Vittorio Emanuele III chiuse la Villa Reale di Monza dopo l’assassinio del padre Umberto I avvenuto il 29 luglio di 115 anni fa. Dopo il luttuoso evento, che colpì lui e la famiglia Savoia, non volle più utilizzare la Reggia monzese, facendola chiudere e trasferendo al Quirinale gran parte degli arredi. Nel 1934, con Regio Decreto, il Re, mise la parola fine donando la Villa ai Comuni di Monza e di Milano.
Per questi motivi, l’auto della Casa reale, una Fiat 510 Torpedo del 1923, pur essendo, in qualche modo, per appartenenza, legata simbolicamente alle vicende dei Savoia e quindi, in modo indiretto anche a Monza, contrariamente a quanto riportato da un sito brianzolo di cronaca negli ultimi giorni, difficilmente, essendo uscita dagli stabilimenti torinesi dopo 23 anni dalla successione di Vittorio Emanuele III al trono d’Italia, poté scorrazzare in Brianza e correre lungo il viale Cesare Battisti, come ipotizzato dalla giovane e fantasiosa collega. La fantasia ci sta sempre, per carità, ma siamo fuori dai tempi.
Ebbene, questa vettura, che rappresenta ancora un pezzo della storia italiana degli Anni Venti, è ora in vendita, in una trattativa fra privati, che verrà gestita dal broker Claudio Rava. Sul sito specializzato Classic Driver, uno dei più frequentati dagli appassionati di auto d’epoca e da collezione, è, infatti, comparso da alcuni giorni un annuncio relativo a questa automobile, rimasta fino al 1929 nella disponibilità di Vittorio Emanuele III di Savoia.
Per questo gioiello tra le auto ‘ante guerra’, certificato con la targa oro dell’ASI, che rappresenta il massimo del livello di conservazione e di restauro ed inserito nel Registro Storico Fiat, il venditore richiede 73.000 euro. E’ ritenuto buono lo stato generale di questa Torpedo, che venne utilizzata dal sovrano anche per una visita, effettuata il 22 maggio 1923, al nuovo stabilimento del Lingotto con a bordo il generale Armando Diaz ed il senatore Giovanni Agnelli, presidente della Fiat.
Claudio Rava informa che l’auto è stata restaurata dal padre dell’odierno proprietario, un apprezzato collezionista e specialista di vettura d’epoca, nella seconda metà del 1990, con un accurato lavoro, durato 6 anni, per riportare la 510 Torpedo nelle condizioni originali, le stesse dell’impiego da parte della Casa reale, dopo che il mezzo, nel 1929, era stata ceduto e reimmatricolato a Milano.
La Fiat 510, un modello che oggi verrebbe definito ‘premium’, venne prodotta in 13.577 esemplari, tra il 1919 e il 1925, di cui 414 nella variante sportiva a passo corto, 510S, con un motore più potente da 53 Cv, un passo più breve, parabrezza e radiatore a spartivento ed una velocità massima di 100 Km/h.
La vettura ex Casa reale, derivata dalla 501 e dalla 505, monta il sei cilindri in linea di serie, con valvole laterali e un carburatore. A fronte di una cilindrata di 3.446 cc, sviluppa 46 Cv.
La Torpedo, con un cambio manuale a quattro rapporti, è stata la prima autovettura al mondo ad avere i freni anche sull’avantreno.
Enzo Mauri