I numeri legati all’andamento del Bitcoin sono molto buoni: solo in Europa c’è stato un flusso di 32,6 miliardi di euro nel corso del terzo trimestre di quest’anno, con un aumento superiore al 4% del patrimonio complessivo, che ormai da tempo ha superato la soglia dei mille miliardi di euro (a livello mondiale si sfiorano 10.000 miliardi di dollari). Inoltre, il recente lancio del primo ETF sul Bitcoin a Wall Street ha catalizzato ancora di più l’attenzione su questo crypto token.
Nell’ultimo periodo la crescita è legata soprattutto agli ETF obbligazionari, ma anche quelli legati al mercato azionario continuano ad essere molto apprezzati. In questo momento sono più di ottomila gli Exchange Traded Funds quotati in tutto il mondo: 1.200 di questi sono quotati alla Borsa Italiana. I piccoli investitori hanno mostrato di gradire lo strumento, anche perché gli permette di investire a costi contenuti, diversificando il proprio portafoglio.
Cosa sono gli EF e che caratteristiche hanno
Gli ETF sono dei fondi le cui quote vengono liberamente scambiate in Borsa, un po’ come succede con altre tipologie di titoli. Pur rientrando entrambi nella categoria degli strumenti di gestione collettiva del risparmio, gli ETF si distinguono dai fondi comuni perché si muovono in maniera del tutto automatica, replicando l’asset sottostante, che può essere un indice azionario, un indice obbligazionario o un paniere di materie prime. Sono infatti molti i risparmiatori che scelgono gli investimenti in etf proprio perché consentono un’ottima diversificazione del portafoglio
Inoltre, gli ETF molto economici per l’investitore: il gestore, infatti, non deve sostenere alcun costo ed alcuno sforzo per effettuare i controlli periodici. Gli ETF sono arrivati in Italia solo nel 2002, ma proprio la Borsa Italiana risulta essere il mercato europeo più movimentato per quanto riguarda questi strumenti.
Come funzionano gli ETF sul mercato azionario
Molte persone che hanno intenzione di investire nel mercato azionario optano per gli ETF che replicano l’andamento di un indice. Un indice, spesso indicato con il termine inglese benchmark, include i titoli delle società che appartengono ad uno specifico settore oppure che presentano dei precisi requisiti in termini di performance. Sono molto importanti anche dal punto di vista dell’analisi dei mercati, perché permettono di valutare lo stato della Borsa o di un suo specifico settore.
Il gestore, in base alle risorse raccolte, acquista i titoli inclusi nell’indice a cui fa riferimento il fondo: così facendo, l’investimento ha un valore esattamente identico a quello dell’indice stesso. Essendo fondi passivi, il gestore non ha nessuna discrezionalità nella scelta dei titoli da acquistare, perché l’investimento viene fatto solo ed esclusivamente su quelli che fanno parte dell’indice di riferimento. Il risultato dell’investimento, quindi, non è collegato alle capacità di gestione del gestore, ma al semplice andamento del benchmark.
I motivi del successo degli Exchange Traded Funds
La maggior parte degli ETF azionari fa riferimento a panieri composti da titoli ad elevata capitalizzazione. Gli investitori apprezzano particolarmente questo strumento per due motivi:
- i costi sono contenuti, perché la struttura semplice del fondo e la gestione passiva permettono di mantenere basse le commissioni;
- permettono di diversificare l’investimento, perché gli indici possono fare riferimento ad una sola nazione o ad un solo settore economico, ma ci sono anche quelli più ad ampio respiro.
Le statistiche dimostrano che gli investitori europei sono orientati prevalentemente sugli ETF che replicano indici azionari mondiali: questa tipologia di fondo rappresenta circa la metà dell’intera raccolta. Seguono gli ETF che replicano gli indici del Nord America, ma crescono anche quelli che fanno riferimento ai mercati emergenti. Nell’ultimo periodo gli osservati speciali sono gli ETF ESG, ovvero Environmental, Social and Corporate Governance.