Dopo un lungo silenzio, il Comune di Monza fa sentire la sua voce nella querelle per il rinnovo del contratto per lo svolgimento del GP d’Italia di F1. Con una delibera approvata ieri, l’amministrazione comunale monzese ha dato mandato al proprio servizio legale di costituirsi ad opponendum al Tar del Lazio, dove pende il ricorso presentato da Formula Imola, la società che gestisce il circuito emiliano, che chiede di fatto che non si proceda al rinnovo del contratto per lo svolgimento del GP d’Italia nell’Autodromo Nazionale di Monza, avendo presentato una proposta al patron della FOM Bernie Ecclestone per portare la gara sulle rive del Santerno.
Il ricorso presentato dalla società emiliana è contro Aci Italia e Sias, la società emanazione di AC Milano che gestisce il circuito di Monza, e chiede al tribunale amministrativo del Lazio di annullare il provvedimento con cui ACI Italia ha rigettato la proposta di Formula Imola di tenere il GP nel circuito emiliano romagnolo.
Il Comune di Monza ha assunto la propria decisione dopo aver “rilevato che qualora venisse annullato il provvedimento impugnato ciò avrebbe gravi ripercussioni dal punto di vista sportivo, turistico ed economico per la Città di Monza, internazionalmente riconosciuta e conosciuta anche in relazione alla sussistenza del Gran Premio d’Italia”.
A sostegno dell’intervento di fronte al Tar del Lazio, il Comune – che nel ricorso presentato non è citato tra le parti controinteressate – ricorda che esiste un interesse qualificato dell’amministrazione cittadina affinché il provvedimento adottato dall’ACI contro Formula Imola non venga annullato, anche in ragione dello specifico ruolo svolto dall’amministrazione cittadina, che è ente concessionario dell’impianto e che gioca un ruolo di primo piano nell’allestimento di servizi viabilistici, di mobilità pubblica e di intrattenimento connessi all’evento.
“Ci siamo sentiti in dovere di ricorrere a difesa di un patrimonio dell’Italia, non solo di Monza e del territorio – commenta il Sindaco di Monza Roberto Scanagatti. – Il ricorso di Formula Imola è grave perché mette a rischio il futuro del GP di F1 in Italia dopo che, a fatica, tutti le istituzioni e gli enti coinvolti stanno chiudendo la delicata partita del rinnovo con la Fom di Ecclestone. E’ perciò un’azione di disturbo inutile e dannosa perché ricordo a tutti, ma in particolare alla parte pubblica che detiene il controllo di Formula Imola spa, che ACI Italia ha agito su mandato dal Governo e del Parlamento. Invece di sprecare energie in azioni di contrasto, molto meglio se enti locali, istituzioni e soggetti di promozione sportiva si mettono a lavorare insieme e in modo coordinato per qualificare l’offerta e attrarre nuove importanti manifestazioni di livello mondiale in Italia, a partire da quelle di carattere motoristico”.
Non si capisce bene perchè questa presa di posizione monzese arriva più di 15 giorni dopo il ricorso presentato da Imola che il 20 luglio scorso comunicava ufficialmente di “aver presentato un ricorso al TAR del Lazio contro la Federazione Sportiva Automobilistica Italiana – ACI, per l’impugnazione del provvedimento con il quale ACI ha negato a Formula Imola l’utilizzo della titolazione Gran Premio d’Italia nonché l’accesso ai fondi che, con la c.d. Legge di Stabilità, sono stati destinati all’organizzazione del Gran Premio d’Italia di Formula 1, auspicabilmente nel rispetto degli indirizzi di politica comunitaria, affinché gli stessi possano essere utilizzati anche per organizzare il Gran Premio d’Italia di Formula 1 presso l’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola”.
“Formula Imola ha già espresso a FOM e a FOWC il proprio impegno a rendersi disponibile ad organizzare il Gran Premio d’Italia di Formula 1 presso l’Autodromo di Imola per le prossime cinque edizioni sottoscrivendo da parte sua nel corso del maggio scorso un valido contratto, conforme al testo contrattuale ricevuto dagli uffici londinesi del patron della Formula 1, Bernard Charles Ecclestone. Il tutto è avvenuto, come di consuetudine, dopo aver espletato le formalità anti-bribery, rispettando la tradizione che vuole che siano i promotori (ovvero i circuiti) a negoziare con il titolare dei diritti (FOM e FOWC) le condizioni contrattuali per lo svolgimento di un Gran Premio di F1”.
