Diciamolo pure: le conferenze stampa post Gran Premio da qualche anno stanno diventando di una noia mortale, perché fortunatamente nei quattro giorni dell’appuntamento mondiale all’Autodromo non succede nulla di eclatante, o quanto meno di appetibile, per i cronisti non sportivi. Meglio così, ovviamente. Segno che la rodata macchina organizzativa funziona senza intoppi e, tolto qualche furto (per lo più perpetrato a sfortunati stranieri), e qualche bagarino sorpreso con il biglietto da vendere al rialzo ancora caldo in mano, non si registrano fatti degni di nota. A Monza per la corsa mondiale quest’anno sono arrivati esattamente in 183mila. 2000 in meno del 2017 e quindi è stato sfiorato il record degli ultimi decenni; senza scomodare gli anni di Lauda e Regazzoni, quanto la gente arrivava come mosche, ma molti entravano dai buchi nelle reti per poi arrampicarsi pericolosamente su trabattelli e cartelloni pubblicitari ridotti a colabrodo. Il record vero dell’edizione 2018 l’ha marcato in pista il ferrarista Kimi Raikkonen, in prova, facendo segnare una media superiore ai 263 all’ora, primato assoluto per Monza e per tutta la F1. Tutto ciò a ribadire che siamo nel Tempio della Velocità.
Gran Premio di Monza, tutto è bene quel che finisce bene… Ferrari a parte
Tutti felici e contenti, anche se non ha vinto la Ferrari, Sebastiano Vettel ha fatto la figura del pollo e Luigino Hamilton (vedi nostro commento a fine corsa) ha spento i sorrisi del sabato sui faccioni dei tifosi della Rossa. Delusione sportiva, ma non certo organizzativa ed economica.
“A parte il risultato sportivo, che purtroppo non è stato quello da molti di noi auspicato, la macchina organizzativa messa in campo, ormai rodata, ha funzionato molto bene senza mostrare lacune – ha ribadito il Sindaco di Monza Dario Allevi – Il lavoro di squadra tra le forze dell’ordine e l’organizzazione ci ha consentito di gestire anche il deflusso di spettatori con facilità e senza intoppi: così Monza si è nuovamente mostrata all’altezza del suo Gran Premio che rimane per passione e atmosfera il più bello del circus”.
Tutti sereni quindi a partire dal primo cittadino, assistito in conferenza stampa dagli Assessori Andrea Arbizzoni, Massimiliano Longo e Federico Arena, con il Prefetto Giovanna Vilasi, il primo dirigente della Polizia di Stato Angelo Re, il Comandante del Gruppo Carabinieri Simone Pacioni, il Comandante del Gruppo Guardia di Finanza Massimo Gallo, ma Presidente di SIAS Giuseppe Redaelli e il Presidente di AC Milano Geronimo La Russa.
Gran Premio di Monza, nel 2019 l’ultimo da contratto ma bisogna rinnovare
Proprio questi ultimi sono stati protagonisti dell’unico siparietto degno di nota della conferenza stampa post GP, a seguito di una nostra domanda sulle trattative sul futuro della corsa, il cui contratto con Liberty Media scade tra un anno. La Russa si è detto convinto di un rinnovo in grado di coprire i festeggiamenti per il Centenario dell’Autodromo Nazionale nel 2022; Redaelli invece l’ha stoppato con un secco “che ne sai tu, che non c’eri?!?” (riferito evidentemente ad un incontro tra il Presidente ACI Angelo Sticchi Damiani e il grande capo americano dei circus, Chase Carey, al quale La Russa non era presente). Il presidente SIAS, oggi società partecipata al 75% dal ACI e per la rimanente parte da ACM, ha voluto così rimarcare le forti distanze che ancora esistono tra le parti per raggiungere un nuovo accordo; con l’organizzatore italiano che punta ad un congruo sconto, magari sotto forma di riappropriazione della gestione di alcune aree dell’impianto come il building hospitality. Distanze che necessariamente dovranno essere coperte al più presto, al massimo entro fine aprile. La Russa si è detto comunque fiducioso e ha replicato “non è il caso di fare del terrorismo sulla questione, ce la faremo!”, tenuto conto anche degli impegni presi anche da Regione Lombardia. Quindi il gap dovrebbe essere azzerato.
Intanto il Gran Premio d’Italia, come quelli di mezzo mondo, è in rosso. Basta fare due conti con la calcolatrice. Anche se va considerato l’indotto per il territorio. Un territorio che diventa sempre più vasto: quest’anno sono andati fino a Venezia per attirare l’attenzione. Sul podio e in pista si sono viste le maschere veneziane ma all’ultimo momento sono scomparse le coppe in vetro di Murano, già pronte per i vincitori. Così Hamilton e compagni hanno ricevuto il solito trofeo caratterizzato dalla stella rossa dello sponsor birraio del Gran Premio. Lo stesso brand che si è inventato un’autentica pagliacciata dopo l’inno nazionale cantato da Albano (sul quale, solo per rispetto del personaggio, stendiamo un velo pietoso), con tre donzelle, issate su trespoli altissimi a rappresentare i colori d’Italia, che hanno strimpellato e cantato in qualche modo il “Va pensiero”, con dietro tre soffioni verdi brandizzati dal solito birraio dai quali uscivano rumori paragonabili alle più classiche pernacchie dei film di Alvaro Vitali, ingigantite per l’occasione. Davvero molto triste. Bello invece l’evento alla Darsena di Milano voluto dagli americani e sul quale Monza ben poco ha potuto fare. Ma c’è tempo per pensare ad altro per l’anno venturo in modo da unire meglio l’evento monzese al territorio vasto. Il filo rosso porta a Torino, dove, quanto meno, di auto, motori e design qualcosa ne sanno. Vedremo.
