Enzo Ferrari era solito affermare come tutte le vittorie fossero importanti, ma di un sapore diverso erano quelle conseguite a Monza. Lo ripeteva spesso quanto arrivava sulla leggendaria pista per assistere alle prove dei suoi bolidi ed alla sera accompagnava l’intera sua squadra ad Arcore, a cenare e ad alloggiare al Sant’Eustorgio del suo vecchio amico Giuseppe Gilera, il fondatore dell’altrettanto prestigiosa Casa motociclistica brianzola. Per il Tempio della Velocità lui, che era emiliano ed aveva creato la sua fabbrica nella terra dei motori, nutriva una sincera e particolare venerazione, tanto da chiamare ‘Monza’ anche alcuni dei modelli più belli del Cavallino. Basti pensare alle favolose 750 Monza e 860 Monza, passate alla storia per la loro bellezza ed aggressività sull’asfalto.
Ferrari Monza SP, due favolose ‘barchette’ per collezionisti
A trent’anni dalla morte di Enzo Ferrari, i vertici della Casa di Maranello hanno pensato bene, di onorarlo ancora una volta, dando il nome di Monza, città ospitante il suo autodromo preferito, a due nuovissime supercar, portate al Salone dell’Auto di Parigi, che chiuderà i battenti domenica 14 ottobre. Ferrari Monza SP1 e SP2 Monza, i loro nomi esatti (vedi video).
Si tratta di due ‘barchette’, una monoposto, l’altra biposto, ispirate ai modelli degli anni ’40 e ’50, estremamente sportive e dotate delle più moderne tecnologie, già oggetti di desiderio per facoltosi collezionisti di tutto il mondo. Le sportivissime vetture presentano le tipiche forme e la linea delle prime vetture da competizione della Ferrari. Il motore della Monza SP è un V12 da 6.5 litri, con 810 cv (603 kW) a 8.500 giri al minuto. Questo propulsore, il più potente presentato in commercio dalla scuderia modenese, permette alla vettura di raggiungere i 100 km/h. in 2.9 secondi e i 200 km/h. in 7.9 secondi, con una velocità massima superiore ai 300 km/h. La base meccanica di costruzione è la collaudatissima 812 Superfast.
Caratteristiche curiose: la monoposto SP1 presenta una strana soluzione, ispirata ai tempi epici, con un pannello amovibile per chiudere lo spazio riservato normalmente al passeggero ed un originale cupolino, la biposto SP2 un curioso tunnel per dividere i due posti secchi ed un inedito parabrezza dalle dimensioni mini. Lunghezza 466 centimetri ed altezza 116 per entrambe le macchine. La Monza SP1 pesa, infine, 1500 chilogrammi, mentre la gemella 1520. Il Virtual Wind Shield, brevettato, consente di gestire i flussi d’aria, carenando volante e quadro strumenti per offrire il massimo confort anche alle alte velocità. Le portiere di dimensioni ridotte si aprono verso l’alto, mentre i parafanghi anteriori sono integrati nel cofano di carbonio.
Ferrari Monza SP, serie speciale e se piove forte meglio fermarsi
Se piove occorre fermarsi immediatamente, non disponendo le due auto di alcun tipo di tettuccio o improvvisata capote. Entrambe le vetture richiedono obbligatoriamente, per la circolazione, l’uso del casco. Il prezzo non è stato ancora ufficializzato dalla Casa, ma una rivista specializzata ha ipotizzato addirittura la stratosferica cifra di un milione e seicentomila euro per ognuna delle due auto.
Trattandosi di una serie speciale destinata, per lo più, ai collezionisti, la produzione sarà limitatissima. Il numero di esemplari previsti in uscita dalla fabbrica è stato contenuto in 499 unità, con clienti selezionati esclusivamente dai dirigenti di Maranello, con criteri non solo legati alle disponibilità finanziarie accertate dei singoli, ma anche all’affezione alla marca.
Ferrari Monza SP, un segnale ai vertici della F1
Con la scelta di omaggiare Monza nel nome di queste due supercar, i vertici di Maranello hanno, anche, mandato un chiaro segnale a Chase Carey ed a Ross Brawn di Liberty Media, i nuovi padroni della F.1, sulle proprie considerazioni su Monza, anche come tappa imprescindibile del campionato mondiale della massima serie automobilistica, anche dopo il 2019, anno di scadenza del contratto per lo svolgimento del Gran Premio d’Italia. Nel caso di scelte diverse, dettate da ragioni economiche, per favorire l’ingresso in calendario di nuove piste, la scuderia di Maranello, già in contrasto per alcune soluzioni tecniche ipotizzate per il futuro, potrebbe valutare anche un clamoroso ritiro da questo tipo di corse, lasciando la Mercedes unica protagonista delle gare. E per la F.1, già avversata, da più parti, da pesanti critiche e dalla precarietà di diversi team, una volta dominatori incontrastati, quali Williams e McLaren, potrebbe essere davvero la fine.
Enzo Mauri