Visitabile fino al 30 aprile, presso lo Spazio Fondazione Maimeri di Corso Cristoforo Colombo 15 a Milano “Personale Esperanto”, la mostra pittorica di Alfredo Rapetti Mogol, per tutti “Cheope”, figlio d’arte, paroliere e pittore di fama internazionale, a cura di Gianluca Ranzi.
I 250 metri quadrati dell’open space sono stati percorsi da artisti, musicisti, giornalisti, amici e parenti del talentuoso artista milanese che hanno partecipato con emozione al taglio del nastro.
Le pareti dello spazio espositivo vivono di continui passaggi di opere, animate da tecniche differenti ma dal linguaggio comune: un avvicinarsi al codice umano, la scrittura, il segno, non per raccontare qualcosa di preciso ma per emozionare e indurre lo spettatore a ritrovare dentro sé la chiave di lettura.
Molte di esse sono caratterizzate dalla tecnica dell’ “impuntura”, tipica dell’artista: l’azione del dipingere si fonde con l’atto dello scrivere fino a far emergere dalla tela parole non definite che scorrono come note di uno spartito musicale.
Il connubio ricorda quello della sua vita artistica, ricca di parole scritte per esser da altri cantate e di segni, dipinti per esser da altri interpretati. C’è una grande armonia nelle sue opere, un invito per lo sguardo a danzare tra quei segni ritmici e quelle righe fitte che paiono essere fuoriuscite da un sogno, o da uno sguardo nell’interiorità. Un emergere quasi inconsapevole, privo della volontà del dire e del dettar schemi.
Appena si entra si è rapiti dalla potenza espressiva di un trittico rosso intenso, una gettata di passione e fermento artistico che sembra voler svelare, dell’uomo Cheope, un nucleo intenso e capace di dar vita a più ampie visioni. Nelle sue opere gli oggetti si smaterializzano, diventando ora parola, ora fiori solo accennati, evanescenti.
Spesso ricorre un bianco puro sul quale si intrecciano i neri, frutto dello “scavare” in concetti ignoti ma perfettamente riconoscibili all’uomo. I colori, invece, viaggiano a ritmi di cielo, tra blu, gialli che tirano all’oro, plasmati in un bianco che sconfina. Ed è proprio quest’assenza di limiti e confini che permea l’intera esposizione, un continuo passaggio tra luce ed ombra, pieno e vuoto, una ritmica incessante tra dire e sentire.
“Cheope”, nome d’arte di Alfredo Rapetti Mogol, nasce a Milano nel 1961 e già da giovanissimo matura la passione per la pittura grazie al nonno materno, Alfredo De Pedrini, presidente dell’Associazione Arti Grafiche, che lo introduce nell’ambiente artistico milanese. Frequenta la scuola del Fumetto a Milano ed inizia a collaborare in ambito editoriale ma le sperimentazioni pittoriche lo portano nel 1996 a condividere la ricerca artistica con Alessandro Algardi e Mario Arlati. Lavora intensamente quattro anni nell’atelier di via Nota, giungendo al desiderio di unire le due sue più grandi passioni: la scrittura e la pittura, connubio riuscito e ben espresso in questa mostra. Trovata la sua forma espressiva inizia dalla fine degli anni novanta un’intensa attività espositiva, sia personale che collettiva, tra l’Italia e il resto del mondo. Molti sono gli spazi che hanno visto esposte le sue opere, tra i quali: Il Museo della Permanente di Milano, Il Salon d’Automne Paris, il Mosca Mar’s Contemporary Art Museum, il Riga Foreign Art Museum, il Grand Palais di Parigi, la Fondazione KPMG di Berlino, la Galleria Maretti Arte Monaco, la N.Y. University e il Museo di Scultura di Santa Monica.
La Fondazione Maimeri è nata nel 1997 in nome di Gianni Maimeri (1884-1951), artista lombardo, con l’obbiettivo di promuovere l’arte e la cultura in ogni sua espressione. La fondazione organizza mostre con lo scopo di mettere nella giusta luce la personalità, lo stile e la ricerca di Gianni Maimeri e di divulgare l’opera di giovani talenti.
Elizabeth Gaeta
“PERSONALE ESPERANTO” di ALFREDO RAPETTI MOGOL
Dal 21 al 30 aprile 2016
SPAZIO FONDAZIONE MAIMERI
Corso Cristoforo Colombo 15 – Milano (MI)
Ingresso Gratuito
Dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19
Lunedì chiuso
Info: 02.87391016