Gran Premio di Monza, per la cronaca nulla da segnalare
Monza è diventata del tutto tranquilla, con l’unico problema vero di fare un po’ di coda agli ai tornelli d’ingresso, dove per ragioni di sicurezza vanno controllati zaini e tasche, oltre che letti i codici dei biglietti. L’altro problema riguarda quelli che vogliono a tutti i costi portare la propria vettura all’interno dell’impianto e non per ragioni di lavoro. Questi signori hanno dovuto attendere che la maggior parte del pubblico sfollasse per riprendere l’auto ed uscire intorno alle 18 (l’orario indicato era le 19). Alcuni non se ne sono fatti una ragione e proprio per questo consigliamo loro caldamente di lasciare la macchina nei parcheggi esterni, facendosi una bella passeggiata che fa certamente bene alla salute, evitando, primo di rompere le balle, secondo di mischiarsi alla folla rischiando di investire qualcuno.
Un secondo consiglio ci permettiamo di darlo agli organizzatori che, oltre a perfezionare le buone pratiche d’ingresso, devono migliorare la circolazione rotatoria intorno all’area nevralgica del villaggio dell’Autodromo, con un percorso obbligato in grado di evitare gli incroci dei mezzi. Lasciando il senso alternato solo lungo il tratto del viale di Vedano e in quello d’ingresso di Santa Maria fino alle piscine.
In ogni caso la viabilità ha funzionato come non mai e un’ora e mezza dopo la corsa si poteva circolare senza particolari intoppi. Tanti hanno usato i mezzi pubblici, in particolare il treno (almeno 45mila) e i parcheggi esterni ufficiali, dove sono state contate nei tre giorni 7300 vetture. In particolare, dal venerdì alla domenica, le linee di navette speciali predisposte in città hanno movimentato 70.880 persone in andata/ritorno.
256 gli agenti di polizia locale in servizio, che hanno effettuato servizi per 2538 ore complessive. Come ogni anno in ausilio agli operatori monzesi sono arrivati rinforzi dalla Provincia di Monza e Brianza e da quelle di Milano e Varese, per un totale di 13 Comuni coinvolti.
La Protezione Civile, organizzata secondo quanto previsto dal piano di emergenza in vigore, ha visto impegnati mediamente 52 operatori (80 solo nel pomeriggio della domenica) prevalentemente nelle attività di ripristino dopo gli allagamenti causati dai temporali che si sono abbattuti in città durante il fine settimana.
Infine, termineranno nel tardo pomeriggio di oggi le operazioni di raccolta straordinaria rifiuti all’interno del Parco. 113 le tonnellate di materiale già raccolto finora: 6 di plastica. 1,68 di frazione umida, 6,9 di legno, 10,6 di carta e cartone e oltre 88 di secco indifferenziato. Impegnati da venerdì a domenica 185 addetti e 34 mezzi per la raccolta. 19 le Guardie Ecologiche volontarie del Comune di Monza in servizio nella tre-giorni, distribuite su 11 turni per un totale di 233 ore. Sulla ‘monnezza’ una nota a margine per la Red Bull: passi distribuire all’esterno del circuito le lattine aperte con la bibitazza energetica, ma bisognerebbe organizzare anche la raccolta dei vuoti che poi da Biassono fino a Vedano finiscono dappertutto, sui muretti, nelle siepi e nei puntali delle recinzioni per la gioia dei residenti.
Carlo Gaeta
PS nel bilancio del Gran Premio di Monza 2018 ci stanno i 700 Gran Premi come fotografo di Ercole Colombo, uno che a Monza ci è nato e ha iniziato a scattare proprio qui, ai bordi del mitico stradale monzese. Ercole, con l’amico giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi, è ancora in scena con la mostra dedicata al grande Gilles Villeneuve all’Arengario di Monza. Intanto è assurto agli onori della Hall of Fame della F1. Un grande traguardo per il suo record unico celebrato anche da un video di Motorsport.com
The last but not least, citazione doverosa per gli amici della CEA di Bologna che a Monza hanno festeggiato i 40 anni dalla consacrazione che Leoni datagli dopo che si erano prodigati per spegnere il rogo nel quale erano avvolte alcune vetture, tra cui la Lotus di Peterson, alla partenza del Gran Premio d’Italia del 1978. Ma il tendone della CEA a Monza è anche un luogo unico di ritrovo per tanti personaggi del motorsport oltre che per i commissari e gli uomini del mitico servizio antincendio.