Ci sono imprese che per l’edificazione, di case o costruzioni varie, anche in Brianza, necessitano di anni di lavori, c’è, poi, chi, a Monza, in meno di 14 mesi dal primo scavo, grazie a un gruppo di bravi e volenterosi manovali edili, guidati da validi architetti e attenti geometri, realizza addirittura un vero e proprio paese. E’ il caso della Cooperativa La Meridiana, diretta dal vulcanico Roberto Mauri, che, posata la prima pietra nel cantiere di via Casanova, angolo viale Elvezia, nei pressi del Rondò dei Pini, il 18 marzo dello scorso anno, sabato 24 febbraio, alle ore 10.30, inaugura Il Paese ritrovato, una vera e propria cittadina, con vie, piazza, giardinetti, negozi, il teatro, la chiesa, gli appartamenti e, persino, gli orti. Il tutto a disposizione di un buon numero di persone afflitte da demenza ed, in particolare, dall’Alzheimer. Decisamente un progetto innovativo che rivoluziona il modo di intendere la cura e l’assistenza di questi poveri malati anziani.
Si tratta, più propriamente, della nascita di una sorta di nuovo quartiere della città, allo scopo di offrire ai bisognosi, colpiti da questa grave patologia, occasioni che possano riprodurre, in modo reale, la vita quotidiana, fatta di cose semplici e banali, quali far la spesa, andare dal parrucchiere, fermarsi in chiesa per una preghiera e poter scambiare quattro chiacchiere con il panettiere.
‘Il Paese ritrovato’ consentirà a questi individui in difficoltà di ritrovare quella dignità sociale e comunitaria loro improvvisamente negata e di vivere la propria autonomia residua in libertà, usufruendo, al tempo stesso, della necessaria assistenza e dell’adeguata protezione. Davvero un’idea rivoluzionaria, in quanto potrà permettere la restituzione al nuovo abitante di ciò che le vicende sfortunate della vita gli hanno tolto: la socialità quotidiana, la possibilità di continuare a sentirsi utile per la società e la consapevolezza di possedere uno scopo ed un senso dell’esistere.
Sabato 24 febbraio è quindi data importante, non solo per la Cooperativa La Meridiana, ideatrice della realizzazione, ma anche per Monza, la Brianza, la Regione Lombardia ed il nostro Paese intiero. Possiamo, infatti dire che in Italia, grazie ai brianzoli, è sorto il primo villaggio dedicato alla cura di persone malate di Alzheimer e di altre forme di demenza.
Diversi gli amici che hanno sostenuto questo progetto, costato circa una decina di milioni e, fra questi, oltre al direttore Roberto Mauri, i sindaci di Monza Dario Allevi e Roberto Scanagatti ed al vicepresidente della Regione Lombardia Fabrizio Sala con il Governatore Roberto Maroni, è doveroso segnalare Giuseppe Fontana, Presidente Fondazione Comunità Monza e Brianza e Giovanna Forlanelli Rovati, Presidente Comitato di Garanzia proprio de Il Paese Ritrovato. Tra i donatori anche Assolombarda Confindustria MB.
“In poco meno di un anno e due mesi abbiamo costruito un villaggio speciale – afferma, con giustificato entusiasmo e grande soddisfazione, Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana –, superando tutti gli ostacoli e riuscendo, in tempo record, a far sorgere una struttura abbastanza complessa. Un progetto innovativo, questo, che, sono certo, avrà importanti effetti sia sul piano della cura che a livello scientifico. Dall’aspetto curativo ci attendiamo che le persone colpite da un progressivo calo cognitivo possano vivere meglio e con minore stress. Dal punto di vista scientifico, la comunità accademica e gli esperti cercheranno di capire quale sarà l’effetto di questa nuova struttura sulla persona malata e sulle relazioni familiari. E’ stato possibile realizzare questo sogno solo grazie alla collaborazione di tanti cittadini, di molti donatori e di enti pubblici e privati che, con slancio, hanno aderito alla nostra nobile causa. ‘Il Paese ritrovato’ è un bene della città e di tutto il territorio, un luogo concreto per proseguire la sfida alla malattia del secolo e deve diventare, al più presto, un importante punto di riferimento per persone e famiglie che hanno subito e stanno subendo i suoi pesanti effetti.”
