A Monza si annuncia un’altra estate musicalmente caldissima, dopo lo strepitoso recente successo ottenuto da Luciano Ligabue con il suo, già mitico, Liga Rock Park. Non saranno Vasco Rossi o i Coldplay, come tanti avevano ipotizzato, bensì gruppi di grandissimo livello mondiale come Radiohead, Blink 182, Green Day, Rancid e Linkin Park, che si sono aggiunti nei giorni scorsi, ed è considerata quasi la maggior attrazione del festival monzese, almeno come successo commerciale dell’ultimo decennio. Basti pensare che i Linkin Park hanno venduto oltre 60 milioni di copie dei loro dischi. Ma Radiohead, non sono certo da meno con la loro grande storia musicale e i loro consensi planetari. Il tutto all’ I-days Festival 2017 in programma all’Autodromo Nazionale dal 15 al 18 giugno.
La grande kermesse musicale prenderà il via giovedì 15 giugno con Green Day e Rancid. Venerdì 16 giugno sarà la volta dei Radiohead. I Linkin Park, come ha annunciato in questi giorni il sito ufficiale dell’evento, saranno di scena sabato 17, dopo la già confermata presenza di mercoledì 14 al Nuova Rock Festival in Austria e giovedì 15 all’Impact Festival di Cracovia. Con loro nella stessa serata i Blink 182.
Lo scorso anno, nello stesso periodo, ma su tre giorni anziché quattro, nel Parco, davanti ad oltre 50.000 appassionati di musica, si esibirono Paul Kalkbrenner, Jake Bugg, Sigur Ròs, Stereophonics, Suede e Biffy Clyro.
La strada, aperta nel 1989 dai mitici Pink Floyd, in live, ripresa nel 2015 da Manu Chao, apprezzatissimo cantautore e chitarrista francese di origini spagnole, interprete di musica folk, reggae e latinoamericana e consacrata da Luciano Ligabue, neppure due mesi fa, con un trionfo di 140.000 spettatori nel weekend, sembra destinata a non conoscere soste nonostante le polemiche sull’utilizzo dell’area della Gerascia all’interno dell’Autodromo nazionale.
E chissà che anche Vasco Rossi, incuriosito da questa insolita location e dalle lusinghiere parole del collega di Correggio, non finisca per preferirla al freddo e monumentale stadio di San Siro, sempre ecologisti permettendo.
Enzo Mauri