“Formula Imola – concludeva il comunicato ufficiale – nel suo pieno diritto e sollecitata da FOM, ha partecipato ad una libera trattativa che ha portato Formula Imola ad assumere l’impegno contrattuale, dopo che, per altro, l’identica proposta, inviata da parte di FOM e FOWC a SIAS per l’Autodromo di Monza, non era stata accettata. Agli organi di indirizzo nazionale si richiede ancora una volta di voler valutare congiuntamente e in maniera costruttiva ogni possibile opzione per evitare un così grave rischio per l’immagine del Paese sotto il profilo sportivo”.
Quindi oggi ci troviamo da una parte con l’ACI che sta lavorando per giungere alla firma dell’accordo per il rinnovo del Gran Premio d’Italia a Monza e dall’altra con la disponibilità di Imola a subentrare e organizzare l’evento, disponibilità di fatto definitivamente “cassata” dal consiglio generale ACI.
Per chiudere la trattativa con Bernie Ecclestone, ACI Italia, per impegno del Presidente Angelo Sticchi Damiani delegato a trattare in prima persona, mette sul piatto 12,5 milioni di euro (fondi sbloccati dalla Legge di Stabilità 2016), altri 5 arrivano dalla Regione Lombardia, direttamente coinvolta nella trattativa, più la rimanente parte per arrivare almeno 22 messa dalla SIAS in forza degli introiti della vendita dei biglietti. Secondo le ultime indiscrezioni il contratto con Monza però potrebbe essere rinnovato per tre soli anni dal 2017 al 2019: i primi due a 22 milioni e il terzo a 24 milioni di euro. Imola invece ha portato a Ecclestone una proposta per 5 anni.
Il ricorso al TAR del Lazio di Formula Imola verte sul delicato punto dell’utilizzazione dei fondi sbloccati dalla Legge di Stabilità 2016, dell’impiego delle risorse del PRA da parte dell’ACI per organizzare il Gran Premio d’Italia, ovvero soldi pubblici che andrebbero a Monza. E perché non a Imola? Si chiedono laggiù, pure con qualche ragione. Lo scorso anno scattò la censura da parte della UE degli aiuti pubblici – in violazione alle norme comunitaria in materia di trasparenza e concorrenza – concessi dalla Regione Renania-Palatinato al circuito del Nurburgring.
Formula Imola, per bocca del suo intraprendente presidente Uberto Selvatico Estense, rivendica pari dignità con Monza e il diritto a contrattare ad armi pari con la FOM per l’organizzazione del GP d’Italia, strappandolo a Monza, oppure condividendolo con il leggendario circuito brianzolo, un anno a testa e contenti tutti. Come qualcuno aveva già prospettato.
Per sostenere la causa da diversi giorni è possibile firmare sul sito Change.org la petizione “Pari opportunità all’Autodromo di Imola per l’assegnazione del Gran Premio d’Italia di Formula Uno” da inviare ai presidenti di Coni e ACI. Mancano circa 400 firme per mettere insieme le 2500 richieste.
Ed ecco che oggi a sostegno della causa di Monza scende in campo la Giunta presieduta dal Sindaco Scanagatti che si contrappone a Imola, in una guerra ormai aperta tra anime dello stesso colore politico.
Il 30 agosto prossimo il TAR del Lazio deciderà sul ricorso. Se mai dovesse dare ragione a Imola, Ecclestone, che da tempo ne ha pieni di zebedei di chiacchiere politiche, potrebbe anche decidere di non inserire il GP d’Italia nel mondiale di F1. Anche perchè dopo il TAR Imola potrebbe ricorrere in appello al Consiglio di Stato. E in Italia i gradi di giudizio sono da sempre lunghi e affatto scontati.
Carlo Gaeta