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Incredibile ma vero: a Tokyo c’è il ristorante La Brianza!

Brianza Acque

Ristorante La Brianza

Il titolare Yoshiyuki Okuno si è “mangiato” una “o” forse per comodità di pronuncia a vantaggio dei clienti giapponesi.

Il Giappone è uno di quei luoghi della terra che agli occhi di noi brianzoli appartengono più alle categorie dello spirito che alla realtà. Solo a pronunciarlo, quel nome evoca distanze lontanissime: geografiche, ma anche e soprattutto culturali. Quand’ero piccolo,  mio padre mi raccontava spesso le avventure di un suo amico di gioventù, soprannominato el giappones de Montisell: all’inizio credevo fosse davvero giapponese, ma in realtà era brianzolo, chiamato così solo perchè svolgeva una attività d’import di sete dal Giappone e ogni tanto vi si recava per affari.

Nei racconti di mio padre, el giappones che andava fino in Giappone era per me più coraggioso di Neil Armstrong, primo uomo sulla Luna. Questo, per darvi l’idea che del Giappone abbiamo noi brianzoli di vecchio conio, sottinsieme dell’umanità indigena nel quale io ormai – ahimè – da tempo mi colloco.

Va peraltro detto che nell’immaginario italico la Brianza ha sempre rappresentato quanto di italiano più vicino fosse a quella lontana cultura. Prima ancora che i prodotti cinesi low-cost togliessero il sonno ai nostri commenda, la Brianza era davvero il Giappone d’Italia, per l’immagine che sempre hanno dato i nostri artigiani indefessi dal lavoro preciso, soprattutto “ottimo e abbondante”, che li contraddistingueva.

Qualcosa dello Zen giapponese è dunque presente, nei cromosomi di noi brianzoli. Sarà per questo che non sono rimasto stupito nello scoprire che proprio in Giappone, nel centro frenetico della capitale Tokyo, esiste un ristorante italiano chiamato “La Brianza”. Che dire? Piacevolmente incuriosito, via e-mail ho posto alcune domande al gentilissimo signor Yoshiyuki Okuno, chef titolare del ristorante. Ecco che cosa ha risposto, rigorosamente in italiano:

Ristorante La Brianza 2Signor Yoshiyuki, ci descriva innanzitutto la sua esperienza professionale di chef.

Ho iniziato a Tokyo, poi ho avuto il desiderio di conoscere e approfondire la cucina europea, in particolare quella italiana. Sono giunto in Italia e ho lavorato in quattro ristoranti  in Liguria,  in Trentino, a Firenze e a Cuneo.

Questo prima di giungere come ultima esperienza italiana al ristorante La Fermata di Casatenovo, in Brianza, come collaboratore del vostro grande chef Luciano Toma.

Come ha fatto a incontrare e a lavorare presso il ristorante La Fermata di Casatenovo?

Lo chef Luciano Toma è da sempre grande appassionato della cultura e della cucina giapponese: una mia amica, che già lavorava a La Fermata, mi ha chiesto se desideravo affiancarla e collaborare con lui. E devo dire che l’esperienza è stata davvero entusiasmante.

Perché ha chiamato “La Brianza” il suo ristorante di Tokyo? Un ristorante italiano in Giappone non sarebbe più logico chiamarlo “Bella Roma” o “Venezia”?

E’ vero, vista da un italiano può essere una scelta meno scontata di altre. Ma il mio ricordo della Brianza era ottimo, e inoltre il nome “La Brianza” è molto facile da pronunciare in giapponese, il nostro cliente lo ricorda immediatamente.

Ristorante La Brianza TokyoQuali sono i piatti brianzoli che attualmente propone nel suo ristorante di Tokyo? E la sua clientela giapponese, cosa ne pensa?

Soprattutto i risotti, alla monzese con salsiccia e alla milanese. Poi ossobuco e anche qualche piatto a base di maiale. Diciamo che per un cliente giapponese Milano e Monza sono molto vicine, e quindi il cliente giapponese si aspetta di trovare anche un po’ di atmosfera milanese, nel nostro ristorante.

Mi risponda con sincerità, da giapponese che ha vissuto a lungo in Brianza: visti da Tokyo quali sono i pregi e i difetti di noi brianzoli?

Dal punto di vista del cibo, i vostri piatti classici come la cassoeula sono – direi – più pesanti dei nostri tipici. L’immagine della Brianza è complessivamente ottima, influenzata dall’immagine di grande livello qualitativo della vostra industria del mobile. Precisione, serietà (forse a volte eccessiva), puntiglio nei dettagli: sono queste le caratteristiche brianzole che noi in Giappone ci figuriamo.

In Giappone, cos’è più conosciuto della Brianza? Non sente un po’ di nostalgia?

Della Brianza il giapponese ricorda il mobile di grande qualità, soprattutto. Le firme più prestigiose come Cassina e altre sono sempre sulle riviste di architettura giapponesi. Poi c’è il lago di Como che ci affascina. E poi il Gran Premio di Monza. In Giappone moltissimi sono convinti che la Ferrari sia nella città del gran premio di Formula 1. La nostalgia è tanta. Magari chissà, qualche volta tornerò a trovarvi.

Ci è molto piaciuta la definizione che lei ha dato della Brianza: “Bagliore Verde”. Come le è venuta in mente?

Il mio ricordo della Brianza è quello della luce del sole che nasce a est: un bagliore verde, filtrato dalle tante colline piene di boschi che da voi si trovano. Il verde è il colore dei brianzoli, che ho ripreso nel simbolo del mio ristorante, una quercia.

Grazie, Signor Yoshiyuki, complimenti per il suo ristorante e Sayonara! a lei da parte di tutti noi brianzoli. Speriamo un giorno di potere essere suoi ospiti, e gustare il suo delizioso menù.

Grazie a voi. Per i brianzoli al ristorante La Brianza ci sarà sempre un tavolo libero. Sayonara!

Renato Ornaghi

 

Ristorante La Brianza, Tokyo

www.la-brianza.com

Orario: Pranzo 12:00-15:00 Cena 18:00-23.30. Dom. chiuso

Per raggiungere con i mezzi pubblici il ristorante La Brianza:
Metropolitana di Tokyo Linea 1 – fermata stazione Azabu

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