprio ieri sera al ristorante Eatmosfera di Lesmo. Negli ultimi anni l’Enrico nostro ha contato abbastanza come consigliere in ACM e in SIAS, la società emanazione dell’ACM che dal 1922 gestisce l’Autodromo Nazionale di Monza, oggi Eni Circuit.
Lui è indubbiamente capace di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, affiancandosi all’uomo giusto, anzi, prendendo per mano l’uomo ritenuto giusto in quel momento. Non sempre ci azzecca del tutto, ma qualche uscita di pista ci sta. Come nel 2014 quando suonò il campanello di Assomonza per chiedere sostegno spingendo il presidente degli industriali briantei Andrea Dell’Orto alla presidenza della SIAS con Francesco Ferri alla direzione dell’autodromo. Accoppiata cassata in fretta per motivi già scritti e ripetuti, che in questa sede non è il caso di rivangare (se volete andate a rileggervi alcuni nostri articoli). Un anno fa di questi tempi, l’allora presidente della SIAS Pierlorenzo Zanchi, venne giubilato grazie al suo autovoto che fece discutere non poco, dopo che lo stesso Zanchi era stato quasi supplicato per fare il presidente mentre era in corso la bufera del post Dell’Orto.
Se vogliamo andare indietro nel tempo, pure la scelta di Carlo Valli propriamente felice non fu. Rimane impressa nella nostra memoria la figura barbina che l’industriale di Renate fece fare a tutto il “brand Brianza” quando davanti agli inviati di Report di RAI 3, che lo pressavano per chiedergli conto di varie questioni non proprio nobili venute alla ribalta nella sede AC di corso Venezia, se ne uscì con l’infelice battuta del cervello che andava “in fusella” (con quel tipico modo di dire da vecchio indigeno che sta a significare la testa che fonde davanti a troppe cose). Con l’unica scusante di essere li da poco. Portato da chi? Come? E che ve lo diciamo a fare! E il seguito purtroppo non è stato migliore e chi è un poco addentro alle faccende dell’autodromo conosce bene i tristi eventi che hanno trascinato l’impianto nelle mani di AC Italia, rischiando di farci perdere pure il Gran Premio.
Insomma, per farla breve, Enrico, in versione IV (e forse pure V) si ripresenta e lo fa al fianco del giovane intraprendente Geronimo La Russa, figlio di tale padre (vice presidente ACM, già sotto la presidenza Valli, diciamolo) con l’avvocato Pietro Meda, consigliere uscente, fratello del più noto Guido voce della MotoGp, e il commissario di pista Paolo Longoni, pure lui figlio d’arte, che ha già fatto parte del consiglio SIAS.
Radaelli, La Russa (impedito a presentarsi nel 2014 per un buco temporale nel tesseramento e poi recuperato) e Meda erano al fianco di Ivan Capelli quattro anni fa quando all’Hotel de la Ville di Monza venne presentata la lista Sport e Rinnovamento. Onestamente di sport ne abbiamo visto ben poco e di rinnovamento men che meno. Di peggioramento tanto, tantissimo, su tutti i fronti, primo fra tutti la proprietà dell’impianto, passata nelle mani di Roma al 75%. Grazie ad ACI è stato salvato il Gran Premio d’Italia di F1, altrimenti a quest’ora Monza non esisteva più.
Per sgombrare il campo da ogni interpretazione di parte, non plaudiamo certo l’operato di Capelli, che, per quanto ci riguarda, non merita la sufficienza. D’altro canto però la squadra era quella, i problemi pregressi tanti ed i miracoli non di questa terra. Qualcuno forse non l’ha ben consigliato o forse lui non ha ascoltato, o ha preferito non ascoltare, tenuto conto anche del suo ruolo di vice presidente di AC Italia. Ci interessa poco. Contano i fatti. Monza arranca perché non è stata capace di adeguarsi ai tempi e ai cambiamenti del motorsport.
Ora siamo alla resa dei conti. Radaelli, La Russa e Meda, che dicono di averlo più volte “imbeccato” sul da farsi senza successo, hanno mollato il vecchio amico Ivan per mettere insieme la propria lista Territorio e Sport, presentata ieri sera con tanto di buon buffet, nella quale, come dicevamo, compare anche Longoni figlio, personaggio molto conosciuto sulle piste tra i marshall.
L’agguerrito quartetto, con l’aggiunta dello “special” Pierfrancesco Gallizzi, comunicatore, iscritto all’Ordine dei Giornalisti, andrà contro Il presidente uscente Ivan Capelli, il vice presidente Marco Coldani, Simonpaolo Buongiardino (già vicepresidente ACM ai tempi di Valli) e Massimo Percivale, commissario, poco noto ai più, messo lì forse per bilanciare la presenza di Longoni. Tra i cosiddetti “special”, ovvero quelli che hanno diritto al voto per facoltà data da tessera assicurativa convenzionata SARA, figura anche Luca Ronzoni, che faceva parte della lista uscita sconfitta quattro anni fa. Forse ci sarà un terzo special, e magari pure una terza lista dell’ultimo minuto, ma lo scopriremo solo nel momento ultimo della presentazione, ovvero domani.
Il tutto per “far contare di più quel 25% che rimane nelle mani di ACI Milano“, com’è stato detto in sede di presentazione. Poca roba ormai per far cambiare le cose. Intanto ieri sera Enrico nostro, per il quale quest’inverno eravamo stati in sincera apprensione per ragioni collegate al suo cuore, è stato capace di convocare tanti amici al ristorante Eatmosfera. Ci dicono molti di più di quanti sono stati in grado di smuovere ad oggi Capelli e soci. Vuoi vedere che vien buona anche la versione IV o meglio V dell’Enrico? al quale auguriamo sempre il meglio, magari ascoltando qualche volta gli amici (anche i suoi vecchi dell’Associazione) per non trovarsi poi in difficoltà con personaggi in cerca d’autore come molte volte in passato è accaduto. Geronimo ha il nome giusto per fare il capo. Ivan non è il Terribile che forse ci voleva. Noi, cercando di rispettare la deotologia professionale, non tifiamo per nessuno, o meglio, tifiamo sempre per la nostra Monza.
Carlo Gaeta