Ville, Dimore storiche

Reggia di Monza, visita alla Spa delle sovrane


Villa Reale bagno delle regineAnche le regine si facevano il bagno e avevano la loro personale Spa, le piccole terme, dove coccolarsi e stare in relax. Sembra scontato, ma non è proprio così visto che, soprattutto nel ‘700, si lavavano ben poco e s’inondavano di profumi per mascherare olezzi inimmaginabili ai tempi nostri.

Alla Reggia di Monza la sala da bagno con le relative salette annesse erano state scoperte nel seminterrato una quindicina di anni fa dall’architetto Bruno Lattuada nel corso di lavori di restauro portati avanti dal Comune sotto la supervisione dell’allora Soprintendente Marina Rosa. Li era stato creato uno spazio per i nuovi depositi dei Musei Civici, dove ricoverare i numerosi quadri presenti nella pinacoteca e parcheggiati nella disastrata ala nord della Villa. Il tempo è poi trascorso inesorabile fino all’ultima ristrutturazione e così quegli spazi sono rimasti quasi dimenticati. Oggi il Consorzio Villa Reale e Parco, in collaborazione con il Centro Documentazione Residenze Reali lombarde, ha deciso di aprirli al pubblico (per il momento in via sperimentale) dopo i necessari lavori di adeguamento alle norme di sicurezza.

L’apertura del “Bagno della viceregina” (in riferimento ad Amalia di Baviera) avverrà in due giornate l’11 e il 25 novembre dalle ore 18 per quattro visite a giornata che vanno necessariamente prenotate per tempo (telefonando al 340.5830650 oppure scrivendo a info@residenzerealilombarde.it) perché verranno ammesse le prime 15 persone per ogni visita, tenuto conto che gli spazi visitabili non sono tanto ampi. Costo 10 euro; ben spesi, vista l’assoluta “chicca”.

Da sinistra nella foto: l’arch. Debora Lo Conte, il direttore del Consorzio Villa Reale Lorenzo Lamperti, il presidente del CDRR Marina Rosa, l’Arch. Bruno Lattuada, Corrado Beretta del Consorzio

Marina Rosa, allora funzionario della Soprintendenza e oggi presidente del Centro Documentazione Residenze Reali lombarde, ricorda con soddisfazione e una certa nostalgia ed emozione il momento dell’importante ritrovamento che ha permesso anche di raccontare nuove storie sullo storico dimora monzese.

“Allora ero responsabile della direzione artistica dei lavori di recupero – ricorda Marina Rosa molto legata alla Reggia di Monza -. Mentre venivano effettuate le opere prevista dal Comune, sollevando il vecchio pavimento impregnato di umidità, venne alla luce una sorta di doppio piano. Con l’architetto Lattuada abbiamo deciso di scavare e nel contempo di andare a guardare meglio nei documenti storici. Alla fine è venuta fuori la storia di questi particolari locali, una storia molto importante nata proprio con la Villa Reale”.

Si tratta degli ambienti destinati dal 1777 al 1895 a funzioni legate al benessere personale e al relax delle varie sovrane che hanno abitato la Villa. Per raggiungere il locale bagno, dove la protagonista principale era certamente una bella vasca, si scendeva dal piano superiore, dove c’erano le stanze private della regina, attraverso una scala oggi non proprio agevole, ma un tempo, ci dicono, più ampia, realizzata in doppia rampa con gradini in beola. Entriamo così in una sorta di piccola abside affrescata con due stanzette ai lati. Durante i lavori è stata rinvenuto un anfratto dal quale, attraverso una griglia, usciva il calore prodotto da un impianto di riscaldamento posto proprio dietro il muro dell’abside. Una camera d’aria fra i due muri eliminava l’umidità e manteneva il calore all’interno della sala.

Il locale, opera del Piermarini, insigne architetto costruttore della Reggia, venne realizzato per Maria Beatrice d’Este e abbandonato definitivamente a fine ‘800 da Margherita, che trasferì il bagno al piano superiore, accanto alla camera da letto. Al piano sotto fece montare un armadio in legno, quasi a ferro di cavallo, dove conservare i vestiti di lana, tarme permettendo. I locali sono diventati poi dei ripostigli per le Biennali e le Triennali d’Arte, e forse pure per la Mostra dell’Arredamento, che hanno invaso la Villa nell’ultimo secolo lasciando tracce non sempre belle.

Villa Reale, bagno delle regine particolare della volta

“Prima del Duemila avevamo ritrovato anche l’armadio a ferro di cavallo smontato. – aggiunge Marina Rosa – Abbiamo provato a montarlo, ma non corrispondevano più le altezze: non immaginavamo che il locale fosse in origine più basso di oltre mezzo metro. L’armadio c’è ancora ma non possiamo ricollocato perché l’ambiente ormai tornato all’originale del 1777. La decorazione però non è più quella degli Asburgo, ma del periodo napoleonico, con un cielo e uccelli sulla volta. Sullo sfondo della nicchia, dove era posizionata la vasca, campeggiano una testa di Medusa e due sirenette. La testa di Medusa richiama quella del pavimento al piano superiore”.

In origine c’era una vasca di rame, fatta dorare da Margherita, cui arrivava l’aria calda dalla stufa posta nel retro. Di lato alla stanza da bagno c’era un ambiente per rilassarsi, con letti con quattro materassi di prima classe, alcuni divanetto e i famosi tavoli del Maggiolini. Nel 1872 Margherita fece acquistare una vasca in marmo di Carrara, che poi fece trasportare al piano sopra, quando il bagno fu messo di fianco alla camera da letto.

Villa Reale bagno delle regine volta affrescata

Villa Reale, bagno delle regine volta affrescata con la testa di Medusa e le sirenette 

“Nel 2001 siamo intervenuti per portare sotto il pavimento le tubazioni e garantire condizioni termiche e igrometriche ideali per i quadri dei Musei Civici – ricorda l’architetto Bruno Lattuada del Comune di Monza -. Ci siamo così imbattuti in un vespaio e abbiamo scoperto che sotto ce n’era un altro. Negli anni Sessanta il nuovo vespaio è stato sovrapposto a quello originario per combattere l’umidità. L’abbiamo rimosso e abbiamo trovato i materiali originari”.

L’ambiente è stato restaurato tenendo conto delle decorazioni fatte in epoca napoleonica. E’ stato anche mantenuto un campione del muro originario con i sistema a camera d’aria inventato per combattere la “mostruosa umidità”, come a  metà Ottocento l’aveva definita l’architetto Tazzini, che continuava a sollecitare interventi.

Al fianco di questa novità assoluta Lorenzo Lamperti, direttore del Consorzio della Villa, ne annuncia già altre che verranno presto presentate, come il recupero della chiesa e del teatrino di corte.

Visite della durata di un’ora l’11 e il 25 novembre dalle 18 alle 21 in compagnia dell’architetto Debora Lo Conte. Prenotazione obbligatoria (340.5830650 oppure info@residenzerealilombarde.it): i gruppi non possono superare le 15 persone. Biglietto 10 euro.

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