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PIERO SALVATORI, Flyaway tra musica e anima


Piero Salvatori al pianoforte

La nostra continua ricerca del bello questa volta ci ha portato a Milano, alla MAC laVerdi, per presentazione di Flyaway, l’album del violoncellista e pianista Piero Salvatori, prodotto da Sony, uscito il 25 marzo scorso. Salvatori, musicista virtuoso, propone un repertorio completamente inedito per pianoforte, violoncello ed elettronica, con 16 tracce, ognuna delle quali legata a qualcosa di particolare e significativo per l’artista.

Piero Salvatori non lascia nulla al caso e scrive i suoi pezzi abbandonandosi all’ispirazione che arriva dagli eventi della sua vita, facendo si che la sua passione fluisca e scorra fino a richiamare a sé le note che sanno raccontare: è un piacere sentirlo suonare, guardarlo abbracciare il violoncello ad occhi chiusi, come in un potente atto d’amore, per poi vederlo correre dopo un attimo alla tastiera del pianoforte e ancora darsi, in un crescendo unico. Ad accompagnare la sua musica ed i suoi passaggi strumentali, l’uso dell’elettronica che rafforza l’atmosfera e induce lo spettatore, già rapito, ad immergersi completamente nelle visioni e nel mondo dell’artista. Tutto questo ritroviamo in Flyaway, un lavoro trascinante e avvolgente.

 Piero Salvatori al violoncello Piero passa dal violoncello al pianoforte come chi attraversa le stanze della sua casa, con quella familiarità carica di storia e amore. A portarlo all’oggi è l’inizio in una famiglia semplice di Caprarola, un paesino vicino a Viterbo: la madre Agnese, maestra elementare, ed il padre Claudio, professore, con una forte passione per la musica. E’ proprio lui ad iniziare Piero ed i suoi due fratelli, anch’essi musicisti professionisti, allo studio della musica. Per Piero inizialmente il pianoforte ed in seguito il violoncello, mai più abbandonato.

“Ricordo l’entusiasmo di mio padre quando un giorno, tornando da Viterbo, disse a mia madre “Agnese ma lo sai che a Viterbo hanno aperto una scuola musicale? Perché non gli facciamo studiare musica?” e gli brillavano gli occhi…voglio davvero bene ai miei genitori” racconta Piero con forte emozione.

E così, da Caprarola, dov’è nato nel ’69, Piero inizia il suo percorso fino a volare sui palchi di Milano, con i suoi convincenti sold out e le numerosissime collaborazioni con artisti di grande rilievo come Gino Paoli, Ornella Vanoni, Renato Zero, Ron, Sergio Cammariere, Loredana Berté, Lucio Dalla, Claudio Baglioni, solo per citarne alcuni. Una lista già molto lunga e, a detta di tutti, destinata a crescere nel tempo.

“Ci incontrammo nel settembre/ottobre2014 e diventammo subito amici. Ricordo che in quel periodo stavamo organizzando la mostra di un artista e Piero disse “mi piacerebbe suonare all’inaugurazione”. Io ero un po’ titubante inizialmente ma Piero venne lì a provare, mentre allestivamo, e creò una magia. All’inaugurazione mio padre piangeva dalla commozione ed i miei figli, sia i grandi che i piccoli, erano davvero affascinati. La sua musica è davvero qualcosa di magico” racconta Gianni Maimeri, presidente della Fondazione Maimeri, che ha il grande merito di aver scoperto e di aver portato sotto i riflettori Piero Salvatori.

E da quel momento è stata una corsa verso collaborazioni sempre degne di nota, concerti, eventi importanti fino a giungere al traguardo discografico ambito da molti e segnato dall’incontro con Sony Classical & Jazz Italia ed il suo direttore, Luciano Rebeggiani, che di Piero ci racconta: “Quando mise le mani sul pianoforte rimasi veramente toccato, e devo dire che purtroppo il mio mestiere mi ha tolto molta fascinazione della musica, ma rimasi colpito. Piero ha una facilità di scrittura magnifica, ha un senso del ritmo dentro la sua musica che lo fa un magnifico interprete dei suoni della città di oggi. Credo che la musica di Piero non avrebbe potuto nascere se non a Milano. Un’altra cosa molto importante è il colore, un colore denso, vibrante, molto affascinante. Lega tutto questo una grandissima emozione ed è per questo che è nato Flyaway”.

Piero Salvatori la copertina del suo lavoro Flyaway

Piero Salvatori la copertina del suo lavoro Flyaway

“La descriverei come musica dell’anima. Io reputo tutta l’arte un antidoto alla violenza imperante, alle barbarie che ci circondano” aggiunge Alfredo Rapetti Mogol, ormai amico di Piero Salvatori.

Piero Salvatori con la sua musica regala emozioni uniche. Un musicista in grado di ‘arrivare’, così come si usa dire oggi nell’ambiente della musica e degli show musicali televisivi. E nei suoi live mette tutto se stesso, senza risparmiare l’anima. Ci basta guardare l’abbraccio tra Piero ed il suo violoncello: lì è chiusa tutta la passione che lo contraddistingue e che raggiunge il cuore di chi ascolta.

Elizabeth Gaeta

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