Editoriali & Opinioni

Liga Rock Park, bilancio di un evento da ricordare

Brianza Acque

Liga Rock Park concertoLiga 24 ore dopo. The day after la grande kermesse musicale del Liga Rock Park, nel Parco di Monza, o meglio nell’Autodromo Nazionale. Tranquilli amici ecologisti (a BrianzaPiù il verde piace assai ed al territorio dedichiamo tanta attenzione, ma pure agli eventi senza i quali il territorio è morto) il Parco è pulito, i fili d’erba si riprenderanno, il bruco indigeno proseguirà nel suo lento vagare tra le foglie, gli uccelli si cheteranno e le fastidiose cimici verdi continueranno a volare indisturbate, dopo aver rotto le balle alle tante fans del cantante di Correggio.

Due giorni di incredibile happening, con 140mila presenze da tutta Italia, principalmente dalla Lombardia, almeno per il 55%. Un mese di lavoro per approntare il mastodontico palco che ha offerto un incredibile spettacolo di luci e di suoni. Una gigantesca multivisione all’interno della quale Ligabue si è mosso, ad onor del vero non come un tempo (ma l’età anagrafica conta pure per lui) quando aveva una folta lunga chioma sulle spalle. Non a caso il buon Liga si è lamentato del freddo della sera, quasi a paventare sospetti acciacchi reumatici, che a 56 anni ci possono pure stare. Ma nel Parco si sa che, già dai primi di settembre, la notte fa freschetto e ci vuole la felpina, e pure la cerata. Liga Rock Park Luciano

Il bilancio del concerto è stato buono, eccezionale per gli effetti e per l’incasso. Volendo si poteva anche incassare di più, dicono gli organizzatori, ma si sono fermati per non inondare il Parco. Hanno convinto e strappato applausi i cavalli di battaglia dell’artista, che ha anche presentato alcuni brani del nuovo album in uscita il 18 novembre. 32 brani in tutto. Tanta roba per quasi tre ore di musica. A sentire i vecchi ligabuiani non tutti appaiono convinti dei nuovi prodotti, ma va da se che si convinceranno ascoltandoli e riascontandoli, regalandosi magari il disco per Natale. 

Le polemiche “verdi” però non sono mancate prima, non mancano nel post evento e non mancheranno nei prossimi giorni. Diciamo che se ci fosse stata una Giunta comunale di colore diverso sarebbero state molte, ma molte di più. Anzi, più di qualcuno sarebbe sceso in piazza a raccogliere firme o si sarebbe legato a qualche robinia del parco in attesa di qualche nobile volatile pronto a considerare la sua presenza. Intanto un esposto alla magistratura è stato fatto. Forse è il caso di ricordare che l’organizzazione, che ha funzionato in generale più che bene, è esperta, tanto che anche da Villa Borghese a Roma ne è uscita alla grande. All’interno della area della Gerascia, adibita ad ospitare il pubblico, tutto ha funzionato ottimamente, tant’è che nel giro di poche ore il pratone è stato ripulito dai ragazzi in maglietta verde incaricati delle pulizie, con raccolta differenziata, nel rispetto della certificazione richiesta. Pronti a pagare per eventuali danni a smontaggio avvenuto. Il Parco, si può dire, che gode ancora di buona salute e l’erba serenamente si riprenderà, basta l’umido della notte che tanto ha infastidito il rocker nostro. 

Liga Rock Park Protezione Civile

Foto di gruppo per la Protezione Civile monzese (dal profilo FB)

Non abbiamo notizie di gravi malori, in ogni caso erano pronti anche i rianimatori, gli infermieri e i tecnici perfusionisti della ASST di Monza, oltre che la Protezione Civile in caso di calamità e le GEV per proteggere gli alberi.

Bene ha fatto la squadra di Avis provinciale Monza e Brianza con i donatori di sangue brianzoli che sono stati parte attiva nell’evento, impegnati nella gestione del servizio di bar e ristorazione. Ben 250 volontari più 150 donatori della provincia di Reggio Emilia, forti dell’esperienza del mitico Campovolo 2015. Giustamente per donare il sangue non bisogna mica “magnare” porcherie ai concerti.

Benissimo hanno fatto le Forze dell’Ordine chiamate a vigilare su una vasta area, ma soprattutto ad assicurare lo svolgimento dell’evento anche con un impegno, se vogliamo, di intelligence preventiva, laddove il rischio di attentati esiste in tutt’Europa e non va negato con i tempi che corrono, tanto che dopo il Bataclan a Parigi il livello di attenzione è quantomai alto. In totale quasi 2000 uomini tra sicurezza interna ed esterna, tra vigilantes dell’organizzazione (1200), Polizia, Carabinieri, GdF ecc. (oltre 500 uomini), più Polizia Locale.

Niente gravi malefatte, niente incidenti per un’ordinaria amministrazione che quasi spiazza i detrattori, con 45 biglietti e 1500 prodotti con il logo “Liga Rock Park” falsificati, 21 persone denunciate per merce contraffatta, 18 bagarini sorpresi, tre dei quali denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. 1500 bottigliette di acqua minerale e birra sequestrate a venditori abusivi dalla Polizia Locale. 

