Con la stagione più calda anche i menù si rinnovano nei vari ristoranti, trattorie ed agriturismo della Brianza. La Cascina Casarigo, l’agriturismo dell’azienda agricola Valcurone, immersa nello splendore del Parco naturale Regionale della Valle del Curone e di Montevecchia, propone, in particolare, un menù invitante, basato sulla carne, a 30 Euro, compresi acqua e mezza bottiglia di Cruel rosso barricato, per tutti i giorni della settimana, con esclusione delle domeniche e degli altri giorni festivi.
Si chiama ‘Menù Costata’ e consiste in salame nostrano, pancetta steccata, mortadella e coppa brianzola, salame cotto, mousse di formaggino fresco di Montevecchia, circa 600/700 grammi di costata di manzo al rosmarino di produzione propria, spicchi di patate al forno, dolce fatto in casa e caffè. Lo si può avere solo su prenotazione, specificando che la scelta è per questa proposta e non per il menù alla carta, sempre disponibile.
La cucina, ispirata alle tradizioni ed alla semplicità della tavola brianzola ed ai tipici vini di Montevecchia, con il rispetto della stagionalità e con materie prime genuine, fornite dai produttori agricoli del territorio, è aperta il venerdì e sabato a pranzo ed a cena ed alla domenica solo a mezzogiorno, ma nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre anche il mercoledì ed il giovedì sera; per gruppi di almeno 15 persone vi è, poi, la possibilità di pranzare e cenare tutti i giorni.
L’ambiente è decisamente rustico, caldo ed accogliente, mentre i prodotti locali, dal vino al rosmarino, si accostano magnificamente ai vari piatti per la valorizzazione della cultura enogastronomica della Brianza. In particolare, per il vino, il reimpianto negli ultimi dieci anni dei vigneti, con la riconversione dei vecchi e la potatura decisamente corta e mirata ad aumentare la qualità a scapito della quantità, ha portato la produzione delle uve a livelli qualitativi eccellenti. La nuova cantina di vinificazione, completamente interrata e le moderne attrezzature, unite all’esperienza ormai ventennale dell’azienda, permettono la presentazione di bottiglie dal gusto equilibrato ed interessanti per gli intenditori.
I vini hanno tutti un nome diverso. Si va dal Nustranel, un vero spot alla genuinità ed al territorio in cui viene prodotto, al Scernì, che nel dialetto di casa significa ‘scelto’ e che, proprio per questo, viene fatto in quantità limitata, utilizzando solo grappoli selezionati, dal Cruel, l’appellativo che i viticultori usavano per indicare il nettare migliore, al Valcurone Brut, dalle più belle uve chardonnay, al Dulz, in riferimento al suo gusto dolce. Non va, poi, trascurata la Grappa Valcurone, ricavata da vinacce rosse selezionate.
Il motto di questo agriturismo, ideale, oltre che per fare pranzi e cene caratteristiche, per organizzare rinfreschi, cerimonie e meeting aziendali, è da anni sempre lo stesso: recuperare, conservare e promuovere i prodotti, le tradizioni e la cultura enogastronomica della terra di Brianza.
A questo proposito, è bello ricordare alcuni passi dello scritto del grande maestro Mario Soldati dal libro ‘Vino al Vino’.
‘’Un altro vino celebrato dal Porta è quello di Montevecchia in Brianza, a pochi chilometri da Monza. Siamo in provincia di Como (oggi Lecco); ma non troviamo, forse, altre vigne più vicine a Milano… Misurato sulla carta, in linea d’aria, Montevecchia dista dalla Madonnina 24 chilometri. E’ tra le più belle posizioni di tutta la Brianza: uno spalto altissimo, un balcone che si erge, fuori dalle nebbie e si affaccia dritto a sud: nelle giornate di vento, si vede dalla Cisa al Monte Rosa. Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume e le nebbie…la sfiorano fruttuosamente. Viticolarmente, la posizione geografica di Montevecchia è quanto di meglio si possa desiderare… Credevo, in buona fede, che il Montevecchia non esistesse più…’’.
Di tutta la provincia di Lecco e di Como, questa è la zona viticola più importante per storia, tradizione ed estensione. Basti pensare che già nel 1884 la Commissione Ampelografica di Milano, su incarico della Direzione Generale dell’Agricoltura del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio, censì in Brianza ben 26 qualità di uve, tra rosse e bianche, per la produzione di vino, mettendo in evidenza l’alto livello raggiunto dai viticoltori di Montevecchia.
Tornando alla Cascina Casarigo, vogliamo portare una testimonianza diretta, essendoci stati di recente, con un gruppo di dieci persone.
Detto che l’ambiente collinare è splendido e suggestivo, facilmente raggiungibile lungo una stradina in salita, via Ostizza, in mezzo alle viti ed alla ricca vegetazione e che il parcheggio si presenta agevole e ben organizzato, grazie anche alle precise indicazioni del personale di servizio, qualche appunto lo dobbiamo fare sulla capienza a pieno regime delle sale da pranzo, ricavate un po’ ovunque, anche nei vari anfratti della cascina. Per farci stare tutti, ad occhio, circa duecento e forse più persone, in una giornata di festa, con diverse ‘Prime comunioni’ e ‘Cresime’ da celebrare anche a tavola, i posti sono stati ricavati, a discapito della comodità e praticità dei commensali, con poco spazio vitale attorno e con una rumorosità in alcuni momenti eccessiva. Consiglio pratico: prenotate evitando concomitanze festaiole per poter degustare meglio i buoni prodotti della casa. Nulla da eccepire, infatti, sul servizio, sulla qualità del cibo e sul prezzo, che mediamente si aggira sulla quarantina di euro, a persona, tutto compreso.
Escluso il ‘Menù costata’, essendo domenica, ci adeguiamo alla proposta riservata al giorno festivo.
Ricco l’antipasto, con vari tipi di salame nostrano, coppa e pancetta steccata, a fette piuttosto spesse, con l’arricchimento di un gustoso crostino e del classico formaggino di Montevecchia. Per il primo, lo chef ci delizia con un abbinamento di risotto al rosmarino, quello ben in mostra anche nelle aiuole all’ingresso del locale, e gnocchetti alle ortiche, dal sapore decisamente selvatico. A seguire classico arrosto, immerso nel suo intingolo, con spicchi di patate al forno e, in alternativa per i vegetariani, un misto di verdure grigliate della vicina. Per finire una fetta di torta fatta in casa con marmellate di propria produzione e caffè. Per i vini: bottiglie di Nustranel e, con il dolce, Valcurone Brut.
Prima di lasciare la cascina, abbiamo anche visitato la cantina, dove si possono degustare ed acquistare vini, grappe e l’amaro locale, oltre a miele, marmellate, confezioni di riso e di farina di mais e l’ampio salone, adibito a museo, con i vecchi attrezzi usati dai contadini nei campi e sull’aia, grammofoni, radio, mangiadischi, televisori quadrati con le manopole alla base, macchine da scrivere, strumenti musicali e, persino, un banco da scuola anni Cinquanta, con tanto di buco per il calamaio, per molti ricordo di un’infanzia davvero lontana.
Enzo Mauri