L’ultimo fine settimana di ottobre è stato a “tutto vapore” grazie alle celebrazioni per il decennale di Fondazione FS tenutosi alla ex squadra rialzo di Milano Centrale dove sono state esposte diverse locomotive a vapore ed elettriche che hanno fatto la storia ferroviaria del Paese.
Il più apprezzato, grazie anche alle visite guidate a bordo treno, è stato l’elettrotreno “Arlecchino”, il treno che insieme al Settebello è stata un’icona degli anni 60, gli anni del boom, scampato alla demolizione solo grazie alla Fondazione Fs che lo ha fedelmente restaurato ma aggiornato nella strumentazione di bordo tanto che ora può tornare a correre sui binari a 180 km/h.
E’ stata una festa, con migliaia di persone accorse al deposito di Fondazione FS, la struttura voluta dal Gruppo Ferrovie dello Stato non solo per preservare locomotive e vagoni di altri tempi ma come una vera e propria operazione culturale, come si legge nel sito.
“Crederci sempre, non mollare mai. La Memoria come motore dell’identità storica.” Costituire la Fondazione FS è stato un susseguirsi di atti di volontà che, fin dal primo momento, ha positivamente coinvolto un gruppo di persone coraggiose in un progetto di ambizione e coraggio. Persone che desideravano lavorare in un ambito nuovo, incuranti di quanto potesse sembrare un salto nel vuoto, e che dimostravano passione, amore e motivazione.
La bella storia italiana – così viene descritto in sintesi questo decennale di Fondazione FS – non si limita a raccontare il treno nelle sue numerose sfaccettature, ma ci riconsegna l’importanza della memoria, i valori dell’appartenenza e delle radici, l’orgoglio dell’identità nazionale e la forza delle passioni autentiche. Una storia dove anche il caso, l’imprevisto e l’estemporaneità sono stati determinanti nel prendere decisioni fondamentali.
È la storia della Fondazione FS Italiane: pensata e costituita con lo scopo di preservare e valorizzare l’inestimabile patrimonio sociale, tecnico e ingegneristico del Gruppo FS.
Forte è sempre stato anche l’intento condiviso di celebrare la memoria e spingere le generazioni ad ammirare con occhi nuovi la storia delle nostre ferrovie, la nascita della cultura nazionale ed il recupero di una archeologia industriale che è sempre stata alla base della crescita economica, innovativa e tecnologica del Paese.”
In effetti in soli dieci anni Fondazione FS che vede Presidente il Prof. Andreatta Mons. Liberio e Direttore Generale l’ingegnere Luigi Cantamessa, ha compiuto cose a suo tempo impensabili, dal riaprire spazi ferroviari altrimenti destinati all’abbandono, come le magnifiche Officine Ferroviarie di Pietrarsa (NA), diventate ormai un’attrazione turistica, al rimettere in funzione 12 linee ferroviarie che spesso le Regioni, competenti per i trasporti sulle reti cosiddette minori, hanno abbandonato.
Si va dalla Transiberiana d’Italia che collega Sulmona a Carpinone alla Pergola – Fabriano ed a linee più vicine a noi come la Palazzolo – Paratico o la Ceva – Ormea o la linea per Varallo Sesia. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere stabili, tutti i fine settimana, i convogli storici sulle tratte più richieste, utilizzando tutti i circa quattrocento treni storici.
In Lombardia i treni storici piacciono molto, con un successo forse inaspettato sulle tratte verso i laghi (oltre al Sebino sul lago d’Iseo, anche Laveno sul lago Maggiore, Lario e Como, e Besanino verso Lecco) ed alle esplorazioni nella Lomellina pavese a cui si sono aggiunte recentemente le linee delle città d’arte: Milano – Cremona – Mantova e Milano – Bergamo – Brescia, collegando i due centri capitali italiana della cultura, senza dimenticare la Milano-Monza-Chiavenna per un totale di 29 corse.
Domenica 29 ottobre è stata poi aperta la mostra fotografica, ad ingresso gratuito ed aperta fino al 23 novembre, allestita per il decennale presso i magnifici spazi della Sala Reale, nata nel 1931 per ospitare i Sovrani per la partenza del “treno reale” al Binario 21 della Stazione Centrale.
Valter Artelli