A bilancio definitivamente ultimato, sono due i “desaparecidos” del Gran Premio d’Italia, a parte la Ferrari che sia in prova sia in gara non s’è vista. Se vogliamo, con l’arrivo di Liberty Media e del nuovo contratto milionario, ce n’è anche un terzo, ma in realtà si tratta di una nuova destinazione d’uso: ci riferiamo al building hospitality del paddock che, per contratto, è passato di mano, finendo in gestione agli americani con la SIAS (la società di gestione dell’Autodromo Nazionale, pardon, di Monza ENI Circuit) finita spostata lassù ai quattro venti, nel sottotetto del palazzo che a suo tempo costò una vagonata.
Le illustri “scomparse”, degne di “chi l’ha visto?”, sono senza dubbio lo storico Premio Confartigianato Motori, che in Autodromo aveva messo le tende da 34 anni e il venerdì, alla fine della prima sessione di prove, premiava piloti, tecnici, giornalisti, PR e addetti ai lavori, con tanto di accreditata giuria, e la tribuna Amici dell’Autodromo e del Parco, alla variante Ascari, una presenza fissa da decenni. Di fatto sono stati cancellati entrambi, ufficialmente perché finiti nel tritacarne del nuovo corso comandato da ACI Italia e da Liberty Media. In realtà per una serie di ragioni che fanno capo alla solita, atavica, incertezza, a una certa latente ipocrisia, e all’incapacità di far sentire per tempo la propria voce nelle opportune sedi, ricordando a tutti (belli e brutti, vecchi e soprattutto nuovi) che entrambe le situazioni avevano una storia certificata legata al GP.
Sul Premio Confartigianato Motori, avrei molto da dire anche perché per una ventina d’anni sono stato di “persona, personalmente” coinvolto per “tenere in mano” il microfono. Mi limito ad alcune oggettive considerazioni: la manifestazione è stata trasferita in centro Monza, nell’ambito di MonzaGP, riducendosi di fatto a evento locale. A parte i giovani dell’Academy Ferrari, sono mancati i grandi nomi e l’evento, un tempo tanto atteso, si è trasformato in una sfilata di amici degli amici, molti dei quali già premiati in tempi recenti, con il pubblico all’Arengario che manco ha ben compreso cosa stava accedendo e chi era il promotore di quella premiazione. La maggior parte stazionava lì perché aveva saputo che alla fine ci sarebbe stato un pubblico buffet. Bravi tutti, per carità, e quando “ufficialmente” mancano i danè ci sta questo e altro, ma nel contempo non si può nemmeno additare le responsabilità di questo annichilimento al vecchio staff di organizzazione che in tanti anni di lavoro aveva portato il Confartigianato Motori a essere una delle poche manifestazioni collaterali con pedigree nel week-end del Gran Premio, addirittura con uscite in Villa Reale e a Milano in piazza Lombardia sotto la Regione. Insomma, il rilievo nazionale e in parte anche internazionale è andato a farsi benedire, con buona pace delle tante versioni ascoltate nelle scorse settimane per giustificare in qualche modo la scontata debacle; affermazioni e accuse anche di una certa pesantezza nei confronti del passato che oggi sono oggetto di una piccata lettera che sarebbe finita sui tavoli di Confartigianato Nazionale e locale, facendo incazzare non poco qualcuno. Ma va da sé che chi si è sentito messo in discussione e pubblicamente danneggiato adesso faccia sentire la propria voce, se non altro per dire come davvero sono andate le cose. Al di là di tutto, volendo, lo spazio per organizzare il Premio in Autodromo, sopra il building, il venerdì si trovava (come chi scrive ha opportunamente verificato) garantendo così una consona 35a edizione del Premio. Bastava ragionare, partire prima, trattare con la SIAS e i soldi degli sponsor si trovavano. Peccato.
Peccato anche per la storica Tribuna Amici dell’Autodromo. D’accordo, era una sorta di agevolazione e compendio che la vecchia dirigenza della SIAS riconosceva a coloro che per tanti anni si erano battuti per non perdere il Gran Premio e quindi veder il glorioso tracciato fuori dal mondiale. Anche in questo caso, ahimè, mi vedo coinvolto, se non altro per aver scritto nel 2002 il libro che raccontava i 25 anni dell’associazione sportiva, con tutto quello che era stato fatto, dalla raccolta di firme per salvare l’autodromo alle manifestazioni di piazza, agli interventi sui politici nazionali e locali. “Monza, operazione salvataggio” s’intitola la pubblicazione ed era la sintesi di una bella storia di passione che oggi forse va ripresa in tutto il suo valore ed implementata con altre iniziative, anche perché di fatto l’impianto non è più in pericolo come un tempo, se pur fino a ieri lo era stato.
Cos’è accaduto agli Amici? Semplicemente che la nuova SIAS “romana” ha chiesto come veniva gestita la tribuna e come poteva essere accampato quel diritto d’uso. Ebbene, pur essendoci in giro alcune carte che ne comprovavano utilizzo e gestione concordata con la direzione da tempo immemore, mancava forse la “pezza” giustificativa giusta per dire “è nostra”, anche perché tutto l’impianto vive su terreno demaniale ed è soggetto a concessione. La questione, come l’altra sopra descritta, è più o meno esplosa a fine giugno e per quieto vivere si è cercato in qualche modo di mettere una pezza in estate. Tenuto pure conto che l’ex presidente degli Amici siede oggi nel consiglio di AC Milano e pure in quello della SIAS. Quindi sarebbe stato come pigliarsi a pugni in faccia da soli. Fatto sta che i soci sono stati in qualche modo accontentati e sono stati sistemati anche i portatori di handicap che, con i loro accompagnatori, trovavano da anni posto ai piedi dei gradoni all’uscita della curva Ascari. Gli altri, come da miglior tradizione, si sono attaccati al tram! Con il rischio che anche il rosso avamposto vada a sparire dal villaggio dell’Autodromo. Pure in questo caso c’è qualcuno che ha minacciato fuoco e fiamme. A frittata già fatta però! Ufficialmente perché bisognava permettere che tutto si svolgesse in tranquillità, per non disturbare il manovratore, con la promessa che gli invenduti sarebbero poi tornati in mano agli Amici. Ma pare non sia andata proprio così.
Per entrambe le titolate “sparizioni” vedremo come finirà. Intanto, il nuovo corso dell’Autodromo ha marcato un incasso record, anche se molti biglietti della Tribuna Ascari nr.15 pare siano rimasti invenduti (costavano “appena” 460€ per la domenica, 480€ si si optava per l’abbonamento per i tre giorni).
Carlo Gaeta