Sempre più spesso, ai giorni nostri, gli chef stellati ed i più blasonati Circoli golfistici vanno a braccetto o, quanto meno, si strizzano l’occhio. Tanto per giocare in casa, la bella abbinata è quella tra Giancarlo Morelli, che a Seregno, con il famoso ristorante Pomiroeu, ha trovato la sua giusta “stellata” consacrazione, e il Golf Club Milano, nel Parco di Monza, che ha saputo conquistarselo per le sue più importanti manifestazioni.
Bergamasco di nascita ma brianzolo d’adozione, fin da piccolo ha avuto ben chiaro in testa cosa volesse fare da grande: il cuoco. Da allora, tutta la sua vita è stata indirizzata a questo preciso obiettivo e adesso, a ragione, figura, con la sua stella Michelin, tra gli chef più rinomati della Brianza e non solo.
Come tutti i Maestri di cucina che si rispettino, il giovane Morelli inizia facendo la gavetta, quella dura. Studia, viaggia, gira il mondo, viene a contatto con i grandi esponenti della cultura e dell’arte, incontra personaggi interessanti, si confronta con i simulacri dell’alta cucina, sperimenta cibi esotici, assaggia, prova, affina il palato e la tecnica, trova, infine, la sua strada, la sua filosofia e la sua idea di bellezza.
Nel 1993 apre in un’antica corte, a Seregno, il suo Pomiroeu (versione dialettale di ‘pometo’), un nome che rivendica quel legame viscerale con la terra ed i suoi frutti, che distinguerà sempre di più la sua arte culinaria.
Giancarlo Morelli, dirompente, visionario, creativo, eclettico, è fermamente convinto che il cibo sia la poesia della terra, che un piatto debba scatenare emozioni, attivare la memoria e generare benessere per l’individuo. Ogni sua creazione è, quindi, una sorta di autenticità raffinata. Il punto di partenza è il rispetto della materia prima e l’estrazione pura del gusto, per creare assonanze inattese, generare equilibri sorprendenti e calibrati intorno al concetto di cucina sana e buona, con il mangiare visto come atto culturale ed etico, nel rispetto del pianeta.
Il riso è, senza dubbio, l’alimento del suo cuore e questo amore viscerale gli fa conseguire nel 2010 il riconoscimento ‘Risotto dell’anno – Concorso Premio Gallo’. “Considero il riso – spiega Morelli -, con la sua elementare eleganza, una preziosa materia prima, un po’ come una stupenda pietra grezza che, sapientemente lavorata, rivela il proprio potenziale e il proprio valore.” Nello stesso anno si aggiudica anche il primo posto nel concorso ‘Sandwich Club Contest’.
Il mondo lo considera sempre di più e lo chiama a partecipare a grandi eventi internazionali, quali ‘Lo Mejor de la Gastronomia’ in Spagna e la ‘Mistura 2012’ a Lima, il congresso culinario più importante nel Sud America. Il suo nome varca i confini e la sua fama diventa internazionale. Viene anche scelto dalle società Bulgari e San Pellegrino, in occasione dell’evento ‘Wine&Food Noble Night’ a San Pietroburgo, per addolcire la presentazione della nuova etichetta creata dalla nota Maison. Oggi può vantare l’inserimento del suo ristorante nel circuito ‘Associazione Le Soste’ e l’appartenenza alle Associazioni ‘ViviBrianza’ e ‘Ristoratori Golfisti’, nonchè l’iscrizione nell’Euro Toques (Comunità Europea dei Cuochi).
Dal 2014, Giancarlo Morelli si occupa della gestione estiva del Phi Beach in Costa Smeralda. E’, invece, datato 2015 il suo progetto ‘Food Studio Giancarlo Morelli’, a Forte dei Marmi, per L’Orsa Maggiore.
L’arte, altro suo grande amore, entra di prepotenza nella sua vita, dettando il mood del suo ristorante, che a scadenza periodica si rinnova, ospitando opere di grandi artisti e di pittori emergenti.
