La comunità dell’Istituto Pavoniano Artigianelli di Monza, presente in città dal 1872, vive giorni di festa per la canonizzazione del proprio fondatore: domenica 16 ottobre Papa Francesco proclamerà Santo Lodovico Pavoni, insieme con altri sei Beati.
Lodovico Pavoni è uno dei dieci Santi proclamati da Papa Francesco durante l’Anno Santo della Misericordia. La sua figura ben si inserisce in questo Giubileo, perché egli è stato un autentico testimone della misericordia e della tenerezza di Dio verso le giovani generazioni.
Pavoni nacque a Brescia, da nobile famiglia, l’11 settembre 1784, in un’epoca caratterizzata da profondi rivolgimenti politici e sociali. Ordinato sacerdote il 21 febbraio 1807, si dedicò quasi esclusivamente all’educazione dei giovani più poveri. Per loro nel 1812 fondò un oratorio. Sentendosi dolorosamente coinvolto dalla situazione di molti adolescenti che, abbandonati a se stessi e costretti a lavorare in ambienti moralmente pericolosi, perdevano i valori e i principi cristiani appresi nell’oratorio, don Lodovico Pavoni offrì loro una casa, una famiglia, un lavoro, aprendo nel 1818 l’Istituto di San Barnaba, quando il Vescovo lo nominò Rettore della chiesa adiacente e canonico della cattedrale.
Pavoni lo pensò come un “Collegio d’Arti” in cui l’intervento assistenziale era completato da un articolato progetto educativo, fondato sulla centralità della persona dell’educando e sull’amorevolezza, quello che più tardi verrà chiamato “metodo preventivo”. Intuì, inoltre, che per offrire ai suoi giovani un futuro dignitoso, era necessario che apprendessero una professione che li rendesse autonomi e socialmente utili. Per questo a San Barnaba si aprirono ben undici officine artigianali, fra cui primeggiò la Tipografia, riconosciuta come la prima scuola grafica d’Italia, che ben presto divenne una vera Casa Editrice.
Accolse nel suo Istituto anche i sordomuti, che predilesse perché, “essendo in maggior bisogno, hanno più diritto alle sollecitudini della carità”. Per i contadinelli progettò una colonia agricola a Saiano in Franciacorta, a dodici chilometri da Brescia. Per dare continuità e diffusione alle sue opere, fondò l’8 dicembre 1847 la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, i cui componenti – sacerdoti e laici consacrati – fossero direttamente inseriti nell’unica missione e vivessero “una vita perfettamente comune”.
Lodovico Pavoni morì a Saiano, dove si era recato per mettere in salvo i suoi ragazzi, il 1° aprile 1849, ultima delle “Dieci Giornate” di Brescia.
Pio XII, riconoscendone le virtù eroiche nel 1947, lo definì “un altro Filippo Neri, precursore di S. Giovanni Bosco, perfetto emulatore di S. Giuseppe Cottolengo”. Il 14 aprile 2002, nella solenne cornice di piazza S. Pietro a Roma, fu beatificato da Giovanni Paolo II, che ne ha fissato la memoria annuale al 28 maggio.
Attualmente la Congregazione dei Pavoniani continua l’impegno del suo grande fondatore nell’ambito educativo, editoriale-librario, con l’editrice Àncora, e pastorale in Italia, Spagna, Brasile, Colombia, Messico, Eritrea, Burkina Faso e Filippine.
Il programma dei giorni della canonizzazione prevede: per sabato 15 ottobre un incontro di preparazione a Roma presso il santuario del Divino Amore, con una Messa presieduta dal Vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, e un musical del gruppo “Musicalmente” di Genova, dal titolo “Abbi cura di te”; domenica 16 ottobre si terrà in Piazza S. Pietro alle 10.15 la solenne canonizzazione, presieduta da Papa Francesco; lunedì 17 ottobre, infine, si concluderà con una concelebrazione di ringraziamento, nella Basilica di S. Pietro, alle ore 9.00, presieduta dal card. Angelo Comastri.