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Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Brianza Acque

Quanto è bella la nostra brianza?

Da uno dei luoghi più conosciuti e, forse proprio per questo, più impensabili, la si può ammirare in tutte le sue sfaccettature.

Ebbene sì, stiamo parlando del centro Torri Bianche di Vimercate.
Se lasciamo perdere per un attimo tutte quelle attività di svago e di intrattenimento che ci vengono in mente quando pensiamo alle due immense e gemelle torri, e saliamo sulla sommità di una delle due, i nostri occhi si apriranno a uno scenario e ad un mondo completamente diverso, senza dubbio stupefacente e colmo di fascino.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Da quella vertiginosa altezza avremo la panoramica completa di come si presenta la nostra brianza: un susseguirsi di natura e artificio dell’uomo, un continuo rincorrersi di questi due elementi, come fossero le due note principali del ritornello di una canzone.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

A nord, dritto davanti a noi, spicca quello che forse è l’elemento più colossale della natura: la montagna.
Le Alpi ci circondano e riempiono completamente la nostra vista, non lasciando spazio per nient’altro. La loro visione imponente coinvolge tutti i nostri sensi, avvolgendoci in un saldo abbraccio, una stretta che non ammette vie di fuga e che vuole inglobarci nella roccia, nella vegetazione, nell’essere stesso della montagna.

L’aria che si respira a quell’altezza, per noi vertiginosa, sembra provenire dalle montagne: un soffio delicato ma più fresco, un vento leggero ma più deciso, che ci porta i profumi più veri, intensi, primitivi di una natura che non è ancora stata contaminata da noi uomini.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

“Il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega” così Alessandro Manzoni ne “I Promessi Sposi”, descrive la vetta più caratteristica del nostro panorama lombardo. E dalla sommità delle Torri Bianche è ben visibile il suo celebre profilo con tutte le nove punte, che ricordano proprio la lama di una sega e che conferiscono al monte il suo caratteristico nome.

Il nostro sguardo si sposterà poi a ovest, attratti dall’architettura insolita e armoniosa del quartiere Energy Park.
Zona da sempre nota per la sua forte concentrazione industriale e produttiva, sede di numerosi uffici e aziende. Da qualche tempo ormai questo quartiere attrae per la sua opera di ristrutturazione architettonica sostenibile, che permette all’uomo di lavorare e vivere in equilibrio con l’ambiente.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Quando posiamo gli occhi su Energy Park ci rendiamo conto, guardandolo dall’alto, di quanto la nostra Brianza voglia essere produttiva ma, allo stesso tempo, il più vicina possibile al suolo, al verde, alla natura, ovvero a tutti quegli elementi che hanno sempre caratterizzato la nostra storia e il nostro vissuto.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Quando i nostri occhi si posano sul paesaggio che si apre a sud, invece, è proprio allora che ci sembrerà di essere in due luoghi diversi contemporaneamente.

A nord le imponenti montagne e a sud altri giganti, giganti di ferro e cemento, non di roccia: lo skyline dei grattacieli di Milano.

La natura cede il passo a un intervento dell’uomo che ha preso il sopravvento sul territorio. Ci troviamo di fronte a una realtà che non lascia il minimo respiro alla natura, qui tutto è opera dell’uomo, un uomo che ha voluto imporre la sua esistenza sulla natura, un uomo che è prepotentemente intervenuto sul suolo.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Dobbiamo ammetterlo, però: questi grattacieli ci affascinano con lo stesso insistente richiamo delle montagne.

I giganti di vetro, acciaio e alluminio, riflettono il sole e sembrano illuminarsi di una luce propria, si ergono verso il cielo, in alto, sempre di più, quasi volessero competere con i loro “vicini” rocciosi.

I grattacieli si arrampicano tra le nuvole, mirano all’etereo, ignari però che, per quanto possano arrivare in alto, non raggiungeranno mai quel livello di fusione con il cielo che hanno le montagne: le une, figlie della natura; gli altri, invece, figli dell’uomo.

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Il panorama brianzolo: tra natura e intervento dell’uomo

Francesca Motta

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