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La LAV di Monza salva il leone Simba


Il Leone Simba nel centro di recupero specializzato e riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente (2015)

Il Leone Simba nel centro di recupero specializzato e riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente (2015)

Com’è noto non ci occupiamo di cronaca giudiziaria e più in generale di notizie non piacevoli, ma questa è una storia che possiamo considerare in buona parte a lieto fine e quindi la riportiamo senza fare nomi e cognomi dei poveri umani protagonisti, citando il solo il Re della foresta segregato con altri animali in un circo di dubbia fama. Diciamo subito che il caso è stato portato alla ribalta dalla LAV Lega Antivivisezione di Monza che, occupandosi dei diritti degli animali, si è fortemente battuta per chiedere giustizia per i quadrupedi e i volatili reclusi in un circo, finendo per portare davanti ai giudici due circensi responsabili dei maltrattamenti, uno dei quali verrà giudicato dal Tribunale di Monza l’8 settembre prossimo. Per l’altro invece bisognerà attendere il 2016. Entrambi sono accusati dalla Procura monzese di aver sottoposto, per crudeltà e senza necessità, a pesanti maltrattamenti un leone, una tigre, due istrici, un alligatore, un caimano, un coccodrillo del Nilo, una poiana di Harris, un avvoltoio a testa gialla, quest’ ultimo morto per denutrizione cronica. Gli animali sono stati trasferiti, proprio su impulso della LAV, in un centro di recupero specializzato in Toscana nell’ottobre del 2014 ed ora stanno meglio.

La triste vicenda giudiziaria si è aperta nel novembre del 2012 con il sequestro per maltrattamento degli animali operato dalla Polizia Provinciale di Monza e confermato dalla Procura della Repubblica di Monza. Già nell’ottobre del 2012 la LAV di Monza, aveva effettuato un sopralluogo presso il circo a cui era seguita una segnalazione alle autorità. Il sopralluogo della LAV aveva evidenziato violazioni della normativa vigente e l’evidente stato precario degli animali.

La Citazione a Giudizio specifica che i due circensi avevano sottoposto gli animali a “comportamenti  e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”. Gli animali, infatti, sarebbero stati detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, provocando uno stato di grave sofferenza e cagionando lesioni consistenti in un generale decadimento dello stato di salute. In particolare, le condizioni di detenzione hanno condotto, come certificato dal referto dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana (Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense) al decesso dell’avvoltoio a testa gialla. 

Il Leone Simba prima

Il Leone Simba all’arrivo nel centro di recupero specializzato (settembre 2014)

A questo si deve aggiungere che il leone Simba, trasferito a settembre del 2014 in un centro di recupero specializzato in animali esotici, era in condizioni fisiche disperate al momento del suo prelievo nel carro-rimorchio dove era rimasto chiuso per anni.

Simba è stato tenuto nel rimorchio insieme alla tigre Belinda (nome di fantasia), separati solamente da una grata. Notoriamente le due specie sono incompatibili tra loro e non devono essere collocate in vicinanza, per evitare un continuo stato di stress. Inoltre, la  detenzione nel rimorchio non poteva in alcun modo soddisfare i bisogni etologici di questi stupendi animali. Simba e Belinda vivevano in spazi angusti per la maggior parte del tempo ed erano continuamente esposti alla vista del pubblico, senza che fosse loro fornito libero accesso a beni di sostentamento necessari.

La situazione dei due animali si è aggravata quando gli stessi, nonostante fossero stati posti sotto sequestro già nel 2012, non sono stati sottratti alla condizione di maltrattamento in cui si trovavano, ma sono stati affidati in custodia ai circensi, indagati prima, imputati ora, per maltrattamento. 

“Si tratta, purtroppo, di una prassi diffusissima in Italia, che spesso conduce a maggiori sofferenze e, come in questo caso, anche alla morte degli animali detenuti dagli indagati – spiega Gaia Angelini, Campaigner LAV Animali esotici in cattività – Il motivo è spesso la mancanza di spazi in centri di recupero per questi animali e di finanziamenti per tali strutture. Riguardo a questo aspetto, abbiamo segnalato che il Governo Italiano finanzia i circhi con animali con 3 milioni di euro all’anno (Rapporto LAV: http://www.lav.it/cosa-facciamo/animali-e-spettacoli/fondi-pubblici-ai-circhi) tramite il Ministero dei Beni culturali, mentre devolve ai centri di recupero per animali esotici meno di 400.000 euro all’anno. Un paradosso che da tempo abbiamo chiesto di sanare, abolendo il finanziamento pubblico ai circhi con animali e riconvertendo il settore ad altre attività senza sfruttamento di animali.”

A tale proposito, la LAV ricorda che la Federazione Europea dei Veterinari  (FVE) ha appena rilasciato una posizione scientifica

(http://www.fve.org/uploads/publications/docs/fve_position_on_the_travelling_circuses_adopted_final.pdf)

che sottolinea come la detenzione di animali selvatici nei circhi sia contraria ai loro bisogni etologici. La FVE, il cui membro italiano è la Federazione Nazionale Ordine dei Veterinari Italiani (FNOVI), ha sottolineato che gli animali esotici mantengono la loro natura selvatica anche quando detenuti in un circo, e nati in cattività, e che i loro bisogni etologici non possono in alcun modo essere soddisfatti in un contesto di vita circense.  

“Ci auguriamo che l’8 settembre la Magistratura voglia riconoscere il diritto degli animali detenuti a una vita libera dalla cattività forzata che ha causato maltrattamento e dal concreto rischio di una morte per stenticonclude Gaia AngeliniQuesta vicenda ha dimostrato che gli animali non hanno alcun valore per i due imputati, se non quello di trarne profitto. In maniera continuativa e reiterata gli stessi, infatti, hanno mostrato il più completo e grave disinteresse per la salute e il  benessere di questi animali. Ottenere la confisca di tutti questi animali è necessario per garantirgli un futuro senza sofferenze”. Intanto dalle foto pubblicate si vede che il buon Simba si è ben ripreso, rimettendo in mostra la sua folta criniera.

c.g. 

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