Un’abbinata che resiste da oltre quarant’anni, esattamente da 43, quella tra autodromo nazionale e Festival dello Sport. Una sfida che prese il via nel lontano 1975, tempi in cui la SIAS, la società che dal 1922 gestisce l’impianto motoristico, non apriva a cuor leggero il circuito a manifestazioni che non avevano pedigree motoristici certificati. Epoca di polemiche sulla sicurezza della velocissima pista (tant’è che infondo al rettifilo comparvero pessime chicane disegnate in qualche modo tra i guard rail) e anche di prime pesanti beghe attizzate dagli ecologisti nostrani che non vedevano di buon occhio la presenza del nastro d’asfalto nel Parco reale. Ci misero un po’ a convincere l’ingegner Giuseppe Bacciagaluppi, dal Dopoguerra grande capo dell’autodromo, che bisognava cambiare rotta, che la dirigenza della SIAS doveva attuare nuove politiche di inclusione (come si direbbe oggi) e aprirsi al territorio, rendendo disponibile i grandi spazi dell’impianto ad una città che non aveva un palasport e manco una vera pista di atletica.
Bacciagaluppi, all’inizio non ne volle sapere. Vedere sulla pista girare ciclisti, podisti e pattinatori al posto di auto e piloti non gli garbava più di tanto. Secondo lui era quasi come snaturare l’essenza stessa di Monza, offuscare in qualche modo il brand conosciuto in tutto il globo, il mito del secondo circuito al mondo dopo Indianapolis. A suo fianco però c’era il lungimirante segretario Romolo Tavoni, che, arrivato dalla Ferrari, s’era già inventato negli anni una serie di eventi per non limitare l’utilizzo del tracciato. La matrice però era quasi sempre collegata alle auto. Pian piano l’autodromo nazionale iniziò a confrontarsi con il mondo esterno, con la politica, con gli altri sport, come una società sportiva tra le tante del territorio. Il grande Romolo prese per mano l’ingegner e portò la SIAS ad essere fra i soci fondatori dell’Unione Società Sportive Monzesi. Convinto il burbero Bacciagaluppi, nel giro di qualche mese venne messa in piedi la prima grande manifestazione sportiva a più discipline proprio nel recinto che solitamente dava spazio solo al rombo dei motori.
Nel giugno del 1976 nacque il Festival dello Sport USSM che avrebbe trasformato per un weekend l’impianto in un palasport a cielo aperto, ospitando manifestazioni d’ogni genere. I motori non sarebbero mancati comunque ed infatti la mitica F.Monza, che di solito correva il giovedì sera sulla pista Junior illuminata, venne spostata nell’occasione al sabato pomeriggio. Tavoni, uomo di grande intelligenza, diede tutto il merito dell’operazione a Bacciagaluppi, che ovviamente si beò della scelta e ne prese gran parte dei meriti.
Alla prima edizione accorsero non meno di 20mila spettatori a significare un successo quasi inaspettato. 43 anni dopo siamo ancora qui a celebrare un evento certamente storico nel panorama sportivo di Monza e Brianza. Longevo, inclusivo e soprattutto colorato, dove emerge la poliedricità e la socialità dello sport di base, quello dilettantistico, fatto di pura passione e pochi denari. Ormai il Festival è tradizione, quasi come il Festival di Sanremo, con i dovuti paragoni s’intende.
Testimoni di quell’epoca “eroica”: Pietro Mazzo, presidente onorario USSMB, e Riccardo Corio, presidente vicario, che ancora oggi, come due giovanotti, fanno chilometri al Monza ENI Circuit (autodromo nazionale è termine desueto ormai) per garantire l’organizzazione dell’evento. Con loro, da due anni nel ruolo di presidente dell’Unione, l’appassionato Fabrizio Ciceri, che ha presentato ufficialmente la 43a edizione del Monza Sport Festival.
Quest’anno l’appuntamento è fissato per sabato 9 e domenica 10 giugno. Ad ingresso libero. Il programma prevede oltre cinquanta discipline e appuntamenti in varie parti dal tracciato, dai paddock alla pista, dalle aree verdi alle tribune. Insieme alle discipline più “tradizionali”, altre decisamente insolite o innovative come la “guida al buio”, la propulsione umana e il calcio americano. Se volete saperne di più non potete mancare a questa due giorni dove svago e divertimento sono garantiti.
