Ambiente, Green Event

Parco di Brenno, nella ex cava un laghetto per controllare le esondazioni

Brianza Acque

Parco di Brenno rendering ex cava

Ci sono giornate che meritano di essere definite “storiche” nell’ambito di un territorio e quella di venerdì 30 giugno 2017 è stata certamente una di queste grazie alla firma dell’accordo quadro per la vasca di laminazione del torrente Bevera (il più importante affluente del fiume Lambro) e il recupero ambientale delle aree estrattive nella miniera di Brenno e Baggero, il tutto al fine di prevenire ed evitare le esondazioni del Lambro, proteggendo quindi le popolazioni brianzole a valle. I lavori inizieranno entro fine anno.

Foto di gruppo dopo la firma, con tanto di bebè portafortuna

Foto di gruppo dopo la firma, con tanto di bebè portafortuna

Con la firma dell’accordo quadro, si conclude dopo nove anni di attesa (il primo protocollo risale al novembre 2008) una delle più importanti opere di prevenzione idraulica della Brianza. Attori dell’intesa, che avrà durata di 10 anni e comunque fino al termine delle operazioni di recupero ambientale del sito minerario, il Parco della Valle del Lambro con la Presidente Eleonora Frigerio, Regione Lombardia con l’Assessore Regionale Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo e Città Metropolitana, Viviana Beccalossi e direttore vicario del Dg Territorio Urbanistica Dario Fossati, il Comune di Costa Masnaga con il sindaco Sabina Panzeri e Lucio Greco, Amministratore unico di Holcim Italia Spa. Il tutto sotto gli occhi soddisfatti del vice presidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, che ha seguito fin dall’inizio l’iter burocratico che ha portato all’accordo quadro.

 La vasca di laminazione all’interno della Cava di Brenno (oggetto di profondi scavi a fossa per la raccolta di marna da cemento) non ha eguali nel mondo, perché rappresenta un caso unico di miniera già esistente che verrà utilizzata come bacino per la raccolta delle acque. La coltivazione mineraria con un approfondimento fino a una quota minima di circa 192 m slm nel lato orientale e fino a 200 m slm all’estremità sud-occidentale. Il progetto di recupero prevede interventi per la stabilizzazione dei fronti per rendere sicura tutta l’are dismessa, con la riprofilatura del fronte sud al di sotto della Torre di Brenno con scavi di abbassamento, la stabilizzazione della parte orientale del fronte meridionale con un consolidamento attivo del fronte, la protezione corticale mediante posa di reti di aderenza per evitare distacchi di strati.

Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i presenti a partire dalla Sindaca del Comune di Costa Masnaga, la neo mamma Sabina Panzeri: “Siamo davvero orgogliosi di mettere a disposizione della collettività una parte del nostro territorio per garantire la sicurezza e la serenità dei cittadini del Monzese e del Milanese. Il sito diverrà un parco pubblico, che, unito all’attuale Parco di Brenno, metterà a disposizione dei cittadini un’area verde di 300mila metro quadrati. Grazie agli accordi con la Holcim Italia SpA, proprietaria della ex cava, il Comune di Costa acquisirà beni immobili e terreni per un valore di 765mila euro, tra cui la “nostra” torre di Brenno, la grande cascina di Brenno alta con la prospiciente aia e i terreni circostanti, testimonianza storica della nostra vocazione agricola. Verranno ceduti anche il Parco di Brenno con lo chalet, 10mila mq nei pressi dell’ingresso alla pista ciclabile e saranno dati in uso al Comune per 50 anni i 350 mq del capannone situato all’entrata del parco. In accordo con il Parco regionale della Valle del Lambro effettueremo interventi che permetteranno di rendere il territorio sempre più vivibile, grazie alle compensazioni per opere ambientali e infrastrutturali avute da Regione Lombardia”.

Siamo quindi difronte ad una grande opera, che oltre a recuperare un “buco” nel cuore dell’area verde di Brenno, ne cambierà il volto con un’opera quantomai utile per tutta la Brianza.

“6,7 milioni di euro per realizzare un’opera di fondamentale importanza per tutelare i centri abitati della Valle del Lambro, che consentirà di deviare e stoccare le acque del Bevera che, in caso di piena finiranno nel bacino scavato nell’ex miniera. Con questo sistema verranno laminati fino a 1,4 milioni di metri cubi d’acqua per alleggerire la portata del Lambro e quindi tutelare tutti i Comuni del bacino fino a Monza e anche oltre” ha sottolineato l’Assessore Regionale al Territorio Viviana Beccalossi.

