Ci siamo impegnati fin dall’inizio della nostra piccola storia editoriale a riportare soltanto notizie belle e buone. Solo fatti positivi e mai le vicende brutte che purtroppo accadono e quotidianamente ci colpiscono; questo non per mascherare la realtà ma per tentare di dare una fotografia diversa del nostro territorio, per portare alla ribalta le tante eccellenze che operano con successo, spesso in silenzio, ottenendo ben poco riscontro sulle colonne della grande stampa, destinate per lo più alla cronaca politica, nera, giudiziaria e ultimamente pure al becero pettegolezzo.
Perseguendo questa idea, nella nostra quotidiana ricerca di notizie diverse, socialmente utili, abbiamo scoperto una di quelle storie che è bello raccontare, anche se il prologo ci crea non poca tristezza. Perché l’inizio di questo bel racconto ha a che fare con un bimbo che vola via tra le nuvole, colpito da una maledetta forma di leucemia mieloide acuta. Il piccolo Luca se ne va ma il padre Andrea non si lascia vincere dal dolore, dalla sconfitta, dal vuoto della perdita. Non chiude il suo cuore davanti alla tragedia, bensì lo apre e si mette a disposizione degli altri. Prende ad esempio il sorriso, il coraggio e la determinazione di Luca. Sposa quella che definisce la “filosofia di Luca”. Cerca il sentiero giusto, la luce fuori dal tunnel, per dare una risposta a ciò che non ha logica, ad un evento che potrebbe apparire solo come una divina ingiustizia. E proprio aprendo il cuore e cercando questa risposta, inizia quattro anni fa a percorrere una strada lungo la quale trova tanti amici.
Nasce così l’associazione benefica onlus “Quelli che… con Luca” che ha la sua sede legale a Saronno ma opera a Monza e in Brianza con uno slogan ben chiaro “Per combattere la leucemia ci vuole cuore”. Ma il cuore, pur grande, da solo non può bastare, ci vogliono anche tanti fondi per la ricerca, per trovare quella cura che può essere utile per tanti altri bambini che soffrono. Si pensa alla terapia molecolare, sulla base di una nuova metodologia americana. A Monza per portare avanti l’ambizioso progetto si lavora presso i laboratori Tettamanti e Verri. Ci vogliono però degli strumenti idonei e così nel 2012 viene acquistato un citofluorimetro e l’anno dopo un nucleoflector. Queste due modernissime apparecchiature hanno bisogno di una casa che sarà “la Stanza di Luca”, unica in Italia nel suo genere all’interno della quale, l’equipe diretta dal prof. Ettore Biagi, insieme alla dottoressa Sarah Tettamanti, biologa, “adottata” dall’associazione nel 2014, potranno produrre le cellule killer e proseguire lo sviluppo della terapia molecolare.
“La stanza di Luca, autorizzata nell’aprile scorso, sarà operativa tra un paio di settimane – dice raggiante Andrea Ciccioni, padre di Luca – Dal 2011 ad oggi abbiamo raccolto i fondi per acquistare i macchinari, adottare la nostra biologa e aprire l’unità operativa monzese, perché vogliamo cambiare la vita di tanti Luca”.
Per continuare a raccogliere fondi, per il terzo anno consecutivo, è stata organizzata una gara di golf benefica che si è tenuta il 16 giugno scorso presso il Golf Club di Milano nel Parco di Monza; evento curato da Laura Tirassa e da Barbara Bosisio di 2B Events il cui incasso è stato devoluto interamente all’associazione.
Tanti gli autorevoli coinvolgimenti tra cui quelli dei Ferrari Club di Erba e Vedano al Lambro perché il piccolo Luca aveva due grandi passioni: la Ferrari e Valentino Rossi. Numerosi gli sponsor della “non competitiva” che hanno messo in palio i premi della ricca lotteria che ha permesso di raccogliere più di 6000 euro, consegnati ufficialmente dal dottor Paolo Tagliabue, noto pediatra monzese, membro della commissione sportiva del Golf Club Milano, insieme al direttore dell’impianto golfistico del Parco Roberto Carità.
“Percepisco davvero tanto entusiasmo e cuore intorno a questo nostro progetto – dice soddisfatto il prof. Ettore Biagi – Un entusiasmo che contagia e che è diventato motore di tutta la nostra equipe. Siamo la prima struttura ad aver precorso i tempi in Italia, stravolgendo letteralmente il modo di operare in questo particolare e delicato campo. Miriamo le cellule malate e lasciamo intatte quelle sane, evitando i forti traumi fisici che vengono provocati dalla chemioterapia. Oggi abbiamo una moderna struttura, un’equipe di medici ricercatori, un protocollo clinico di riferimento e i finanziamenti per poter continuare a lavorare. La strada è lunga ma è quella buona”.
Soddisfazione viene espressa anche da Marco Spinelli, uno dei medici dell’equipe: “A Monza stiamo facendo passi da gigante, lavorando con entusiasmo e passione per dare una concreta risposta alla leucemia del bambino, ma anche ad altre forme di tumore”.
“Per me è un onore essere stata “adottata” da questa associazione – afferma la giovane biologa Sarah Tettamanti – ed è bello vedere tanta gente impegnata verso un unico obiettivo che rimane quello della guarigione. Passo dopo passo, vogliamo arrivare al risultato finale con una ricerca che non si ferma. Il percorso è lungo ma garantito dal nostro quotidiano impegno e anche dall’inserimento nella nostra squadra di studentesse e ricercatrici”.
Pioveva di brutto il giorno 16 su tutta la Brianza, ma dalle parti del golf club monzese si è potuto giocare senza problemi e portare a termine la gara nel nome di Luca. Papà Andrea e gli organizzatori non hanno dubbi sul perché si sia potuto giocare evitando il diluvio: qualcuno da lassù ci ha messo una manina.
Carlo Gaeta
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