Per una sera, il cielo si è capovolto.
L’universo intero sembrava aver stravolto le proprie regole, i ruoli stabiliti da tempo e così rimasti per sempre nel corso dell’infinito susseguirsi delle stagioni.
Ma quando la vita viene stravolta, completamente rivoluzionata e le nostre certezze abbattute, annullate, non resta che insinuarci noi stessi in quel sistema di cambiamento destabilizzante che tanto ci terrorizza.
E il cielo e la terra, per una sera, si sono capovolti. E noi siamo stati gli artefici di questa rivoluzione.
Le stelle che illuminano il cielo notturno facendo da contorno alla luna, hanno visto, nella sera di domenica 15 marzo nel bel mezzo della pandemia di Coronavirus e della quarantena da essa derivata, la terra sotto di loro spegnersi e, nello stesso frangente, riaccendersi di tante minuscole ma altrettanto brillanti luci.
Italia, ti dedichiamo le stelle
Le luci della speranza, le luci della condivisione, quelle luci che hanno parlato per noi e che hanno trasmesso più di ogni possibile discorso. Le luci del conforto e della vitalità, una vitalità che solo noi possiamo riaccendere in questo periodo.
Il cielo sembrava sceso sulla terra e le stelle con esso. Una stella brillante e vitale scesa sul balcone, sulle finestre, delle case e dei palazzi di tutta Italia.
Alle ore 21 di domenica sera, le abitazioni del nostro stivale si sono spente, hanno spento tutte le loro luci per poi accenderne una sola, più potente di tutte le altre, innalzata verso il cielo blu notte. Torce, candele, la semplice pila incorporata nei cellulari, chiunque ha potuto accendere la propria luce e puntarla in alto, verso quei bellissimi e lucenti puntini luminosi che da sempre infondono la loro luce dal cielo alla terra.
Italia, ti dedichiamo le stelle
E per una notte, l’ordine delle cose è mutato. La terra ha puntato la propria luce verso l’alto. L’Italia ha fatto sentire la sua presenza, la sua forza, la sua voglia di guarire e di ricominciare a vivere, a tutto il cielo, a tutto l’universo.
Per una notte soltanto noi abbiamo illuminato il cielo. Siamo diventati stelle. Quelle stelle che donano luce nell’oscurità e che segnano la strada ai viaggiatori dispersi.
In una situazione di totale smarrimento, dove non possiamo guardare alle stelle per ritrovare la strada, dove non basta una mappa o un navigatore per imboccare la corsia giusta e procedere dritti e sicuri verso la meta, ci siamo tramutati noi stessi nella luce che deve illuminare il nostro cammino.
Non solo, le luci che tutta Italia ha acceso la scorsa sera, erano dedicate a tutte quelle persone che versano in uno stato di ancor maggiore smarrimento, sofferenza e inquietudine. Quelle luci erano per tutti i malati di Coronavirus, per le persone in quarantena lontane dai propri affetti e dalla consolazione che solo le persone amate possono dare, per gli ammalati in ospedale, per chi è attaccato a un respiratore a combattere una lotta estenuante contro questo atroce nemico, per gli infermieri e i dottori che lottano con loro in primissima linea, per tutti quelli che non ce l’hanno fatta.
Italia, ti dedichiamo le stelle
Per chi non riesce a vedere nemmeno una piccolissima luce accanto a sé in questo incredibile, assurdo e quasi surreale momento, tutta Italia ieri ha acceso la propria luce. Per donarla a chi non vede altro che buio, per proiettare un fascio di luce e di speranza, di vicinanza e di comprensione, di gratitudine, di voglia di uscire da questo tunnel che pare essere senza fine. Un abbraccio luminoso e sincero da tutta Italia, per l’Italia.
Per quell’Italia piegata, ma che cerca disperatamente a tutti i costi di non spegnersi.
Italia, ti dedichiamo le stelle
Un applauso rincuorante ha, infine, dato voce a quelle luci.
Per poter parlare tutti insieme e splendere all’unisono, anche e soprattutto per chi non ha nemmeno questa possibilità, per chi la sua stella non può farla brillare, per chi la sua voce non può farla sentire talmente è impegnato a sconfiggere il nemico.
Italia, ti dedichiamo le stelle
Per un’Italia e una Lombardia che sta soffrendo, ma che non si è arresa.
Per un’Italia e una Lombardia che merita le stelle.
Francesca Motta