La pianura padana è un catino chiuso, le Alpi soprattutto a ovest sono alte e impediscono il rimescolamento dell’aria.
Quindi tutti gli inquinanti emessi per attività antropica rimangono intrappolati e senza rimescolamento della colonna d’aria aumentano in concentrazione.
In inverno i valori degli inquinanti aumentano non solo per emissione da riscaldamento degli ambienti domestici ma perché lo strato d’aria a contatto col suolo non si rimescola per inversione termica, nelle notti serene addirittura lo strato si assottiglia a meno di duecento metri, praticamente una camera a gas.
Nelle ore più calde della giornata l’inversione termica viene distrutta e lo strato di rimescolamento si attesta attorno a 800 metri in inverno, ma si arriva a oltre 2000 metri in estate, questo perché le molecole d’aria sono più agitate termicamente, inoltre l’aria più calda tende ad espandersi. Perciò in estate a parità di emissioni gli inquinanti si disperdono in volumi d’aria maggiori.
Quindi sul tema meteo e inquinamento non diamo colpa al riscaldamento per i valori più alti in inverno, ci sono le leggi della fisica che aggravano la situazione. Inoltre negli anni l’estensione della rete di metanizzazione ha migliorato notevolmente la situazione, il metano tra i combustibili fossili è senz’altro il più pulito.
Negli anni sessanta e settanta le caldaie funzionavano con combustibili fossili ad oli pesanti, come gasolio da riscaldamento, pieno di zolfo che ossidato nella combustione produceva anidride solforosa che a sua volta a contatto con umidità dell’aria dava acido solforico che insieme all’acido nitrico era responsabile delle piogge acide.
Ora l’anidride solforosa non è nemmeno più rilevabile nella maggior parte dei giorni dell’anno. Inoltre l’estensione del teleriscaldamento ha migliorato la situazione: contrariamente alla politica del fine secolo scorso, in ogni casa una caldaia da riscaldamento, si è capito che inquina di meno una grande caldaia per il teleriscaldamento che migliaia di piccole caldaie per un singolo appartamento.
Come si diceva le condizioni meteo non sono favorevoli in val padana per la dispersione degli inquinanti. Solo quando le correnti provengono da nord-ovest con impetuosi venti di favonio che cadono dalle Alpi con compressione adiabatica abbiamo giornate con bassissima concentrazione di inquinanti anche in inverno. Inoltre la presenza di potenti anticicloni invernali purtroppo semi stazionari rende l’aria pessima. L’anticiclone porta tempo stabile e sereno ma anche calma atmosferica e nessun rimescolamento dell’aria che viene compressa dall’alto verso il basso con accumulo degli inquinanti al suolo.
Le basse pressioni invece con maltempo aiutano il rimescolamento dell’aria che viene invitata ad ascendere, salendo la colonna d’aria si espande e si raffredda e dà precipitazioni. La stessa pioggia aiuta il dilavamento della colonna d’aria degli inquinanti ma è soprattutto l’ascesa che toglie gli inquinanti dal suolo a migliorare la situazione al suolo.
Quindi dovremo in futuro cambiare il nostro modo di pensare: parliamo di maltempo quando piove e tira vento e bel tempo quando la giornata è soleggiata, in realtà quando c’è maltempo piove e l’aria è pulita, inoltre la campagna viene bagnata, quando diciamo bel tempo ci sono il sole ma anche accumulo di inquinanti e siccità. Cambieremo le definizioni del nostro vocabolario?
Matteo Stucchi