Il 17 agosto di 40 anni fa sul circuito austriaco di Zeltweg il pilota brianzolo vinse la sua unica gara in F1. Lo sponsor Beta Utensili ricorda la storica impresa del mitico Vittorio.
Nella storia della Formula 1, Monza ha dato due piloti: Vittorio Brambilla, dal 1974 al 1980, al volante di monoposto March, Surtees ed Alfa Romeo, con 74 gran premi disputati e 15.5 punti conquistati complessivamente nel campionato mondiale conduttori e Fabrizio Barbazza, nel 1991 su AGS e nel 1993 su Minardi, con 8 gran premi corsi e 2 punti presi, frutto di due piazzamenti al sesto posto. Un terzo esponente, Tino Brambilla, ha disputato per due volte solo le prove di qualificazione del G.P. d’Italia a Monza, nel 1963 con la Cooper-Maserati della Scuderia Centro Sud di Mimmo Dei e nel 1969 con la Ferrari, ma risultando non qualificato nel primo caso e non partente per problemi fisici nel secondo.
Vittorio Brambilla è stato decisamente il più noto ed il più vittorioso. Nato a Monza l’11 novembre 1937 e morto a Camparada, nel cuore della Brianza, il 26 maggio 2001, è stato prima centauro, con una partecipazione anche al Motomondiale, in occasione del G.P. delle Nazioni del 1969, sulla pista di casa, alla guida di una Paton, con onorevole 12° posto finale, e poi driver automobilistico a livello internazionale. Fratello minore di un altro celebre pilota, Ernesto, detto Tino, con nove gare e 4 punti complessivi nel Motomandiale su MV Agusta, Bianchi e Moto Morini dal 1959 al 1962 ed alfiere della Ferrari in F.2 e Prototipi sul finire degli anni Sessanta ed ora ottantunenne pensionato.
Vittorio iniziò il suo percorso nel mondo dell’automobilismo con il kart, per poi passare nelle varie categorie delle monoposto, attraverso la Formula 3, con la vittoria di un campionato italiano, la Formula 2, con sorprendenti successi nell’Europeo ed infine la Formula 1. Soprannominato dai media inglesi e dal campione italoamericano Mario Andretti ‘The Monza’s gorilla’, Brambilla Jr., abile anche con le vetture del campionato europeo turismo e con i mostruosi sport prototipi in lizza per il titolo iridato, era molto considerato e rispettato in ogni parte del mondo.
Particolarmente abile nella guida in condizioni estreme, Vittorio colse il suo unico successo in Formula 1 al Gran Premio d’Austria del 1975, sotto un vero e proprio diluvio. Corse per diverse Case motociclistiche ed automobilistiche, concludendo la sua splendida carriera con l’Alfa Romeo. Proprio alla guida delle vetture della Casa di Arese, il pilota brianzolo prese parte ad alcune edizioni del Campionato Mondiale Marche, in cui conquistò diversi successi, anche alla mitica 1000 Km di Monza, portando il costruttore lombardo alla vittoria del titolo iridato nel 1977.
Il suo capolavoro rimase, però, il trionfo in terra austriaca, sul tracciato dell’Osterreichring, nella lontana domenica del 17 agosto 1975, quando tagliò il traguardo, al termine di una rocambolesca gara condotta interamente sotto la pioggia battente, davanti al campione brittanico James Hunt su Hesketh-Ford Cosworth e Tom Pryce su Shadow-Ford Cosworth.
UNA GIORNATA STORICA INIZIATA MALISSIMO
La cronaca di quella domenica, ricca di emozioni, prima tragiche, poi esaltanti, merita di essere rivissuta, giro dopo giro.
Nel corso del warm up si verificò un drammatico incidente, con protagonista il pilota della Penske, Mark Donohue. il conduttore statunitense uscì alla prima curva a causa dell’esplosione della gomma anteriore destra e la monoposto prima sbatté contro il guardrail, poi volò fuori dal circuito, finendo tra i tabelloni pubblicitari. Quando venne soccorso da Fittipaldi e da Stuck, Donohue era ancora cosciente. Fu così trasportato in una clinica di Graz, dove venne operato per un grumo di sangue in testa. Successivamente entrò in coma e, tre giorni dopo, morì senza essersi più ripreso. Nell’incidente perirono anche due addetti alla pista.
