La Città di Inzago celebra quest’anno Luigi Marchesi, uno dei più grandi cantanti lirici di tutti i tempi. Dopo i primi appuntamenti di ottobre, domenica 1 novembre, durante la cerimonia in commemorazione dei defunti, è stato inaugurato il cenotafio in ricordo di Marchesi, restaurato e ricollocato nel cimitero in posizione centrale. Lo scorso 15 ottobre il primo atto del progetto internazionale “The Marchesi Project” firmato dal Musicologo Stefano Aresi, promosso dalla Fondazione Ospedale Marchesi di Inzago e sponsorizzato, tra gli altri, dalla Banca di Credito Cooperativo di Carugate e Inzago. Il progetto è stato pensato per far rinascere i fasti di Luigi Marchesi e pone Inzago e la Martesana al centro delle attenzioni internazionali con una serie di eventi, pubblicazioni, registrazioni discografiche, convegni, promossa da Stile Galante di Amsterdam.
La cerimonia di apertura delle celebrazioni marchesiane si è svolta nella Settecentesca Villa Facheris a Inzago, oggi sede della Bcc. Il Maestro Stefano Aresi, i rappresentanti della Fondazione e degli sponsor hanno presentato il CD “Arias for Luigi Marchesi” e la mostra “Luigi Marchesi: un soprano tra Ancient Régime e Restaurazione”: tra gli oggetti esposti il testamento del cantante, stampe encomistiche coeve, partiture con abbellimenti originali, lettere e documenti legati al grande soprano.
“Atti dovuti – dice Gabriella Molina presidente della fondazione Marchesi attiva da anni in città – momenti per riproporre a tutti gli inzaghesi la riscoperta della storia, della vita, della musica del Marchesi, che aveva scelto Inzago, allora terra amena, luogo di villeggiatura per tanti milanesi, per i suoi ultimi anni di vita”.
Luigi Marchesi, sopranista, uno degli ultimi grandi castrati italiani, nacque a Milano l’8 agosto 1754. Studiò a Bologna ed entrò nel coro del Duomo di Milano nel 1765. Raggiunse ben presto una grande notorietà, cantando nei maggiori teatri in Italia e all’estero (Vienna, Londra, San Pietroburgo). Nel 1796 si rifiutò di cantare per Napoleone, quando questi entrò in Milano, e per questo venne onorato come eroe nazionale dal pubblico. Nel 1806, al culmine del suo grande successo, si trasferì nella sua villa di Inzago, ove morì il 14 dicembre 1829. Benefattore che ha lasciato in eredità al territorio l’ospedale che porta il suo nome, oggi residenza per anziani oltre che centro medico di riferimento per tutta la Martesana, in vita fu una vera e propria star del canto: amato e ricercato quanto invidiato e criticato, la sua vita si incrociò, oltre che con quella di Napoleone, con Mozart, Cherubini, Maria Cosway, i fratelli Verri, Foscolo, Caterina di Russia, Andrea Appiani e altri, rendendolo uno dei personaggi più popolari d’Europa nell’età delle grandi rivoluzioni di fine Settecento.
Proprio Inzago custodisce parte dei segreti di questo grande artista. Sembra, infatti, che qui – dove aveva una residenza estiva – abbia attraversato una profonda crisi spirituale negli anni di malattia prima della morte, che lo portò a riavvicinarsi alla Fede. Il progetto è scaturito dalla passione e dalla ricerca storica e musicale del Maestro Stefano Aresi: 38 anni, originario di Cassano d’Adda, ma residente ad Amsterdam; musicologo specializzato nel repertorio secentesco e settecentesco. Nel corso del 2015 il progetto Marchesi ha già visto realizzati alcuni eventi: si è partiti lo scorso 23 Marzo con la giornata di studi “Musica, lettere e istituzioni a Milano nell’età di Luigi Marchesi (1754-1829)”, un approfondimento nella cornice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nei mesi scorsi a Bergamo, sono state eseguite le registrazioni del CD (pubblicato a settembre) contenente arie originali del Marchesi e interpretato da Ann Hallenberg, mezzosoprano svedese. Un’opera che sarà replicata dal vivo in tutta Europa da novembre a gennaio e che si presenta come la più importante e originale produzione di musica classica del 2015 a livello internazionale.
«Sono rimasto colpito in maniera estremamente positiva – commenta il Maestro Stefano Aresi – dall’accoglienza e dall’entusiasmo offertoci dalla Fondazione Marchesi e dalla BCC di Carugate e Inzago: è raro godere di sponsor così attenti, innamorati del territorio su cui lavorano e rispettosi, specie in Italia, dove pare essere un momento poco propizio per gli investimenti culturali».
Un’osservazione che trova riscontro nel commento di Giuseppe Maino, Presidente di BCC Carugate e Inzago: «La cultura è il patrimonio più grande che gli abitanti di un territorio possono condividere è il nostro passato, ma anche il nostro futuro. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo al Progetto che ci è stato proposto dalla Fondazione Marchesi. Crediamo fortemente in questa operazione di riscoperta della figura dell’illustre soprano Luigi Marchesi che ha scritto pagine importanti anche della storia di Inzago».
Pierfranco Redaelli