“Che dire – ammette il presidente USSMB Fabrizio Ciceri – anche quest’anno ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti a portare a termine quest’impresa, mettendo insieme un programma ricco e variegato. Speriamo di arrivare domenica tutti felici e contenti. Intanto vado volentieri a togliermi giacca e cravatta e mi metto maglietta e bermuda che mi sento più a mio agio”. Nel blu d’ordinanza si è messo per accogliere il Sindaco di Monza Dario Allevi, accompagnato dall’assessore allo sport Andrea Arbizzoni, il presidente della SIAS Giuseppe Redaelli e il fiduciario del CONI MB Luisa Biella. Non poteva mancare di fare gli onori di casa con l’outfit giusto per l’occasione. Poi il presidente è tornato sportivo in tutti i sensi, per stare con i ragazzi e lavorare per la sola soddisfazione di vedere un sorriso. Ed i sorrisi non mancheranno certamente in questi due giorni di festa con gare vere e proprie oltre ad appuntamenti amatoriali.
Un vero e proprio habitué del Festival è il sindaco Dario Allevi che da ventuno anni, sin dai tempi in cui era giovane consigliere comunale, non si perde una presentazione della manifestazione. “Oramai mi sento di casa – dice – tra amici che ogni anno mettono in primo piano lo sport pulito, senza mai dimenticare nessuno. Nemmeno i ragazzi meno fortunati che al Festival hanno sempre avuto i loro spazi. Questa è Monza, la città dell’inclusione!”. A fare gli onori di casa Giuseppe Redaelli, presidente Sias, al suo secondo Festival (aveva debuttato a Monza proprio l’anno scorso di questi tempi): “Desidero che il sodalizio tra noi e l’Ussmb continui per altri decenni – ha sottolineato – In questi anni ci sono stati tanti cambiamenti ma da parte nostra lo spirito e la volontà di essere vicini al territorio, malgrado regole e modalità diverse, non sono mutati. Saremo sempre amici, vicini, disponibili nei confronti di iniziative come questa”. A sostenerlo con tanto di presenza in sala stampa anche i due ultimi arrivati in SIAS: il direttore commerciale Pietro Benvenuti e CFO Massimo Campanelli.
Il Monza Sport Festival 2018 parte e ce n’è per tutti i gusti: sabato 9 il ciclismo (Pedale Monzese, St.Joseph, Velo Virtus), poi il campionato italiano freestyle, organizzato da Astro Roller Skating nei paddock, il torneo “Bulli & Pupe” allestito dalla Brianza Scherma (Hospitality Building), la seconda prova di campionato italiano Uisp di modelli radiocomandati del Mmc Mania Club (Paddock). Nel pomeriggio scendono in pista le auto e le moto storiche.
Domenica 10 giugno alle 8 scenderà in pista la solidarietà con i runner della corsa organizzata da Cancro Primo Aiuto e poi ci saranno tante dimostrazioni delle più disparate discipline. Non mancheranno uno spazio riservato ai kart con prove di guida di varie cilindrate, una mostra statica di moto d’epoca organizzata dal Moto Club Monza (all’Hospitality Building) in occasione del centenario di fondazione, un torneo di burraco a favore del progetto SLAncio. Domenica mattina alle 11.30 i Ferrari Club di Caprino Bergamasco, Vedano al Lambro e Varese metteranno in scena un tributo in pista dedicato al grande Michael Schumacher con un ricordo anche per Jules Bianchi.
Saranno presenti anche il Calcio Monza e la Polisportiva Casati Arcore, società abituate ai palcoscenici nazionali ma sempre vicine al loro territorio di appartenenza. Tra i protagonisti anche i cani dell’Abc Dog Team Monza e dell’Associazione Cinofila Salvataggio Nautico. Per gli appassionati delle discipline orientali ci sarà la possibilità di provare yoga e arti marziali. Si ripete l’appuntamento con il folklore latino americano con i gruppi Caribe, in particolare con i piccoli ballerini peruviani. Si festeggia pure il 20° anniversario del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza. Qualcuno potrà dire “che c’azzecca?!”. Ebbene, val la pena ricordare che lo sport è vera poesia quando è praticato col cuore e quando le gesta sportive sono permeate dal sudore della passione.
Carlo Gaeta
Una piccola nota a margine del tutto personale: grazie di cuore al Presidente Fabrizio Ciceri e a quel ‘monumento’ di Pietro Mazzo per avermi voluto quest’anno come speaker della manifestazione. E’ un onore ed un vero piacere, anche perché il tutto mi riporta alla prima edizione nella quale, da ragazzino con i calzoni corti e tanto di fascia sul braccio da imberbe “commissario”, tenevo a bada la folla nei paddock.