La partenza subì un ritardo di tre quarti d’ora a causa delle avverse condizioni atmosferiche e si racconta che Tino Brambilla, arrivato all’Osterreichring in moto, con la sua Guzzi V7, direttamente da Monza, scrutando la monoposto del fratello pronta per lo schieramento e notando un piccolo ma, comunque, importante inconveniente tecnico, abbia chiamato un meccanico del team per la sistemazione, scongiurando, così, un’imprevista sosta ai box della March arancione durante la gara.
BRAMBILLA CONTRO LAUDA, HUNT, FITTIPALDI, REGAZZONI
Al via le colline austriache del tracciato si presentavano colme di appassionati italiani, con la Brianza largamente rappresentata da fan al seguito del pilota di casa, approfittando anche del ‘ponte’ per le vacanze di Ferragosto. Quando la bandiera del direttore di corsa si abbassò (allora non c’era il semaforo) la Ferrari di Niki Lauda prese la testa della corsa, davanti a James Hunt e Patrick Depailler, autore di un’ottima partenza dalla quarta fila. Dietro al pilota della Tyrrell si posero subito Emerson Fittipaldi, Hans-Joachim Stuck, Clay Regazzoni, Pace e Vittorio Brambilla.
Nel corso del primo giro, Pace fu superato da Brambilla, mentre, per l’attacco di Jochen Mass, si verificò un tamponamento fra i due che li fece precipitare entrambi a centro classifica. Brambilla, sempre nelle fasi iniziali, passò anche Regazzoni, in difficoltà con il cambio, mentre Stuck si pose davanti a Fittipaldi. Il giro seguente il brasiliano perse un’altra posizione a favore di Vittorio Brambilla. Anche Jody Scheckter cercò il sorpasso su Fittipaldi, ma uscì di pista, rientrando nelle ultime posizioni del gruppo.
Il pilota monzese tra il quinto ed il sesto giro, passò anche Stuck e Patrick Depailler, ponendosi alle spalle del duo Lauda-Hunt. Alla nona tornata, il francese fu autore di un errore che gli costò due posizioni, finendo superato sia da Stuck che da Peterson. Nel giro seguente lo svedese passò Stuck, inserendosi al quarto posto. Dietro ai primi 5 si trovavano Depailler, Fittipaldi, Jochen Mass e Tom Pryce. Stuck si ritirò per un incidente la tornata seguente e Mass passò il compagno di scuderia Fittipaldi. Due giri dopo il tedesco superò anche Depailler che, poco dopo, fu autore di un altro errore, che fece riavvicinare Fittipaldi e Pryce. Quest’ultimo riuscì a passare entrambi e si pose al sesto posto dietro a Lauda, Hunt, Brambilla, Peterson e Mass.
Al quindicesimo giro la Ferrari di Lauda fu superata da Hunt alla ‘Texaco’ e, poco dopo, anche da Brambilla. La pioggia intanto aveva aumentato la sua intensità. Nelle retrovie, al 17° giro, Fittipaldi superò Depailler, entrando in zona punti. Al 19°, Brambilla prese il comando della corsa, sfruttando un’indecisione di Hunt, al momento del doppiaggio di Brett Lunger alla ‘Sebring’. Il campione britannico riuscì solo all’inizio del 21°giro ad avere la meglio su Lunger. Ciò gli costò una lunga perdita di tempo e favorì la fuga di Vittorio Brambilla.
Alla 22° tornata, Peterson attaccò Niki Lauda, ma terminò in testacoda, finendo così superato sia da Mass che da Pryce. Lo svedese rientrò ai box per cambiare la visiera, venendo sorpassato anche da Clay Regazzoni che, ritrovata la piena funzionalità del cambio, aveva potuto recuperare diverse posizioni in classifica. Al giro seguente Mass passò Lauda, ponendosi al terzo posto. Poco dopo l’austriaco perse un’altra posizione, questa volta a favore di Pryce. Ora la classifica vedeva in testa Brambilla, poi Hunt, Mass, Pryce, Lauda, Regazzoni e Peterson. Al 27° giro, lo svedese passò Regazzoni, mentre al 28º Mass uscì di pista, riuscendo poi a ripartire, ma finendo superato da Pryce.
