Mario Verpelli, fotografo e autore
Nasce con un interesse per le materie letterarie ma si ritrova a frequentare una scuola tecnica, il mitico Mosè Bianchi di Monza, che sforna validi ragionieri e geometri. O forse è proprio lì che si accorge di prediligere, di provare un interesse maggior per la letteratura, la storia e la filosofia piuttosto che il diritto e la ragioneria. E comunque, pur con qualche intoppo prende il diploma e, sempre più convinto della sua propensione, s’iscrive alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne e Contemporanee alla Statale di Milano. Ma i tempi non sono dei migliori. La politica ci invade, la fa da padrona, anche e soprattutto nel mondo della scuola e universitario in particolare. Il fermento, le lotte studentesche, la contestazione, sfociano in manifestazioni spesso violente. Sono gli anni terribili in cui molti giovani di opposte fazioni (ah quante volte abbiamo sentito queste parole…) perdono la vita in reciproche aggressioni. E’ l’effetto degli “opposti estremismi” di quegli anni. La violenza diventa, purtroppo, quasi quotidiana ma tempi ancora peggiori ci attendono, quelli delle Brigate Rosse e di Prima Linea, con le loro spietate esecuzioni. Verranno giustamente definiti gli “Anni di piombo”.
C’è da essere disorientati da quello che accade. E’ in questo clima che decide, pur con qualche incertezza e perplessità, di abbandonare l’Università. Chi l’ha frequentata in quegli anni sa che clima si viveva, e la Statale in particolare era, ancor più di altre, una roccaforte.
Si trova così inserito in un bell’ufficio e inizia a gestire fatture e prime note. Per fortuna presto il lavoro cambia, si fa un po’ più interessante e la sua attività un po’ più varia. Le sue mansioni assumono i nomi più disparati, Controllo di Gestione, Financial Consultant, Project Manager. Passano gli anni, tanti, quasi 4 decenni. E alla fine eccolo qua ad occupare, sicuramente con minore assillo, il suo tempo mettendo assieme quattro parole e due fotografie. Con passione per la sua Brianza.