La natura non discrimina niente e nessuno. Non conosce il disprezzo per chi ha bisogno di aiuto e di sostegno per poter sopravvivere.
La natura accetta, incondizionatamente.
Senza se e senza ma. La natura non giudica.
E quindi, ancora una volta, la natura ci insegna. Continua a farlo anche se noi umani non ne recepiamo i messaggi. Anche se gli uomini voltano le spalle ai suoi insegnamenti.
La natura non perde la speranza. Nemmeno con noi.
E ancora una volta, l’esempio meraviglioso fornito dal regno animale e vegetale arriva dal più prestigioso concorso di fotografia naturalistica a livello internazionale: il Wildlife Photographer of the Year.
Oltre al vincitore vero e proprio del concorso, a stupire è anche il vincitore della categoria 11-14 anni. Il giovane fotografo americano Sam Sloss, infatti, immortalando un pesce pagliaccio nelle acque dell’oceano indonesiano, ha catturato per sempre in un fermo immagine uno dei principi fondamentali della vita.
La condivisione. L’altruismo.
La stupefacente fotografia, più che meritevolmente premiata al celebre concorso, ritrae un simpatico pesce pagliaccio con gli occhi spalancati davanti all’obiettivo…sembrerebbe più per curiosità che per timore. Il piccolo e vivace esemplare è stato sorpreso nel suo habitat naturale per eccellenza, quello che tutti ormai, grandi e piccini, abbiamo imparato a conoscere come “la casa del pesce pagliaccio” grazie al famosissimo cartone animato “Alla Ricerca di Nemo”: l’anemone.
E non è tutto. La meravigliosa immagine scattata dal giovane Sam Sloss diventa ancora più spettacolare e sorprendente quando ci accorgiamo che il protagonista della fotografia, il nostro simpatico pesce pagliaccio, ha la bocca leggermente più aperta del normale e al suo interno…ecco sbucare altri due occhietti vivaci e all’erta, quelli del piccolo pesciolino diafano che ha trovato rifugio nella sua bocca.
Un solo scatto e il racconto dell’essenza della vita viene immortalato per sempre.
Questa fotografia potrebbe benissimo essere raccontata sotto forma di poesia. Versi dolci e armoniosi che ci parlano dell’importanza di condividere l’esistenza per poter sopravvivere. Il mutuo soccorso come unica inscalfibile arma per contrastare la desolazione e per preservarci il più a lungo possibile su questa terra.
Nessuno può farcela da solo.
L’esuberante pesce pagliaccio nuota tra le braccia avvolgenti e serpeggianti del suo anemone, ormai insensibile al tipico effetto urticante della pianta acquatica. La sua casa, il luogo sicuro in cui proteggersi dai pesci più grossi e predatori, il nido accogliente in cui deporre le proprie uova. Un vero e proprio essere vivente da poter chiamare “casa”.
E l’accogliente anemone? A sua volta ha bisogno del simpatico pesciolino arancione per non sentirsi solo…vuoto. Per non sentirsi proprio come una casa deserta, dove il pavimento è spoglio e le cui pareti fanno rimbalzare l’eco della solitudine da una stanza all’altra. Quel zigzagare veloce e furtivo, felice e giocoso, del pesce pagliaccio anima il suo anemone. Che grazie alla presenza del piccolo esserino striato di bianco sulle squame che sembrano riflettere e aver assunto il colore del sole, ha ora un’anima. L’anima dell’anemone veste d’arancione e corre tra i suoi tentacoli infondendo la vita.
Due corpi, due esseri viventi distinti…un solo cuore, un’anima che batte per due.
E il piccolo pesciolino che fa capolino dalla bocca spalancata, in tipica smorfia umana di sbigottimento, del pesce pagliaccio, come si inserisce in questo connubio simbiotico? Anch’esso, esattamente come il pesce pagliaccio e il suo anemone, ha bisogno di un compagno di vita. Di un altro essere vivente da chiamare casa. Di un’accettazione, che ha il sapore di una promessa infrangibile, che gli permetterà di vivere un giorno in più, e un altro ancora, e quello dopo ancora…
La poesia della vita racchiusa in una fotografia mozzafiato.
Un’immagine che tutti noi, esseri umani, dovremmo portare impressa sul cuore. Per non dimenticare ciò che la natura in ogni modo, in ogni sua forma ed espressione, cerca di ricordarci.
Siamo tutti parte di un unico grande cerchio. Teniamoci per mano. Non guardiamo insensibili il nostro compagno cadere mentre perde la presa.
Troviamo il nostro anemone che ci protegga e ci rassicuri. Siamo come il pesce pagliaccio che infonde anima e vita in un corpo apparentemente vuoto.
Salviamo e salviamoci. Perché nessuno si salva da solo.
Francesca Motta