C’è un filo rosso (anzi biancorossazzurro) che collega Monza all’Argentina, terra di virtuosi tanghèros. Noi di “ballerino” argentino ne abbiamo trovato un altro dopo Mario Aguero e Jose Paiz che ci fecero impazzire ormai più di vent’anni fa: è il giovane Lucas Martinez che sui pattini e con il bastone in mano la danza la balla davvero da Dio e soprattutto la fa ballare agli altri. Nell’ultima di campionato contro il Giovinazzo ha siglato la sua personale “manita”, cinque reti che si aggiungono alle sette già in carniere che lo proiettano verso la testa della graduatoria dei marcatori del torneo di A1 di hockey su pista. Grazie a lui tutto l’HRC Monza Centemero ha danzato sulla pista del PalaRovagnati infliggendo agli ospiti pugliesi un secco 12 a 1. Una serata da incubo per i poveri malcapitati baresi che mestamente hanno fatto ritorno nel tacco d’Italia in una nottata di Halloween che sicuramente ricorderanno a lungo, fra zucche, zombi, scheletri e fantasmi della Brianza.
Commentare la gara serve a poco se non a sottolineare come la squadra di Tommaso Colamaria stia via via trovando lo spirito giusto per concretizzare ottime prestazioni nel torneo del ritorno nella massima serie. In campo i “nostri” girano e si divertono spronati sempre dal loro esperto coach, che urla e si dimena in panchina anche quando il risultato non lascia più dubbi. Sabato sera dopo soli 25″ l’HRC Monza era in vantaggio e la gara non ha avuto più storia.
Colamaria è il condottiero giusto per questa squadra che mette insieme l’esperienza di personaggi come Michele Panizza e Juan Oviedo con le doti ancora da svezzare completamente di Martinez e soprattutto del sedicenne “Checco” Compagno, che pian piano sta crescendo. Colamaria vede molto in questo giovanotto di belle promesse, per questo lo stimola, lo sgrida, lo incita e lo “bastona” quando serve. Contro il Giovinazzo lo ha costretto a battere e ribattere tre tiri diretti fin quando all’ultimo non l’ha messa dentro. Un “accanimento terapeutico” che non può che far bene al ragazzo che sicuramente possiede già un’ottima base sulla quale lavorare, come ha dimostrato quando a 3″ dalla sirena finale ha in bello stile finalizzato un contropiede.
Tutti stanno facendo la loro parte e lo spirito del lavorare divertendosi emerge limpido in questo avvio di campionato a parte la brutta parentesi dell’8 a 0 subito col Breganze. Un episodio già dimenticato. Tutti per uno, uno per tutti, come i Moschettieri e tutti da applausi alla fine, oltre ai già citati, ovviamente anche Piscitelli, Camporese, Mariani, Roca, Retis, Brusa.
Su questa strada si può arrivare in alto, ma l’obiettivo primario rimane la salvezza come ha sottolineato il vicepresidente Franco “Cirio” Girardelli:”Qui stiamo facendo un gran lavoro e soprattutto stiamo costruendo una squadra, dove ognuno deve lavorare per il collettivo, senza montarsi la testa, stando sempre con i pattini ben saldi a terra. Il materiale umano per fare bene l’abbiamo e abbiamo anche qualche talento sul quale possiamo lavorare per crescere. Prima di ogni altra cosa però dobbiamo non dimenticare l’obiettivo primario di questa stagione che è la salvezza, poi il resto si vedrà. Ed io che ho cinquant’anni so come vanno certe cose!”. Ma come, ha sempre 50 anni il buon “Cirio”? Per lui non passano mai mentre quelli di chi scrive aumentano. Non ci credo! L’avevo chiesto alla mia mamma di mandarmi a giocare ad hockey: fa bene, fa crescere e non fa invecchiare!
Battute a parte, ci riportiamo al senso di questa nuova avventura nell’olimpo dell’hockey nazionale con Tommaso Colamaria: “Abbiamo fatto in modo che la partita si giocasse sul velluto per noi pressandoli altissimi da subito – ha commentato il mister – Stiamo lavorando settimana per settimana: abbiamo dei microobiettivi non strettamente legati al risultato, ma al gioco di squadra, che è fondamentale. Oggi ho dato spazio a tutti perché in settimana tutti lavorano allo stesso modo e il risultato lo permetteva. Alla luce del punteggio di oggi mi sento di dire che quella di Breganze è stata una brutta parentesi, ma forse ci è servita. Una cosa che dobbiamo ancora imparare è come giocare contro le ‘grandi’. Adesso però abbiamo due partite fondamentali per il nostro cammino verso una salvezza tranquilla che ci consenta di puntare ad altri obiettivi”.
“Non sono in una squadra, ma in un gruppo che sembra una famiglia – ha detto felice Martinez a fine partita – Tutti mi stanno aiutando a inserirmi nel gioco e nell’ambiente. Josè Luis Paez (ex giocatore del Roller Monza, ndr) in Argentina mi ha parlato sempre bene di Monza ed effettivamente io sono contento di essere qua. Monza è una città gradevole che sto imparando a conoscere e che giro appena non mi alleno. Faccio il turista e vado a vedere tutto ciò che c’è di bello e di cose belle ne avete. Per quando riguarda la gara odierna, oggi c’è stata la dimostrazione che ogni partita fa storia a sé. A Breganze gli avversari avevano disputato la miglior gara della stagione mentre noi la peggiore. L’obiettivo? Quello ufficiale è la salvezza, ma io punto più in alto, giorno per giorno, una gara alla volta”.
Il “vecchio” (Cirio a parte) Monza è inaspettatamente al quarto posto in classifica. Chi l’avrebbe mai detto? Ora pensiamo a chi sta peggio di noi, le due ultime in classifica che affronteremo di fila: sabato prossimo giocherà in casa della Carispezia Sarzana, mentre una settimana dopo ospiterà al PalaRovagnati il Thiene.
fotoservizio di Carlo Gaeta