Se l’autunno, dal punto di vista metereologico, lo consente, una gita fuori Brianza, nella vicina Bergamasca, è certamente consigliata, anche perché queste belle valli sono facilmente raggiungibili. In particolare parliamo della Valle Imagna, di S. Omobono, che per decenni è stata fra le stazioni termali più frequentate da milanesi e dai brianzoli per via delle sue terme. Del resto la Valle Imagna, racchiusa fra le province di Bergamo e Lecco con la sua montagna più alta che la sovrasta, il Resegone, è una propaggine della Brianza lecchese e meratese. Per arrivarci si può anche salire dalla Valcava, da Caprino Bergamasco (sulla Como Bergamo) via Torre de’ Busi per poi inerpicarsi sui tornanti verso gli antennoni siti proprio al passo (quota 1340) che discende nella valle Imagna. Un itinerario spettacolare, consigliabile in autunno in una giornata tersa. Poco più giù del passo si può svoltare e raggiungere Forcella Alta a Costa Valle Imagna, un piccolo pianoro ospita il laghetto del Pertus, luogo ideale per rilassarsi, fare gite e pic-nic o per escursioni al Monte Tesoro.
Facilmente raggiungibile da Monza, da Milano, ma anche dalle altre province lombarde, questo territorio ha il pregio di non vedere mai sulle sue strade delle code, il traffico del rientro. Certamente c’è anche il fatto che, al contrario delle altre valli bergamasche, qui non si è mai investito in un turismo di massa. Anche le terme, che pur in questi ultimi anni stanno cercando il rilancio, restano lontane dai numeri che si registrano a Boario e a S. Pellegrino, per non parlare poi di quelle dell’Emilia Romagna. Scoprire Fuipiano, Brumano, Rota e Costa Imagna, tanti piccoli centri, oltre che conveniente sotto l’aspetto economico può risultare oltremodo gradevole sotto l’aspetto culinario.
Prima tappa dell’ipotetico tour è la Madonna della Cornabusa appena sopra l’abitato di S. Omobono. Questo santuario, caro ai tanti emigranti della Valle Imagna, è stato ricavato all’interno di una caverna rocciosa. Accanto alla statua della Madonna c’è un imponente Giovanni XXIII, Papa Roncalli, che dalla vicina Sotto il Monte, nei periodi estivi amava ritirarsi in questa oasi di pace per una preghiera alla Vergine.
Scesi a S. Omobono, dopo un giro per questo “capoluogo” della Valle, si raggiungono le terme. Qui si praticano tutti i tipi di cure termali, anche se la tradizione vuole che le acque di S.Omobono siano toccasana per le malattie della pelle. Numerose sono le locande, ma anche le Spa che offrono la possibilità di soggiorno convenzionati con le terme.
Se è l’ora di pranzo, ad appena 500 metri dalle fonti, percorrendo una strada che si diparte sulla destra delle terme, vi è l’Agriturismo Linda. Ad accoglievi c’ è proprio lei, la Linda, 23 anni, una grande esperienza nella ristorazione e con lei la sorella Iessica, 25 anni, una laurea in agraria con una tesi sullo “Strachitunt”, uno dei formaggi tipici di queste valli, forse quello più famoso. In cucina mamma Domenica cucina con arte la totalità dei prodotti che fornisce l’azienda agricola del marito Elia Locatelli. Per saperne di più: www.agriturismolinda.com
Ma non è questo l’unico ristorante in cui gustare il bello e il buono della valla Imagna. A S. Omobono c’è la pizzeria “Fumata Bianca” dei fratelli Frosio, a Fuipiano ci sono il Moderno e il Canella, a Costa Imagna il Miramonti, a Brancilione un piccolo agriturismo, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Consigliabile anche l’ Antica Locanda Roncaglia a Corna Imagna, in un contesto che ci riporta al passato, dove la gestione è familiare (vi accoglie Sara) e la cucina è fatta con prodotti a Km 0, dai tipici casoncelli bergamaschi alle carni ai formaggi locali, con verdure fresche e frutti di stagione; e per finire ottimi dolcetti.
Vi consigliamo di salire a Fuipiano o a Costa, per non parlare di Brumano e Rota è scoprire centri in cui accanto al bergamasco ci sono i dialetti della Brianza e di tutto il milanese. Per gli appassionati di speologia a S. Omobono c’è una associazione di speologi che porta a visitare le tante grotte presenti in zona. A Fuipiano da visitare è il Comune con la località Arnosto, ex dogana Veneta. Qui infatti correva il confine con il ducato di Milano e la Repubblica dei Dogi. Per non parlare delle escursioni, a partire dalla salita al Resegone, con la sua vista ben diversa da quella che ai ammira dalla Brianza e da Lecco. Da questa parte pare persino più imponente.
Una domenica, un giorno di vacanza infrasettimanale, dove, percorrendo poco meno di 100 km fra andata e ritorno, è possibile scoprire un angolo di Lombardia fra i più sconosciuti ma non per questo privo di storia. Una giornata tutta da vivere, osservando e ascoltando anche attraverso i racconti, le narrazioni di vecchi che si incontrano nei bar di questi piccoli centri e scambiano volentieri quattro chiacchiere con chi si ferma per una sosta.
Pierfranco Redaelli