Il paragone onestamente appare irriverente e, se vogliamo, del tutto fuori luogo, ma ci sta per significare differenze evidenti che si perdono nel senso di appartenenza e nella volontà di fare qualcosa d’importante per la città e il territorio. Il confronto riguarda Como vs Monza, due grandi capoluoghi lombardi, divisi da sempre da una dichiarata rivalità, non solo sportiva. In questi giorni nel raffronto tra luci e addobbi natalizi troviamo la matrice di due storie distinte, con diversi approcci identitari, imprenditoriali e anche culturali.
Da una parte Como con il Lario, capace da anni di fare blocco per portare avanti le sue politiche turistiche, con un legame territoriale e la propria appartenenza industriale e camerale, mai messi in discussione; dall’altra Monza con la Brianza, che ha perso via via i suoi storici punti di riferimento imprenditoriali, complici scelte, evidentemente poco lungimiranti se non addirittura scellerate, che hanno portato a Milano prima l’Unione Commercianti di Monza e Circondario, poi l’Associazione Industriali e quindi la Camera di Commercio. Mentre l’area lariana gravita tutta intorno a Como, che fa sentire forte la sua importanza e la sua voce, quella brianzola non si è mai congiunta nell’intimo con Monza, che a sua volta ha pensato (malissimo) di guardare a Milano, disperdendo la già scarsa unità d’intenti locale in un’area metropolitana dai contorni troppo vasti ed evanescenti, poco pratica ai fini pratici strutturali ed economici, per dispersione di risorse già scarse. A parte per chi occupa qualche “cadrega” più o meno importante e porta a casa la personale abbondante michetta.
Così quando arriva Natale le differenze Como vs Monza appaiono chiare… luminose. Per dare colore ai giorni di festa e regalare ai cittadini qualcosa di veramente bello occorrono i “danè”, che a Como evidentemente hanno trovato in questi anni, mettendosi insieme e facendo gruppo, e a Monza invece faticano da sempre a reperire perché notoriamente in Brianza, oltre ad essere perennemente divisi, hanno pure un atavico “braccino corto”. E meno male che quest’anno, con la nuova amministrazione comunale, qualche segnale di novità si è avvertito, altrimenti Monza sarebbe ancora al buio pesto, in tutti i sensi.
Si è illuminata parte del vialone che dà sulla Villa Reale e anche una fetta del centro storico, con l’Arengario. I nuovi amministratori si sono rimboccati le maniche per trovare qualche buon sponsor (ma guai a proiettare i nomi dei benefattori sui monumenti, per carità del Signore e della Sovrintendenza!) e così il Natale monzese si è acceso un pochino rispetto agli scorsi anni. E’ arrivato pure il mercatino con le casette di legno in piazza Carducci, dentro nel parcheggio, ma piazza Trento e Trieste (a parte il rettangolino della pista di pattinaggio) la sera appare sempre buia e nella vicina piazza del Duomo, se non stai attento, sbatti il naso contro la colonna votiva eretta per la peste.
Ammirevole sforzo, compreso quello di riempire il cielo delle tre vie centrali con le “palle”, alcune delle quali sono pure cadute, … come quelle dei monzesi che vanno a fare un giretto a Como e si rendono subito conto che non c’è storia, che non c’era gara. Sul Natale vincono a mani basse i lariani e non solo sul Natale. Rimane il calcio dove i biancorossi adesso sono un pochino più avanti degli azzurri. Poca roba però, perché il Como in serie A c’è stato, mentre il Monza ha navigato a lungo in B, sfiorando la A solo a fine anni Settanta.
Perché a Como sono più bravi? Semplicemente perché hanno trovato un’unità d’intenti, e non da oggi. A iniziare da ventiquattro anni fa, quando il caparbio comasco Daniele Brunati ha dato vita all’iniziativa “Città dei Balocchi”, che si è trasformata nel tempo in una miniera di idee, tanto che l’odierno calendario natalizio è fittissimo di appuntamenti e di proposte, una più bella dell’altra. Scopriamo così che da Como è partito un carico di giocattoli diretto ai bambini ricoverati nel reparto oncologico dell’ospedale San Gerardo di Monza, non perché nella città di Teodolinda non hanno il senso della solidarietà e si dimenticano di chi soffre, bensì perché sul Lario ne fanno talmente tante di cose belle per i bimbi che alla fine gli è rimasto spazio per pensare pure a quelli monzesi in difficoltà.
A Como quest’anno, grazie ai mugnifici sponsor, sono riusciti a illuminare altre due piazze, piazza Volta e piazza San Fedele, nel centro storico, tra piazza Cavour e piazza del Duomo, e in altre piazze hanno ulteriormente implementato le proiezioni architetturali, trasformando la città in un autentico sfavillio animato. Davvero da Città dei Balocchi. Per la felicità di grandi e piccini. E proiettano pure i nomi dei maggiori contributori sul palazzo del Broletto, a fianco del Duomo. Ma come si potrebbe dire di no a istituzioni come Regione Lombardia e Fondazione Cariplo? Agli Amici di Como o ai bravi creativi della TBM Service & C, editore della rivista Magic Lake, che lavorano tutto l’anno per trovare idee innovative per illuminare la città e farla vivere?
