E’ senza dubbio uno dei personaggi noti di quella Monza capace di raccontare storie di uomini e di artisti. Per decenni ha condotto, con il fratello Piero, il bar tabaccheria di via Vittorio Emanuele, in centro a Monza, tra la vecchia libreria Tarantola ed il negozio di articoli sportivi Pirola, a due passi dal ‘Ponte dei Leoni’, così in tanti hanno avuto modo di conoscerlo. A volte al fianco dell’amico Mauro Zei, titolare della storica pizzeria ‘da Mauro’ di piazza Garibaldi, in altre occasioni assieme all’anziana signora Brandinali, proprietaria del vicino negozio di ottica, personaggi della ‘Monza da bere’, legati, occasionalmente, dalla passione per il Totocalcio, con l’immancabile schedina da giocare il sabato sera in ricevitoria. Lui, Luigi Scarafiotti, detto Gino, nato a Cinisello Balsamo ma da quasi cinquant’anni residente a Monza, è un persona singolare, simpatica ed estroversa, dai mille interessi e con un solo chiodo fisso in testa: la ricerca del Bello.
Bella la sua vetrinetta sulla strada, ricca di pipe e accendini delle migliori marche; bello e signorile il salottino in pelle bianca, in fondo al negozio, per poter disquisire, in tutta tranquillità, di tabacco e di radica, ma anche di arte, materia sempre particolarmente cara a lui ed ai pittori napoletani Cozzolino e Guadagno, assidui frequentatori del locale. Bella, anche, la moglie, figlia di un noto gioielliere milanese, sempre con vestiti alla moda e portamento da mannequin quando, pure nel cuore della Brianza, imperversavano minigonne e hot pants. Bella, ancora, l’automobile, una Fiat 1500 spider rossa con la capote di tela nera, subentrata ad un’altrettanto fiammante Alfa Romeo Giulietta Sprint e belli, perché’ no?, anche i suoi pullover di puro cachemire, impreziositi dall’immancabile foulard di seta al collo.
Nella tabaccheria di Gino Scarafiotti sono passati tanti personaggi celebri della Monza di un tempo e non solo: dal giornalista Giovanni Belingardi, prematuramente scomparso a metà’ degli Anni Novanta, corrispondente da Londra del Corriere della Sera, prima di diventare, al fianco del presidente delle Comunicazioni Fedele Confalonieri, direttore dei rapporti con la stampa della Fininvest, all’avvocato Raffaele della Valle, assurto agli onori della cronaca come legale del presentatore televisivo Enzo Tortora e della modella americana Terry Broome e, dopo essere stato uno dei fondatori di Forza Italia al fianco di Silvio Berlusconi, come Vicepresidente della Camera dei Deputati. Da Luciano Compostella, tragicamente mancato pochi anni fa, iridato nel 1978 e per ben otto volte campione europeo di aeromodellismo, allo stilista internazionale Lorenzo Riva, re dei vestiti da sposa, cresciuto pochi numeri civici più in giù nella via.
Mitico anche, a metà degli Anni Settanta, l’incontro con il grande presentatore televisivo Mike Bongiorno, impegnato nel centro città’ nella realizzazione di spot per una nota casa di birra e subito pronto ad accettare l’improvvisata proposta di una simpatica lezione su come trasformare una semplice fumata di pipa, cosa assai gradita al noto presentatore, in un momento di grande gratificazione e di estasi.
Il passaggio da venditore, pur interpretato con la raffinatezza e la classe di un signore, a pittore non e’ stato proprio immediato, tanto che in mezzo, abbandonata la travagliata idea di aprire un albergo nella sua amata e a lungo frequentata Forte dei Marmi, c’è stato spazio per una quindicina d’anni da vivere a capo di un’agenzia fotografica. Fotografie, commissionate da noti giornali nazionali, per immortalare personaggi del mondo del cinema, della televisione e dello sport. Tante le trasferte in giro per l’Italia, e in particolare a Cernobbio presso il lussuoso Hotel Villa d’Este, sulle suggestive sponde del lago, per ritrarre attori e attrici di passaggio. Particolarmente apprezzate le foto scattate alla bella ed espressiva Sabrina Ferilli, sogno irraggiungibile, anche oggi cinquantenne, di tantissimi maschi.
