Cervo a Primavera è una delle più conosciute hit del grande Riccardo Cocciante. “Io rinascerò cervo a primavera oppure diverrò gabbiano da scogliera, senza più niente da scordare senza domande più da fare…” recita un celebre passaggio del poetico testo.
Invece dalle parti di Vimercate di domande in questi giorni se ne fanno tante, perché, dopo i cinghiali, le volpi e altri animali di cui si è quasi persa la conoscenza, ad Oreno, nella zona dello stabilimento Pagani, lungo la provinciale che porta dalla tangenziale Est di Vimercate a Arcore e Villasanta, è stato avvistato un grosso cervo.
Già lo scorso anno, a fine aprile, nelle vicinanze di via Giusti una donna, che tornando a casa con una amica la sera tardi, alla rotonda di Oreno, in via Rota, aveva avvistato un grosso animale quadrupede in mezzo alla strada e lo aveva seguito in auto e filmato. Anche allora si era detto che era un cervo, forse un capriolo di grandi dimensioni. (Il filmatino in questione è rintracciabile su YouTube)
Quello odierno, stando alle foto i tecnici del Comune e del servizio veterinario, dovrebbe trattarsi di un esemplare maschio adulto del peso di circa 200 chili. Anche se questi animali hanno paura dell’uomo (di solito davanti ad una figura umana scappano), il Comune di Vimercate ha emanato un comunicato in cui si legge testualmente: “Se lo si avvista si consiglia vivamente di NON AVVICINARLO. L’animale potrebbe essere impaurito (probabilmente si è smarrito) e diventare quindi aggressivo. Necessario invece chiamare i Carabinieri al numero di emergenza 112 oppure il numero verde della Polizia Locale 800.348.348″.
Insomma, state lontani dalle corna del cervo sperduto e certamente impaurito, mentre stanno cercando di rintracciarlo e catturarlo. Nella speranza che qualche cacciatore della zona non pensi di trasformarlo in un brasato, con tanto di buon vino rosso in accompagnamento.
Sarebbe interessante però capire da quali montagne e come mai il cervo è sceso a così bassa quota, salvo che sia fuggito da qualche allevamento e da qualche giardino dove era tenuto in cattività. Ed ancora, se è solo un caso isolato o al contrario, come è avvenuto per i cinghiali, è questo un campanello d’allarme che deve preoccupare soprattutto le autorità regionali competenti.
Pierfranco Redaelli