Dal 2005, da quando cioè è stata introdotta in Italia la Newslot, si è aperta la stagione del gioco pubblico automatico, un Nuovo Mercato, come viene indicato, mentre nel resto d’Europa si abbatteva, sul settore del coin-op, una crisi ancora oggi irrisolta. Il settore del gioco, in Italia, da oltre un decennio ha conosciuto un boom ed una crescita di lavoro e ricchezze che oggi, però, sembra quantomai lontano. A causa degli ultimi, discutibili provvedimenti in quanto a pressione fiscale, insostenibile difatti, disposizioni espulsive dei territori con conseguente obbligo di investire in nuovi apparecchi. Al centro di una crisi che ha fatto registrare un trend quantomai prima d’ora negativo per il settore del gioco pubblico in Italia. La domanda è: c’è una via d’uscita?
Va anzitutto detto che gli operatori stanno anche soffrendo il cambio di mentalità dei cittadini italiani, che stanno spostando il loro punto di vista sul gioco legale visto non più come fonte di intrattenimento ma come un elemento dannoso per il tessuto sociale ed economico del paese, senza capire la funzione strategica del settore per l’industria italiana e senza che allo stesso venga data concreta possibilità di fornire una spiegazione.
In Italia, da anni ormai, e soprattutto alla luce dei recenti provvedimenti dello Stato, non è stato più possibile intavolare una riflessione sul perché il gioco improvvisamente sia diventato il tallone d’Achille del paese e soprattutto il ‘decamerone’ di tutti i mali. Ed il futuro, per il settore, è quantomai incerto dato l’indebolimento al quale si sta assistendo. Il tutto mentre prolifera l’illegale, l’altro male del settore gioco in Italia, quello che va a contrastare chi invece assicura un servizio in maniera virtuosa e secondo la fedeltà fiscale imposta dal legislatore, molto spesso portando vantaggi in cambio di danni e percosse. Lo Stato, altresì, ha introdotto un aggiornamento dell’intero parco macchine che è solo un antipasto di quello scenario tragico ipotizzato per i prossimi mesi, e che seguirà l’introduzione delle slot machine AWP-R.
Il settore può sostenere queste trasformazioni? Di certo l’AWP-R può essere una pietra tombale per il settore, ma anche una pietra su cui erigere un nuovo futuro, quindi uno spartiacque tra vecchio e nuovo, ma in questo caso tutto dipenderà dal settore: se si accetterà in maniera passiva l’avvento dell’AWP-R, potrebbe verificarsi un inevitabile collasso; se, invece, l’industria saprà utilizzare la tecnologia intrinseca al nuovo prodotto, allora potrebbe verificarsi un nuovo inizio. Ad oggi, in tutto il territorio nazionale, aumentano le criticità per il settore e, in questo caso, la tecnologia può essere un buon solvente per aiutare tutta l’industria, con una serie di punti, quali la necessità di prevenzione delle dipendenze, la tutela dei minori e la salvaguardia della legalità, tutte soluzioni idonee alle AWP-R, grazie anche all’introduzione dell’alert quando si supera un certo limite di gioco o di puntata, oppure tramite il lancio di avvertenze sul rischio, o ancora tramite l’inserimento della tessera sanitaria, strumento necessario per giocare.
Sarà la soluzione ai problemi? Non proprio, ma almeno le istituzioni, dalle Regioni ai Comuni, potranno tastare con mano le potenzialità di un nuovo strumento e potranno dunque aprire ad un nuovo approccio con le problematiche legate al gioco che, perché no, potrebbe portare anche al superamento dell’ormai celebre proibizionismo e di tutte le sterili ostruzioni create ad hoc per il settore ma che spesso non fanno che bloccare il gioco legale in favore di quello illegale. Un auspicio razionale per tutto il settore ma l’introduzione delle AWP-R, senza una revisione delle attuali politiche restrizioniste, porterebbe un ulteriore problema. Si tratta, per il settore, di un’ultima spiaggia. Ma aumenta, stavolta davvero, il rischio di trovarsi di fronte ad uno storico paradosso, che sarebbe quello del totale sterminio di un intero settore imprenditoriale.