Benessere e Salute

Monza, lo scompenso cardiaco si combatte con un nuovo pacemaker


Ancora una volta l’Ospedale San Gerardo di Monza si conferma un centro di eccellenza nella cura di malattie caratterizzate da gravi conseguenze per la salute dei pazienti, tra le quali lo scompenso cardiaco. Una patologia che impedisce al cuore di pompare correttamente il sangue all’interno dell’organismo e che, stando a numeri ed evidenze, rappresenta una condizione molto diffusa: si stima, infatti, che nel mondo oltre 26 milioni di persone siano colpite da questo fenomeno.

In Italia, secondo alcune recenti statistiche, sono oltre 1.000.000 le persone che soffrono di questa malattia cardiaca, con 170.000 nuovi casi che si registrano ogni giorno e quasi 500 ricoveri giornalieri imputabili a questo fenomeno. In Lombardia, invece, vivono circa 150.000 persone affette questa condizione clinica. Pazienti costretti a fare i conti, ogni giorno, con una serie di gravi sintomi che ne riducono la qualità della vita, tra cui dispnea (mancanza di fiato) da sforzo e a riposo, edema degli arti inferiori, astenia, difficoltà respiratorie in posizione supina, tosse, addome gonfio o dolente, perdita di appetito, confusione, deterioramento della memoria. A rendere ancora più preoccupante questo scenario, sono inoltre le prospettive future: a causa dell’invecchiamento della popolazione, negli ultimi 5 anni si è registrato un incremento del 40% nel numero di ospedalizzazioni provocate da scompenso cardiaco.

L’Equipe della Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione dell'ospedale San Gerardo di Monza

L’Equipe della Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione dell’ospedale San Gerardo di Monza

Per far fronte a questa vera e propria emergenza sanitaria, l’Equipe della Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza ha da tempo adottato una terapia che prevede un intervento chirurgico per l’innesto di un piccolo dispositivo in grado di emettere impulsi elettrici al cuore quando si manifesta un rallentamento del battito cardiaco o un battito dissincrono (non coordinato). Grazie all’operato dell’equipe di medici della struttura ospedaliera, il congegno posto sotto la pelle è infatti capace di stimolare varie parti del muscolo cardiaco con la corretta sequenza, producendo la cosiddetta re-sincronizzazione cardiaca, migliorando così la capacità del cuore di inviare il sangue in tutto il corpo.

Un derivato della tecnologia moderna, compatibile con la Risonanza Magnetica e con il Controllo a distanza, che colloca l’Ospedale San Gerardo di Monza tra i centri di riferimento regionali e nazionali nel processo di gestione dei pazienti con scompenso cardiaco.

Il Direttore dell'Ospedale San Gerardo di Monza Matteo Stocco

Il Direttore dell’Ospedale San Gerardo di Monza Matteo Stocco

A tal riguardo, il Direttore Generale della ASST di Monza, Dott. Matteo Stocco (nella foto) afferma ”Un ringraziamento ai professionisti dell’Unità complessa di Cardiologia dell’ospedale di Monza per questi brillanti risultati e per l’utilizzo di queste tecnologie innovative che danno lustro alla nostra azienda in ambito regionale e nazionale“.

Un elemento chiave della politica sanitaria dell’Ospedale San Gerardo è rappresentato dalla necessità di erogare un’assistenza clinica qualificata, continuativa e accessibile a tutti”, dichiara il Dott. Felice Achilli, Primario del reparto di Cardiologia Clinica. “L’obiettivo è garantire la massima efficienza possibile, garantendo prestazioni d’eccellenza come quelle previste per il trattamento dello scompenso cardiaco erogate dalla Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione, che rappresenta una struttura d’eccellenza sia a livello locale che nazionale”.

L’Ospedale San Gerardo di Monza garantisce un’ampia gamma di servizi e prestazioni socio-sanitarie.

Il reparto di Cardiologia è dotato di 26 letti per il ricovero ordinario, di 8 letti di terapia semintensiva cardiochirurgica/cardiologica e di 8 letti di terapia intensiva cardiologica. Al reparto afferisce la Struttura Semplice di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione diretta dal Dott. Giovanni Rovaris, della cui equipe fanno parte il Dott. Sergio De Ceglia, la Dott.ssa Elena Piazzi, la Dott.ssa Elisabetta Montemerlo e il Dott. Mattia Pozzi.