La struttura sorge su un’area di 14 mila mq., dei quali 5.350 calpestabili nella parte costruita. Questo progetto comporterà, inoltre, nuove assunzioni (sono previsti circa 55 nuovi posti di lavoro) con adeguata ed appropriata formazione professionale.
La demenza, stando ad informazioni ufficiali, assumerà nei prossimi anni una dimensione pandemica. Secondo dati stimati nel 2015, la malattia interessa nel mondo circa 47,7 milioni di malati, con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno, in pratica uno ogni 4,1 secondi. Si prevede che il numero di malati possa addirittura raddoppiare nel giro di vent’anni. Anche i costi della cura sono destinati a lievitare. Si prevede che si passerà dagli attuali 818 miliardi di dollari, stimati nel 2015, ad una spesa prevista per quest’anno di oltre 1.000 miliardi. In Italia le persone colpite dalla demenza rappresentano il 2,09% del totale della popolazione, una percentuale decisamente superiore rispetto alla media europea, che si attesta a 1,55%. Numeri che, confrontati con quelli del passato, fanno risaltare come la crescita delle forme di demenza presenti un trend di tipo esponenziale, finendo per mettere in seria difficoltà la spesa sanitaria e, di conseguenza, i bilanci degli stati delle economie avanzate.
Il villaggio monzese si presenta strutturato con le seguenti modalità:
- 8 appartamenti da 8 persone per complessivi 64 posti;
- una piazza centrale con vicoli di collegamento tre le varie case;
- spazi esterni di ritrovo ed aggregazione;
- locali pubblici, quali bar, parrucchiere, minimarket, luogo di culto;
- spazio aggregativo ampio per feste ed attività di gruppo;
- una sezione diurna finalizzata a supportare le famiglie che assistono un malato al proprio domicilio.
L’efficacia di questo modello abitativo nella cura della demenza è confermata anche da un’altra esperienza olandese di successo, che ha ispirato la progettazione de Il Paese ritrovato. Le ricerche e le analisi effettuate monitorando l’esempio in terra d’Olanda affermano, infatti, che, in questa nuova realtà, lo stress dei pazienti è sensibilmente diminuito così come l’uso dei farmaci, mentre è accresciuto il benessere dei familiari e delle comunità.
Il Paese ritrovato sarà monitorato, a livello scientifico, da tre enti altamente qualificati: il CNR, il Politecnico di Milano e la Fondazione Golgi Cenci. Direttore scientifico sarà il dottor Antonio Guaita, uno dei massimi esperti di Alzheimer a livello nazionale ed internazionale. I tre enti collaboreranno con la Cooperativa La Meridiana per affinare, con la LIUC di Castellanza, una modalità di misurazione, in grado di stabilire l’efficacia terapeutica del progetto monzese. L’Università varesina avrà, infine, il compito di rielaborare le osservazioni e proporre alla Regione Lombardia un modello da inserire nel sistema di cura e che potrà assumere una posizione intermedia fra il domicilio del paziente e le varie Case di Riposo. I risultati della ricerca saranno a disposizione anche delle famiglie interessate e potranno trovare applicazione presso il domicilio dei malati, migliorando così l’assistenza e il supporto ai caregiver.
Per altre informazioni si può inviare una e-mail all’indirizzo assistente.sociale@cooplameridiana o telefonare al numero 039-3905200, oppure rivolgersi all’ Ufficio Relazioni Pubbliche, Raccolta Fondi – Rita Liprino Tel.: 039.3905429 – 346.5179093 o Silvia Zecchini Tel.: 340.6732022 o, ancora, all’ Ufficio Stampa – Fabrizio Annaro: Tel.:334.6560576.
Enzo Mauri