A Monza è bastato il nome di un parrucchiere e quello di un negozio di intimo sparati sull’Arengario (che più o meno vale il Broletto) per far saltar fuori un casino con la Sovrintendenza tale da portare ad annerire subito i marchi e poi a cambiare le luci, diventate biancorosse, per coprire i buchi. Certo capelli e mutande sono da cartellino rosso rispetto ai main sponsor comaschi. Ed anche qui non c’è gara, soprattutto con la Sovrintendenza.
“Como ha una tradizione lunghissima – sottolinea Marina Moretti, addetta alla Comunicazione dell’Associazione Amici di Como, main sponsor di Como Città dei Balocchi, che raggruppa ben 130 aziende del territorio, tra cui alcuni grandi marchi – C’è un grande progetto e tanta creatività. Abbiamo tante persone che ci credono, che si danno da fare e danno una mano. L’aspetto solidale è molto importante, ma ovviamente senza sponsor non si fa nulla. Quello che però più conta è il vecchio motto “l’unione fa la forza”, forza di idee e condivisione. E’ una lunga catena che ogni anno di muove per dare vita ad un grande evento a più facce, con più appuntamenti. Partendo dai nostri bambini. Tante associazioni, tanti volontari, tanta passione e voglia di fare. L’8 dicembre scorso abbiamo contato nelle piazza centrale un passaggio di circa 90mila persone, 10mila in più dell’anno scorso. In totale, nel periodo natalizio 2016 abbiamo avuto 1milione e 852mila presenze, record che quest’anno pensiamo di battere portandoci verso i 2 milioni”. Insomma, davvero tanta roba. Se contiamo anche se la pagina Facebook annovera 1 milione e 300mila contatti.
A presiedere gli Amici di Como l’imprenditore Silvio Santambrogio con Giovanni Anzani, vice presidente, e Daniele Brunati, coordinatore.
“Dal 2001 anno di costituzione, Amici di Como affonda le sue radici nell’amicizia, legame che accomunava il gruppo costituente e che ancora oggi è il pilastro portante dell’associazione. – recitano nella presentazione dell’associazione – Alla base di questo progetto c’era la convinzione che la forza di un gruppo di amici potesse raggiungere obiettivi importanti e ambiziosi, ancora di più se composto da imprenditori determinati nel raggiungere traguardi e allenati alle sfide. L’obiettivo dell’associazione è quello di poter intervenire con le proprie risorse ed i propri progetti in svariati campi d’azione ed è per questo che Amici di Como si caratterizza per uno spirito polinterventista che contribuisce a rendere concreta l’attenzione e l’impegno per il territorio. La credibilità di Amici di Como così come il prestigio dei suoi associati, oltre agli importanti risultati raggiunti, hanno fatto sì che l’associazione in questi anni registrasse una costante crescita di adesioni”.
Crescita di adesioni e di eventi. E soprattutto un Natale unico, sfavillante, poliedrico, fatto luci, colori, spettacoli, musica, solidarietà e condivisione. Dove tutti contribuiscono, mettendo mano al portafogli e lavorando. Il turismo e il commercio ne beneficiano non poco. In altra parte del sito pubblichiamo il programma.
Questa è Como Città dei Balocchi che s’interseca con il Consorzio Como Turistica. Monza ne deve fare di strada per recuperare un divario ultraventennale. Per quest’anno si apprezza tanta buona volontà, ma bisognerà far capire, soprattutto agli imprenditori monzesi, che “senza soldi non si cantano Messe” e non s’illumina niente, manco l’uscio di casa. Forse sarebbe il caso di dare un ruolo forte alla sonnolenta Pro Monza, che da ufficio d’informazione e accoglienza turistica dovrebbe trasformarsi in organizzatore di eventi e reperire fondi per farli.
Un altro esempio, a Como la Bennet, tra gli sponsor del Magic Light Festival, ha donato 10mila giocattoli. A Monza per il momento si accontentano delle palle, che speriamo rimangano su fino alla fine delle feste, e di qualche botta di luce, che non arriva manco a illuminare tutto il campanile dell’Arengario.
Risultato finale: Como batte Monza 7 a 2 (considerando le reti messe a segno da Villa -reale – e Arengo (rigore discusso, con la ‘sovrintendenza’ del Var).
Carlo Gaeta
PS Tutto ciò avrà suscitato almeno un senso di sportiva rivalsa nei cuori biancorossi? Chissà, vedremo nel Natale 2018. Intanto godiamoci la festa, in serenità, a Monza o Como che sia. Basta stare bene. Pure a lume di candela. Dipende dalla compagnia!