È per assistere al meglio i pazienti affetti da questa patologia che l’equipe medica, in casi selezionati, prevede l’impianto di un pacemaker composto da quattro elettrodi che, da un lato, è in grado di erogare impulsi multipli a ogni ciclo cardiaco, migliorando così la risposta emodinamica e clinica e che, dall’altro, aggiorna tempestivamente lo staff medico e il portatore mediante un sofisticato sistema di monitoraggio, anche a distanza”, spiega il Dott. Giovanni Rovaris, Responsabile a Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione dell’Ospedale San Gerardo.

CuoreLo scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco è una patologia che impedisce al cuore di pompare correttamente il sangue all’interno del nostro corpo. Quando si è colpiti da questa disfunzione, infatti, il muscolo cardiaco non è in grado di assolvere la sua normale funzione contrattile di pompa, non riuscendo a garantire il giusto apporto di sangue a tutti gli organi. Si stima che nel mondo oltre 26 milioni di persone siano affette da scompenso cardiaco, un dato destinato ad aumentare.

In Italia, secondo alcune recenti statistiche, sono oltre 1.000.000 le persone che soffrono di questa condizione, con 170.000 nuovi casi che si registrano ogni giorno e circa 500 ricoveri giornalieri imputabili a questo fenomeno.

Sulla base di dati raccolti da ARNO – Osservatorio multicentrico delle prestazioni sanitarie erogate dal SSN al cittadino, che consente la condivisione di dati omogenei su un campione di diverse realtà prescrittive sparse sul territorio nazionale – risulta che il costo annuale di gestione di questa patologia a carico del Sistema Sanitario Nazionale è pari a circa 635 milioni di Euro. In aggiunta, il costo medio annuo del paziente con scompenso cardiaco ammonta a circa 11.800 Euro, di cui l’85% rappresentato dai costi di ospedalizzazione.

A rendere ancora più preoccupante questo scenario sono le prospettive future: negli ultimi 5 anni si è registrato infatti un incremento del 40% nel numero di ospedalizzazioni provocate da scompenso cardiaco, un’incidenza che aumenta con l’avanzare dell’età. In aggiunta, lo scompenso cardiaco non è sempre clinicamente evidente: nello stadio precoce, infatti, i pazienti molto spesso non presentano sintomi rilevanti, se non affanno provocato da sforzi fisici.

In uno stadio più avanzato, invece, i segni della patologia diventano più impattanti in termini di qualità della vita, con conseguenze quali dispnea (mancanza di fiato) da sforzo e, in alcuni casi, anche dispnea a riposo, oltre che di edema degli arti inferiori, astenia, difficoltà respiratorie in posizione supina, tosse, addome gonfio o dolente, perdita di appetito, confusione, deterioramento della memoria. Inizialmente lo scompenso cardiaco viene trattato modificando lo stile di vita e tramite l’assunzione di alcuni farmaci. Quando quest’approccio non è più sufficiente, si rendono necessarie altre procedure, tra cui:

  • Terapia farmacologica: Assunzione di medicinali che sono in grado di ridurre la mortalità, come gli inibitori dell’enzima di conversione di angiotensina (ACE), i bloccanti del ricettore dell’angiotensina II (ARBs), i diuretici e i betabloccanti
  • Stenting, palloncini, angioplastica e applicazioni di bypass: Quando la causa dello scompenso cardiaco è riconducibile ad una malattia dell’arteria coronarica, è possibile alleviarne i sintomi tramite l’angioplastica, lo stenting e l’impianto di un bypass
  • Terapia con dispositivo: E’ possibile trattare la patologia con la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT): quest’approccio prevede una stimolazione in tre camere del cuore, l’atrio destro e i due ventricoli. Lo scopo è quello di sincronizzare i due ventricoli per una contrazione ottimale. La stimolazione CRT può essere eseguita con un pacemaker o con un defibrillatore cardioverter impiantabile, in grado di offrire un’ulteriore misura di sicurezza per il paziente in caso di arresto cardiaco improvviso.

scompenso cardiaco Il Pacemaker Quadra Allure Mp™ CRT-PTrattamento della patologia: come funziona il pacemaker Quadra Allure Mp™ CRT-P

Un pacemaker è un piccolo dispositivo impiantabile che emette impulsi elettrici al cuore quando si rileva un rallentamento del battito cardiaco. Questo congegno “stimola” il muscolo cardiaco che batte troppo lentamente ed in maniera dissincrona, come nel caso dei pazienti affetti da scompenso, al fine di re-sincronizzare la contrazione dei ventricoli persa a causa della patologia cardiaca e di aumentare la capacità di pompare il sangue in tutto il corpo.