Il suo dna artistico lo ha portato ad essere selezionato per il progetto ‘Colorfood Expo 2015’, del fotografo israeliano Dan Lev, che vede coinvolti chef italiani e israeliani nella creazioni di opere d’arte con il cibo, ispirate ad un colore e ad un’immagine rappresentativa dell’animo del cuoco e della sua visione della vita, anche tra i fornelli.
Il Pomiroeu è situato, in via Garibaldi nel cuore della vecchia Seregno, in un’antica corte, un piccolo angolo di quiete, un posto classico ed allo stesso tempo contemporaneo, dall’atmosfera elegante ed accogliente. La sua originaria denominazione deriva dal nome con cui un tempo si indicava la zona di Seregno che ospitava ricche coltivazioni di mele. Le mura del Pomiroeu respirano aria di cibo e di vino, fin dal 1850. Nel 1993 il Pomiroeu ha iniziato una nuova avventura con Alessandra e Giancarlo, i nuovi proprietari, che hanno contribuito, con impegno e tanta passione, alla progressiva innovazione.
Il locale, pur mantenendo fede alla tradizione e ai sapori autentici di una volta, ha saputo cambiare, cogliendo i trend piu attuali, che hanno condizionato il mondo della ristorazione. La proposta gastronomica è variegata e segue l’ispirazione dello chef, con una cucina di ricerca, fatta con ingredienti naturali selezionati, per trasmettere un amore per i prodotti di qualità, rispettandone rigorosamente la stagionalità. Attraverso ingredienti semplici, freschi e spontanei, si generano, così, sapori che parlano delle nostre origini e del nostro ambiente.
La cantina, luogo cult per gli intenditori, offre una ricercata selezione di vini italiani e stranieri. Una vecchia ghiacciaia ristrutturata d’arredamento ed un ambiente piacevole, dove i vini riposano alla giusta temperatura, caratterizzano un luogo in cui è possibile trascorrere comodamente e simpaticamente le serate, fra aperitivi chic con le formule ‘Aperisotto’, ‘Degustazione di formaggi italiani e francesi’, ‘Il tavolo in cantina’ e il ‘GianTonic’, in una cornice esclusiva e suggestiva.
‘’Un legame basato sulla fatalità – ha raccontato Giancarlo Morelli a Monza, in occasione del 73° Open d’Italia, sulle pagine de’ Il Mondo del Golf Today’, rivista specializzata mensile diretta dall’ex conduttore di Mediaset ed ex direttore di Rai Sport, Massimo De Luca – e che nondimeno ha cambiato la mia vita: l’acquisto del mio ristorante è stata una decisione d’istinto imprevedibile e in buona parte causale. Io, bergamasco, non sapevo neppure dove fosse Seregno. Fu il mio avvocato a segnalarmi questa opportunità. Al primo momento, quando lo vidi, rimasi scioccato. Il locale era in pessime condizioni , mezzo smantellato, completamente abbandonato, tanto che delle galline razzolavano indisturbate e direi felici, molto felici. Attonito, rimasi immobile a guardarlo, ma dopo una lunga riflessione, si accese in me una lampadina: capii che questo era il mio posto, era il mio destino, che queste mura, così malconce, avrebbero custodito la mia cucina, testimoni partecipi della mia vita e del mio percorso. Firmai subito, quella sera stessa. Ora questa è la mia terra. Ho imparato ad amarla, e a godere di tutte le opportunità che offre, non da ultimo il Golf Club Milano nel Parco di Monza. E’ assodato che amo il golf visceralmente, che un albatros o un backspin mi mandano in brodo di giuggiole; ma è anche vero che ciò che rende unico questo sport sono i green e le club house dove viene praticato, gli eventi unici che vengono organizzati. In particolare l’Open d’Italia è veramente l’’Evento’, con la ‘E’ maiuscola. Spettacolo nello spettacolo, nella logica di un entertainment contemporaneo ad alto tasso di divertimento. E’ un po’ quello che cerco di fare anch’io con i miei piatti: regalare piacere rende l’atto del cibarsi un’esperienza completa e coinvolgente. Al Golf Club Milano dedico il piatto di questo mese, la cotoletta alla milanese’’.
Enzo Mauri