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Il roseto di Villa Reale celebra la regina dei fiori


Il roseto della Villa Reale di Monza: un piccolo angolo discreto e sofisticato, che occupa l’area destinata ad uno dei parterre geometrici posti ai lati del cortile d’onore della Reggia.

Una sorta di riproduzione in miniatura dell’immenso polmone verde del Parco di Monza: dove gli alberi secolari dalle immense chiome lasciano il posto a delicati cespugli di rose, dove i profumi intensi del bosco si attenuano e il tipico profumo selvatico di aglio orsino cede il passo alle raffinate fragranze del fiore più elegante e regale di tutti, la rosa.

Il roseto di Villa Reale

Il roseto della Villa Reale di Monza fu creato per volontà di Niso Fumagalli, già noto industriale e fondatore della famosa fabbrica di elettrodomestici Candy, nonché grande appassionato di floricoltura, con una spiccata predilezione per le rose.
In seguito a numerosi viaggi in Francia, Belgio, Olanda e Inghilterra, dove i concorsi promossi dalle associazioni di categoria erano seguiti con interesse anche dal grande pubblico, nel 1964 egli decise di fondare l’Associazione Italiana della Rosa (di cui sarebbe diventato presidente) proprio a Monza.

I primi concorsi dell’Associazione si tennero nel 1965, quando i lavori non erano ancora stati ultimati, e negli anni successivi si ebbero alcune madrine d’eccezione, tra le quali la principessa Grace di Monaco, nel 1970, e il premio Nobel Rita Levi Montalcini, nel 1991.

La struttura del roseto prevede differenti sezioni tematiche, principalmente a seconda delle collezioni di rose piantate. La maggior parte dello spazio è riservato alle rose che partecipano ai Concorsi annuali: oltre 4.000 varietà, create da rosaisti di tutto il mondo e giudicate da tecnici internazionali, poeti, artisti e personalità della moda o della televisione.

Il roseto della Villa Reale ha ospitato fino al 2015 il Concorso Internazionale della rosa, con un particolare premio per la più profumata. Infatti, Niso Fumagalli oltre ad amare i colori e le varie forme delle rose, teneva in particolar modo anche al loro profumo, arrivando a ideare, così, questo riconoscimento unico in Italia per il suo genere.

A questo proposito, degno di nota è il Giardino Segreto del Profumo, che racchiude le rose più profumate, tra le quali spicca “TEODOLINDA 96”, un ibrido di Rosa Thea bianchissimo e profumatissimo creato da Niso Fumagalli nel 1988.

Oltre alle innumerevoli varietà di rose destinate al Concorso, il roseto ospita anche alcune tra le varietà più antiche del fiore: disposte attorno allo specchio d’acqua, a illuminare le foglie di ninfea che vi galleggiano sulla superficie; o aggrovigliate sul pergolato e lungo la cancellata, proprio lì dove tra le rose dalle tenui sfumature giallo e bianco panna, si erge qua e là un’imperiosa rosa di un rosso acceso.

Il roseto di Villa Reale

Quello che non tutti forse sanno riguardo al roseto della Reggia di Monza, è il suo legame con Josephine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone Bonaparte e madre del Vicerè d’Italia Eugenio de Beauharnais. La donna amava tantissimo le rose e quando soggiornava a Monza, in visita al figlio e ai nipoti, si dedicava con passione alla cura dei fiori, contribuendo probabilmente a far nascere il primo vero roseto della città.

Due erano i suoi passatempi preferiti: conservare le specie più datate ed incentivare l’ibridazione, tanto da dare vita a fiori che si tramandano ancora oggi, come per esempio la famosa e già citata Rosa Thea, così chiamata per il profumo delle sue foglie, molto simile a quello del tè.
Un’ultima curiosità riguardante Josephine: pare che il suo vero nome fosse Rose. Pertanto, si tratta di una pura casualità, oppure la passione per questi maestosi fiori era già scritta nel suo destino?

E così la rosa, fiore tra i fiori, espressione più romantica dei nostri sentimenti ed emozioni, acquista un luogo di celebrazione tutto suo. Proprio là, dove si proiettano le ombre della maestosa e secolare Villa Reale, Monza ospita il suo personale rifugio per la regina di tutti i fiori.

Il roseto di Villa Reale

Francesca Motta

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