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I misteri della Rocca Borromea di Angera

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Rocca Borromea Angera

In epoca preromana la località era abitata dalla tribù “Vico Sebuini”, di origine celtica, i cui sacerdoti-maghi (i druidi) qui eressero una  fortezza a guardia di……qualcosa di particolare. In epoca romana fu ampliata la postazione militare ed edificata la base di quella che oggi è un’imponente fortezza, la Rocca Borromea, situata nel comune di Angera (provincia di Varese), sulle sponde lombarde meridionali del Lago Maggiore. Con la caduta dell’Impero Romano il compito di sorvegliare il luogo venne assunto dagli Arcivescovi di Milano. Nel Duecento la Rocca fortificata passò in mano alla famiglia Visconti che la trasformò in una maestosa fortezza, in posizione dominante su tutto il paese. Dal 1449 la Rocca è di proprietà della famiglia Borromeo, quella del famoso Carlo che, dal paese di Arona sull’altra sponda, sorveglia il posto con la sua  statua colossale. Lungo la strada di accesso si trova una spelonca che nel periodo compreso tra i 200mila e i 40mila anni fa, probabilmente funse da riparo all’ Homo neanderthalensis, e forse – come afferma la leggenda – anche al popolo degli elfi. In epoca romana la caverna fu dedicata al culto di Mithra, divinità orientale che secondo la dottrina è nato dalla roccia di una grotta. La leggenda narra che questa spelonca nasconde una misteriosa porta, magica, una sorta di antico stargate, invisibile e metafisica, che solo ogni cento anni si apre, un passaggio verso mondi sconosciuti accessibili solo agli iniziati. A guardia di questo accesso vi sarebbero invisibili ma severi custodi, per preservare l’umanità dalle ostile presenze che dall’altra parte dello stargate periodicamente cercano di varcare l’accesso al nostro mondo.

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