Il device è composto da due elementi: lo stimolatore cardiaco e gli elettrocateteri di stimolazione.

Lo stimolatore cardiaco viene impiantato appena al di sotto della cute, vicino alla clavicola. Gli elettrocateteri, invece, sono dei cavi sottili inseriti nel cuore attraverso una vena che collegano lo stimolatore cardiaco al cuore; questi rilevano il ritmo cardiaco naturale del paziente e trasmettono questa informazione allo stimolatore, che adatta la sua risposta a seconda delle necessità ed emette una serie di impulsi che stimolano il cuore riportandolo a un ritmo regolare.

E’ in questo scenario che si inserisce il Quadra Allure MP CRT-P, un pacemaker ideato per la somministrazione di una terapia di re-sincronizzazione cardiaca.

Il dispositivo, tramite la stimolazione MultiPoint, permette di erogare impulsi multipli a ogni ciclo cardiaco, migliorando così la risposta emodinamica e clinica. In aggiunta, i quattro elettrodi di cui il dispositivo è dotato permettono di fornire un maggior controllo per minimizzare le possibili complicanze durante e dopo l’impianto. Inoltre, la tecnologia del device consente un flusso di lavoro efficiente, mettendo a disposizione funzioni di programmazione e risultati completi con la semplice pressione di un pulsante del programmatore che viene utilizzato per programmare e controllare il pacemaker. L’apparecchio è dotato anche di un sistema di monitoraggio a distanza che controlla costantemente le condizioni di salute, offrendo l’opzione di avviso sia al paziente sia al medico.

Il pacemaker, che ha una longevità di 8,2 anni di vita utile, può inoltre essere settato per offrire un riassunto dell’andamento dei dati diagnostici giornalieri per un periodo di tre mesi, oppure settimanali o giornalieri per un periodo di un anno.

Infine, programmando il dispositivo, è possibile comunicare agli ambulatori eventuali superamenti dei valori programmati o dell’eventuale durata continuativa di episodi che richiedono l’intervento di uno specialista.

L’Ospedale San Gerardo di Monza, si conferma un polo di eccellenza

L’ASST di Monza ha alle spalle otto secoli di tradizione di cura e assistenza. Considerata di rilievo nazionale e ad alta specializzazione, conta circa 3.000 dipendenti fra medici, infermieri, personale tecnico e amministrativo. Con i suoi ospedali, l’Azienda è un punto di riferimento di specializzazione avanzata in Italia e in Europa per lo studio e la cura per l’ipertensione e lo scompenso cardiaco, l’ematologia pediatrica, l’attività di trapianto delle cornee e di midollo osseo, la chirurgia dell’intestino e vitro-retinica, il trattamento dei tumori ginecologici, la medicina radiodiagnostica.

In particolare, l’Ospedale San Gerardo di Monza – il quarto ospedale pubblico, per dimensioni, della Lombardia – rappresenta un polo di eccellenza nel trattamento dello scompenso cardiaco.

Il reparto di Cardiologia – diretto dal Dott. Felice Achilli – è dotato di 26 letti per il ricovero ordinario, di 8 letti di terapia semintensiva cardiochirurgica/cardiologica e di 8 letti di terapia intensiva cardiologica. Al reparto afferisce la Struttura Semplice di Elettrofisiologia Interventistica e Cardiostimolazione diretta dal Dott. Giovanni Rovaris, della cui equipe fanno parte il Dott. Sergio De Ceglia, la Dott.ssa Elena Piazzi, la Dott.ssa Elisabetta Montemerlo e il Dott. Mattia Pozzi.

All’interno della Struttura di Elettrofisiologia ogni anno vengono eseguite oltre mille procedure interventistiche per il trattamento delle patologie cardiache tra impianti di pacemaker, defibrillatori e ablazioni per il trattamento di ogni genere di aritmia con i più moderni sistemi tecnologici a disposizione.

Nello specifico, ogni anno più di 100 pazienti affetti da scompenso cardiaco vengono trattati con dispositivi bi ventricolari; 250, invece, sono le procedure di ablazione eseguite dall’equipe.

Nel corso degli anni, la struttura ha assunto rilievo nazionale anche per ciò che concerne il controllo remoto dei dispositivi impiantabili, a testimonianza dell’approccio a 360 gradi adottato nel trattamento dello scompenso cardiaco.

(grazie all’Ufficio Stampa della ASST di Monza)

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