Tra gli spettacoli “Fuori Brianza” che abbiamo il piacere di segnalarvi due appuntamenti al Teatro Carcano di Milano: fino al 24 aprile è in scena nientemeno che Arancia Meccanica, il romanzo di Anthony Burgess del 1962 che ebbe un successo planetario grazie alla trasposizione cinematografica del celebre regista Stanley Kubrik, capace di trasformarlo in uno film cult; qualche giorno più tardi, dal 28 al 30 aprile, il Balletto di Roma porta sul palco “Il lago dei cigni ovvero Il Canto”.
Per Arancia Meccanica la messinscena è di Gabriele Russo e trova come protagonista Daniele Russo nel ruolo di Alex, capo carismatico dei Drughi , la scenografia è a cura di Roberto Crea e le musiche di Morgan. E’ impressionante come, a distanza di oltre cinquant’anni dalla sua stesura, il romanzo di Burgess sia più che attuale, inserito in un oggi che trova forti analogie nelle vicende di Alex e dei Drughi, in una società sempre più volta al controllo delle coscienze e all’indottrinamento di un ‘pensiero unico’.
Lo spettacolo parte dall’adattamento drammaturgico che lo lo stesso Burgess fece del suo romanzo e resta fedele all’intento del testo di porre domande scomode e scuotere le coscienze. La storia, come nel romanzo, viene raccontata in prima persona da Alex e, in questa versione teatrale, tutto viene percepito come facente parte di un suo incubo; un mondo rarefatto e onirico nel quale però le cose avvengono realmente ed è presente un meccanismo di causa-effetto.
A riempire la scena è una scatola nera al cui interno si materializzano le visioni di Alex, installazioni di arte contemporanea che si autodistruggono nella scena successiva; ad accompagnare le deliranti visioni sono le musiche composte da Morgan, sviluppate partendo da Beethoven e trasformate man mano, fino a degenerare e ad approdare a un’idea deformata del compositore tedesco ed al suo personalissimo ed immaginato delirio, prodotto dalla mente di Alex.
L’aspetto che ha richiesto maggior impegno nella traduzione è stato la trasposizione del linguaggio dei Drughi, il Nadsat, inventato da Burgess, uno slang inglese con influenze russe. Per non perdere lo smarrimento, confrontandosi in alcuni momenti con la nuova generazione dei diciottenni, abituata all’utilizzo di un gergo molto identificativo.
Il pubblico si trova di fronte ad uno spettacolo assolutamente mozzafiato e dall’emotività dirompente, che porta inevitabilmente a riflettere sul concetto di libertà e di male assoluto, fine a se stesso.
Sempre al Teatro Carcano di Milano andrà, invece, in scena, dal 28 al 30 aprile, il Balletto di Roma con “Il lago dei cigni ovvero Il Canto“, una particolarissima opera, su musica di Piotr I. Ciaikovskij, presentata da Luciano Carratoni, con la regia e la coreografia di Fabrizio Monteverde, la collaborazione di Balletto di Roma, la direzione artistica di Roberto Casarotto e nata dall’ispirata fusione tra l’opera originale e l’atto unico di A. Cechov “Il Canto del Cigno” del 1887 che descrive le vicende di un attore ormai vecchio e malato che ripercorre mentalmente ed in modo struggente i tanti ruoli di una lunga carriera.
Come ben sappiamo il Lago dei Cigni è una favola senza lieto fine, nella quale i due protagonisti, Odette e Siegfried, pagano con la loro stessa vita la passione che li lega.
Monteverde, uno dei più apprezzati autori della danza contemporanea italiana ed esponente di una generazione di talenti nata negli anni novanta, crea un legame tra le due opere e, in un percorso struggente di memoria ed illusioni, porta in scena una compagnia di ‘anziani’ ballerini che ripercorrono gli atti di un nuovo Lago.
Gli stanchi artisti, di un’immaginaria compagnia decaduta, si aggrapperanno ad un ultimo Lago, tra il malinconico e sofferto ricordo di una giovinezza persa e l’estremo tentativo di rimandarne il finale. Odette/Odile, donna divisa a metà tra bene e male, sarà cigno e principessa, buona e crudele, fedele amante e beffarda rivale, cercherà se stessa senza limite, in un viaggio tormentato d’amore, tradimento, prigionia e liberazione e incarnerà la metafora di un’arte che non conosce traguardo. Giungerà al declino di una vita d’arte consumata come una Venere che mai invecchi.
Monteverdi, da sempre sensibile alle suggestioni letterarie e teatrali, svolge da ormai trent’anni un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che porta un segno unico e riconoscibile, che si esprime nelle invisibili profondità di racconti senza tempo, tra le righe di narrazioni moderne ed i risvolti psicoanalitici di favole antiche.
Il Balletto di Roma porta in scena “Il lago dei cigni ovvero Il Canto“, terza nuova produzione dal 2014, con la sua risaputa maestria e riconfermandosi una delle più attive compagnie della danza contemporanea italiana.
(a cura di Elizabeth Gaeta)
TEATRO CARCANO di Milano
Corso di Porta Romana, 63 – Milano (MI)
“Arancia Meccanica”
fino a domenica 24 aprile 2016
Orari
martedì, mercoledì, giovedì e sabato ore 20.30
venerdì ore 19.30
domenica ore 16.00
Biglietti
poltronissima € 34
balconata € 25
over 65 € 22/18/17/14,50
under 26 €15/13,50
“Il lago dei Cigni ovvero Il Canto” – Balletto di Roma –
da giovedì 28 a sabato 30 aprile 2016
Orari
giovedì 28 aprile 2016 ore 20.30
venerdì 29 aprile 2016 ore 19.30
sabato 30 aprile 2016 ore 20.30
Biglietti
poltronissima € 34
balconata € 25
over 65 € 22/18/17/14,50
under 26 €15/13,50
Info e prenotazioni
02.55181377 – 02.55181362
www.teatrocarcano.com
Per scuole e gruppi organizzati
gruppi@teatrocarcano.com
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