Tutti felici e contenti e come un mantra liberatorio ripetono “Non ci può essere F1 senza Monza!”. E ne hanno tutte le ragioni perché, a conti fatti, l’edizione nr.88 del GP d’Italia si chiude con un rombante bilancio: 185.000 spettatori nei quattro giorni di kermesse, battuto il record del 2000 nell’Era Schumacher, con un incasso complessivo di 14 milioni di euro.
Ben contenti i signori dell’AC Italia, dell’AC Milano, della SIAS (la società di gestione dell’Autodromo Nazionale, da qualche giorno ufficialmente Monza ENI Circuit) per i soldi portati a casa, che in parte danno una mano a risanare i bilanci disastrati degli ultimi anni. Molto soddisfatti i tutori dell’Ordine, Prefetto di Monza Giovanna Vilasi in testa, che hanno visto filar liscio come l’olio il grande esodo di appassionati dei motori. Sorridenti pure il Sindaco e i rappresentanti della Giunta monzese insediatasi da poco. Infine, emoticon a denti florescenti anche per gli organizzatori di MonzaGP che hanno portato in centro città 20mila persone. Il tutto nonostante un sabato bestiale, dovuto all’accanimento di Giove Pluvio, che aveva la balle girate, prima ancora di quelle di Marchionne per il risultato della Ferrari in pista. Adesso siamo pure detentori di un nuovo record: quello della sessione di prove ufficiali più lunga della storia della F1, più di tre ore e mezza, nell’umido e nel freddo, tra sospensioni e continui rinvii. Il tutto perché un assurdo regolamento impedisce di modificare gli assetti delle monoposto la domenica rispetto a quelli utilizzati in prova il sabato. Rob da matt!
Ci sarà stato pure qualche neo? Per noi rimane sempre quello della viabilità, o meglio della mobilità, pur migliorata negli anni, tant’è che a fine gara dopo le 18.30 il traffico è tornato quasi normale. E ci mancherebbe, visti i casini che accadevano negli Anni Settanta e Ottanta, quando mancava un piano e un centro unico di coordinamento e per uscire dall’impianto ci voleva quasi un giorno. Si dovrà però arrivare a impedire totalmente l’ingresso di automezzi privati nel recinto dell’Autodromo, utilizzando tutte le possibili aree esterne per i parcheggi e un servizio continuo di navette (comprese quelle per i VIP) in senso unico rotatorio con ingresso dalla porta centrale di Vedano e uscita da quelle periferiche, lasciando Santa Maria delle Selve a Biassono per il solo ingresso dei mezzi di servizi e il pubblico a piedi, diviso da opportune transenne. Questo per impedire ingorghi causati spesso dal doppio senso di circolazione e dai soliti noti, che insieme alla patente di guida possiedono quella ad honorem dell’imbecillità. In ogni caso hanno funzionato i treni speciali (21) con quasi 15mila viaggiatori, le tante aree di parcheggio esterne, occupate oltre il 40% in più dello scorso anno, le navette (+6%) con 79mila trasportati.
L’insolito neo del GP di Monza di quest’anno è stato invece quello del gigantesco striscione politico con scritto”22 ottobre, Si all’autonomia” sfoderato, senza comunicarlo, dai giovani padani sul rettilineo sotto il podio, davanti a milioni di telespettatori. Si è parlato di striscione non autorizzato, ma in realtà non risulta siano stati mai posti precisi divieti in materia, tant’è che negli anni passati (a ben guardare le foto d’archivio) di bandiere politiche alla premiazione se ne son viste tante, in particolare sempre quelle degli attivissimi giovani legaioli. Per lo striscione introdotto di straforo, il Questore di Milano Marcello Cardona e il primo dirigente del Commissariato di Monza Angelo Re hanno avuto qualche rottura di balle (non proprio sportiva come quella del presidente della Rossa). Com’è entrato in pista il francobollone di circa 100 mq è persin semplice: dai colori pareva un lenzuolo inneggiante ai piloti finlandesi. L’avessero estratto prima magari Kimi Raikkonen si sarebbe svegliato, finendo meglio un weekend da dimenticare per lui e per la scuderia di Maranello che proprio a Monza ha messo insieme una di quelle figure che fosse vivo ancora il Drake di Maranello li ribaltava tutti come un calzino. Il neo sportivo è stato proprio questo: l’aver visto una gara noiosissima, in tal senso una delle peggiori degli ultimi anni, con una Ferrari sonoramente battuta dalla Mercedes.
L’importante è che tutto si sia svolto senza alcun problema serio, a parte le lunghe code all’ingresso per i filtraggi, le solite italiche furbate, gli inestirpabili bagarini, magliette contraffatte, qualche pirla ubriaco, alcuni furtarelli e fortunatamente pochi feriti non gravi. Davvero poca roba per il cronista di “nera”. Tanto per sorridere, i borseggi però sono aumentati del 100%, in quanto, nel confronto con lo scorso anno, quelli denunciati sono passati da 0 a 1. Ha funzionato il piano sicurezza con oltre 1200 uomini delle Forze dell’Ordine impiegati e 1300 steward e addetti all’accoglienza. In tempi di terrorismo non è per niente poco.
Il numero 1 assoluto del GP di Monza 2017, oltre a Luigino Hamilton, è un “fenomeno” olandese (non lo sfigatissimo Verstappen) che con un risciò effettuava servizio taxi di straforo a 2 euro a persona nel Parco, da Porta Monza a Porta Vedano. L’abusivo è’ stato pizzicato dai “ghisa”, si è beccato un verbalone e si è visto sequestrare il colorato velocipede. A ben pensarci, forse andrebbe premiato per l’intelligenza e autorizzato a metter su un servizio ecologico per il prossimo anno.
Numero 1 anche il Sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ospitato a Monza con il quale la nostra Brianza grazie a BrianzAcque, sta collaborando, non solo a parole, e in altre parte del giornale ne diamo seguito.
Per finire con i numeri “singolari” del Gran Premio, oltre a quelli già sciorinati, vanno aggiunti i 164mila euro raccolti con la partita Pit Stop alla Solidarietà grazie al Ferrari Club di Caprino Bergamasco e alla corposa donazione di Anneliese Abarth, vedova di Carlo Abarth (altra nr.1), e… 110 tonnellate di monnezza raccolte all’Autodromo, oltre a più di 5 in città. Tutti tranquilli, il Parco da oggi è già praticamente pulito.
Monza è la F1, e la F1 non può stare senza Monza. Tutto il resto son balle, non quelle di Marchionne.
Carlo Gaeta