LA PISTA SI ALLAGA E IL “RE DELLA PIOGGIA” VINCE
Le condizioni meteorologiche andavano peggiorando sempre più, con Lauda, in grosse difficoltà, sorpassato anche da Peterson per il sesto posto. Finalmente, alla 29° tornata, delle 54 previste, la direzione di gara decise la sospensione del Gran Premio, dichiarato, successivamente, concluso con l’ordine d’arrivo al momento dello stop imposto. Vinse, così, Vittorio Brambilla, per la prima volta in carriera in F.1, facendo segnare anche il giro più veloce in gara. Era da nove anni, dai tempi di Ludovico Scarfiotti su Ferrari (G.P. d’Italia a Monza del 1966), che la vittoria non arrideva ad un pilota italiano. Il successo del monzese, subito soprannominato ‘Re della pioggia’, rappresentò la seconda vittoria per la March, che non si imponeva dal Gran Premio di Spagna del 1970, con Jackie Stewart alla guida.
DOPO LA VITTORIA NEL DILUVIO, IL BOTTO CONTRO LE BARRIERE
Appena tagliato il traguardo, Brambilla alzò entrambe le mani al cielo in segno di giubilo e, perdendo la concentrazione di quei terribili 29 giri, andò a colpire con la sua monoposto le barriere, dopo un testacoda, distruggendo il musetto della macchina. Vista la breve durata della gara, vennero assegnati solo metà dei punti previsti ai primi sei piloti. Questo non consentì a Lauda, per solo mezzo punto, di festeggiare in Austria la conquista del mondiale piloti, pur essendo giunto davanti a Reutemann e Fittipaldi.
VITTORIO, ANTIDIVO, GENEROSO E UMILE
Da 14 anni se n’è andato Vittorione, pilota antidivo, coraggioso, umile, un po’ rozzo, burbero in officina quanto socievole ed allegro con gli amici al bar, spirito, goliardico, sempre pronto allo scherzo ed alle bravate, sensibile e con un cuore d’oro nella vita verso i più deboli. Ci ha lasciati nel primo pomeriggio di un sabato di primavera, dopo aver visto alla televisione le prove di qualificazione del G.P. di Monaco a Montecarlo, accasciandosi, colpito da un infarto, mentre tagliava l’erba della sua villa a Camparada, ad un tiro di schioppo dalle curve di Lesmo.
Brambilla era fiero di essere brianzolo ed adorava la sua terra, avendo abitato prima a Monza, poi a Santa Maria Hoè ed infine a Camparada ed avendo avuto l’officina sempre a Monza, in via Bellini, quindi, nella mitica via della Birona, per chiudere l’attività in via Aspromonte, dalle parti delle vecchie carceri.
Il pilota monzese amava molto anche la cucina locale. C’è chi ricorda ancora un’incredibile cena in una trattoria brianzola a base di cassoeula e barbera ad una quindicina di ore dalla partenza del G.P. d’Italia di F.1, con gli amici più stretti ed alcuni meccanici inglesi del suo team. Pazzesca la risposta del buon Vittorio a chi, in qualche modo preoccupato per la scelta del particolare … menu alla vigilia di un appuntamento tanto importante per lui, aveva osato avanzare qualche perplessità: ‘’La pesantezza allo stomaco non m’interessa. Importante è che il piede sia pesante domani!’’.
LO STORICO SPONSOR BETA DI SOVICO CELEBRA LA STORICA IMPRESA DI BRAMBILLA
Per il quarantesimo anniversario di quella straordinaria impresa austriaca ed anche la Beta di Sovico, la nota Casa di utensili professionali, sponsor di Vittorio Brambilla in quel fantastico periodo, festeggia i suoi 40 anni dalla vittoria in F.1 ed i 50 nel Motorsport, con partecipazioni e vittorie in campo automobilistico e motociclistico. Per la ricorrenza, la famiglia Ciceri, titolare dell’azienda brianzola, sabato 20 e domenica 21 giugno, in occasione della 62° Coppa Intereuropa Storica, ha deciso di aprire al pubblico la propria Area Ospitalità nel villaggio dell’Autodromo per mostrare alcuni cimeli di Vittorio Brambilla. Tra le tante cose esposte, il musetto con il numero 9 della monoposto vittoriosa in Austria, la coppa conquistata in quell’occasione, nonché il casco arancio a bolli bianchi e la tuta indossati dal pilota monzese. Anche in occasione del prossimo Gran Premio d’Italia presso la “casina” Beta verrà ricordato il mitico Vittorione.
Enzo Mauri
PER I TANTI APPASSIONATI RIPROPONIAMO LO STUPENDO VIDEO REALIZZATO DA ANTONIO BOSELLI (DA YOUTUBE)