Dalla macchina fotografica, abbandonata dopo la prematura scomparsa dell’amico guida Pier Quinto Cariaggi, l’agente che portò in Italia Frank Sinatra e tanti altri personaggi stranieri dello spettacolo, alla tavolozza ed ai pennelli il passo e’ stato decisamente più’ semplice e naturale, grazie anche ai contatti e agli incoraggiamenti di pittori del calibro di Walter Lazzaro, Remo Brindisi, Bruno Cassinari e Ibrahim Kodra.
Nel febbraio del 2012 arrivano i quadri, esposti nella sua prima vera Personale presso il salone sotterraneo dell’Hotel della Regione a Monza, dopo una sortita di gruppo, sempre in città’, con la mostra ‘Pittori sotto il Cupolone’ a San Gerardo e una presenza singola al Cortiletto nei pressi dell’Arengario, alla quale hanno fatto seguito, poi, le trasferte in Toscana al Club La Perla ed a Il Cantuccio di San Vincenzo.
Quattro le tematiche ricorrenti nelle opere di Gino Scarafiotti: le marine, le nevicate, gli ulivi ed i vulcani.
Nella prima rientrano le vele bianche e colorate a San Vincenzo e le spiagge suggestive della Toscana, con le onde a giocare piacevolmente con la riva a volte sabbiosa, a volte di pietre, con gli alberi che svettano incuranti del contesto verso il cielo e con le barchette che amano farsi vedere in mezzo al mare, sicure e superbe, tra i tumultuosi movimenti dell’acqua.
Per i paesaggi invernali nel nostro parco e in centro città, il professor Pier Franco Bertazzini, nel corso della presentazione della mostra all’Hotel della Regione, ha ricordato personaggi monzesi del calibro di Mose’ Bianchi, Pompeo Mariani, Emilio Borsa e Giordano Bruno Lattuada.
Altro discorso meritano le tematiche riguardanti gli ulivi e i vulcani. Qui il pittore si sforza di non essere sé stesso, di non sposare i propri sentimenti, per rincorrere, quasi per gioco, una rappresentazione ad effetto, sensazionale.
Gli ulivi, dalle dimensioni enormi, con tronchi nodosi, vecchi, scuri e severi a dare libero sfogo al dono della natura e foglie verdi in abbondanza, riempiono le tele con impetuosità’, con la violenza del colore, ma facendo trasparire un poco la mancanza del calore dell’insieme, che le persone amano solitamente ricercare nella vegetazione in ogni stagione.
Ancor più’ decisa e sofferta l’interpretazione dei vulcani, giocati sul rosso e sull’arancio intenso della lava in uscita dall’enorme bocca, in contrasto con l’impotenza della montagna cupa, quasi nera, impietrita e rotta da inquietanti nubi di fumo e dall’esplosione paurosa dei lapilli. Resosi certamente conto di questo innaturale stato d’animo buttato su questi quadri inquietanti, dalle dimensioni importanti, il pittore monzese ha quasi cercato di porvi rimedio con l’opera ‘Gabbiani sopra l’Etna’, un volo di speranza sullo sfondo di fuoco.
Noi, che abbiamo avuto modo di vedere ed assimilare diverse opere dell’artista, preferiamo di certo Gino Scarafiotti attratto dalle nevicate in terra di Brianza, riproposte su tela come in una nuvola di fumo uscita dalla sua immancabile pipa, oppure dai colori caldi dell’autunno nel nostro fantastico parco, oppure, ancora, dalle marine in quell’angolo di paradiso che é San Vincenzo, gioiello incastonato nella sempre splendida Toscana. I quadri degli ulivi e vulcani ci creano una certa irrequietezza nell’animo e preferiamo lasciarli al giudizio critico di altri esperti. Gino Scarafiotti ha nell’animo la ricerca del Bello, che lo accomuna a noi di BrianzaPiù.
Enzo Mauri