Sul traffico qualche nota negativa ci è giunta e certamente qualcosina va sempre migliorata soprattutto nel deflusso dalla città, per evitare inutili giri dell’oca per raggiungere i nodi autostradali, ma questo accade anche per il Gran Premio. Si è avvertita poi la mancanza di una navetta dalla zona del Rondò dei Pini – Piazzale Virgilio, dalla quale per arrivare all’area del concerto bisognava farsi a piedi quasi dieci chilometro andata e ritorno. Comunque tutti nel giro di un paio d’ore se ne sono tornati a casa felici e contenti, con le orecchie che fischiavano di brutto. Non proprio contenti per i parcheggi, non proprio a buon mercato, e per il park dell’ospedale che toglieva posti a chi andava a trovare i propri cari ammalati. Non solo, i blocchi da via Ramazzotti e quelli in viale Elvezia hanno generato qualche risotto. 

Adesso che vogliamo fare? Ci vogliamo attaccare ai mozziconi di sigaretta? a qualche cartaccia portata via dal venticello? a qualche spellacchiatura del manto erboso dovuta per lo più al culetto caldo dei fans? Gli amici ecologisti del Comitato per il Parco hanno documentato tutto fotograficamente, in ogni dettaglio, nella speranza che abbiamo beccato anche qualche bella cacca di cane; pur convinti che faccia bene come concime, va pur tolta, ma sicuramente al concertone gli amici a quattro zampe non sono andati altrimenti i megawatt gli avrebbero frantumato i timpani. Allora vuoi vedere che la cacchina era stata lasciata prima da qualcuno che non rispetta le regole del Parco? Dagli stessi che magari fanno il pic-nic nelle domeniche di festa, che prendono il sole sdraiati sopra un telo, e pure qualche carta gli vola via, e pure qualche bruciatura la creano a ‘sta benedetta erbetta.

Vogliamo portar via il pratone della Gerascia a quei “cattivoni” della SIAS che gestiscono l’Autodromo? Vogliamo impallinare il direttore del Consorzio del Parco e della Villa, che è pure facile da beccare vista la mole? Al Presidente-Sindaco, che in buona parte sui concerti nel Parco ha cambiato idea, quale sorte destiniamo? Che vogliamo fare? Vogliamo tenere immacolato il nostro beneamato Parco ? Meglio sarebbe dire vergine, ma con tutti quelli che ci vanno a “limonare” potrebbe servire anche per una bella campagna per il fertility day dell’anno venturo (gli offro uno spunto gratuito al Ministro Lorenzin che tanto i creativi non li vuole più pagare dopo quello che le hanno combinato).

Il Parco di Monza è un parco storico e come tale va trattato. Si continua a ribadire dall’angolo verde. Invece i giardini di Villa Borghese? Oppure i grandi parchi urbani di New York che qualche concertino l’hanno ospitato, vedi Central Park, con adunate spesso oceaniche. A Londra e in altre capitali europee mi pare accada lo stesso. Ligabue e la sua organizzazione si sono comportati più che bene, raccomandando a tutti il rispetto del Parco e la risposta è stata più che dignitosa, si può dire quasi perfetta vista la marea umana. A Milano per i Led Zeppelin la mia generazione combinò non pochi casini. Tanto per dire che la coscienza civica odierna fortunatamente è migliorata tanto.

Liga Rock Park

(Le imnmagini del Liga Rock Park sono del sito dell’evento)

The last but not the least, ultimo ma non meno importante, l’indotto economico, le ricadute sul territorio, anche d’immagine: per i Coldplay a Torino vennero incassati 2,5 milioni di euro e il ritorno calcolato è stato tra 7,5 e gli 8,3 milioni,qualcuno dice pure di più. Ed erano oltre 40mila. Tenuto conto che a Monza sono arrivati 100mila in più, fate un po’ voi i conti. Gli albergatori, gli affitta camere, i baristi e ristoratori sono certamente contenti. Pure noi, se pagano le tasse e quindi generano a loro volta introiti per l’erario.

A proposito dei Coldplay, tenuto che stanno preparando il tour 2017, potrebbero essere tra i papabili da portare a Monza, ma forse c’è in lizza qualche nome ancor più altisonante del mondo rock. 

Stando così le cose, a consuntivo pressoché ultimato, gli amici ecologisti sotterrino tranquilli l’ascia di guerra e vadano pure ad urlare contro il cielo, come ha fatto il Liga ad inizio e alla fine del suo Rock Park, che comunque già è entrato nella storia di questa Monza, capace solo di farsi delle belle pennichelle la sera, come dormitorio pubblico della grande metropoli fagocitatrice, complice proprio quei brianzoli e monzesi che non fanno mai squadra, amano lo sport del lamento, del parlarsi dietro, del dormire sonni tranquilli nella loro opulenza. 

Carlo Gaeta 

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