 IL PROGETTO – Per la realizzazione dell’opera è stato necessario acquisire al demanio l’intera superficie della miniera pari a poco più di 200 mila metri quadri. Dal punto di vista idraulico il nuovo invaso è in grado di accumulare oltre 1 milione di metri cubi, riducendo, in caso di piena, di due terzi, la portata che la Bevera di Molteno immette nel Lambro. L’importo complessivo del progetto è di 6 milioni 700 mila euro che comprende anche, il recupero ambientale dell’intera area della Cava, con la creazione di un nuovo parco fruibile alla popolazione, dove saranno realizzate nuove piste ciclabili e spazi verdi per i cittadini di 700 mila euro e compensazioni ambientali per 1 milione di euro. Un aspetto interessante del piano è che l’area potrà essere immediatamente utilizzata ai fini della sicurezza idraulica della Valle del Lambro, indipendentemente dallo stato di riempimento e recupero ambientale della miniera. Il progetto che vede il Parco come attuatore e successivamente come gestore della vasca di laminazione con il Drf (il Dipartimento di Riqualificazione Fluviale) diretto dell’Ing. Daniele Giuffrè, partirà con il cantiere già a fine anno e si concluderà in un anno e mezzo, verso la metà del 2019.

I BENEFICI – La Cava di Brenno è la terza tessera di un importante piano di prevenzione idraulica e di l’interventi strutturali di riduzione del rischio idrogeologico che riguarda l’intera asta del fiume brianzolo. Con il Cavo Diotti e l’area di laminazione di Inverigo, il Parco, va a completare le principali azioni previste dall’autorità di Bacino del Po per il fiume Lambro. L’intero complesso delle tre opere idrauliche, Brenno, Diotti e Inverigo, ammonta a 13,9 milioni di euro: per la sola cava di Costa Masnaga verranno realizzate strutture idrauliche per 2 milioni 180 mila euro. Per dare un metro di giudizio, i danni della sola alluvione del 2002, che con queste opere in funzione non si sarebbe verificata, hanno raggiunto la cifra di 35 milioni di euro.

Il momento della firma con da sinistra a destra nella foto: Fabrizio Sala, vice presidente Regione Lombardia, l'Assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi, la sindaca di Costa Masnaga Sabina Panzeri, la presidente del Parco Valle del Lambro Eleonora Frigerio

Il momento della firma con da sinistra a destra nella foto: Fabrizio Sala, vice Presidente Regione Lombardia, l’Assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi, la sindaca di Costa Masnaga Sabina Panzeri, la Presidente del Parco Valle del Lambro Eleonora Frigerio

«Oggi per il Parco Valle Lambro è una giornata storica. La firma di quest’accordo arriva dopo 9 anni di complicato lavoro e siamo felici di aver centrato un obiettivo di fondamentale importanza per la sicurezza di tutti i cittadini. Con la firma di oggi, diamo definitivamente il via al terzo e ultimo strumento di laminazione della Valle del Lambro e alla sua realizzazione potremo garantire la prevenzione di tutte le piene (salvo quella duecentennale). La soddisfazione è ancora più grande perché siamo riusciti a portare a termine le progettualità e gran parte della realizzazione delle opere dei tre strumenti idraulici nel nostro mandato. Sono stati cinque anni di intenso lavoro che hanno portato ad un risultato eccezionale. Devo ringraziare Regione Lombardia per la fiducia che ci ha dato e che ci dà,  tutti gli Enti che sono stati coinvolti nelle progettualità delle tre opere e soprattutto i Consiglieri e tutti i dipendenti del Parco che ringrazierò qui tutti insieme nella figura del nostro Ingegnere responsabile Daniele Giuffrè – ha spiegato Eleonora Frigerio, Presidente del Parco Regionale della Valle del Lambro – Il progetto è semplice. Il grande invaso che fino a pochi anni fa ospitava la Cava di Brenno, sarà utilizzato durante le perturbazioni, per convogliare temporaneamente le acque della piena del torrente Bevera, sottraendole così alla piena del Lambro. Passata l’emergenza, le acque verranno reimmesse nella Bevera, preparando così la vasca di laminazione per un nuovo impiego».

(servizio a cura di Carlo Gaeta con la collaborazione dell’Ufficio Stampa del Parco Valle del Lambro)

Parco di Brenno rendering ex cava 2

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