Una bella immagine sul profilo FB di Andrea Brambilla, attuale presidente dell’HRC Monza, con il padre Enzo attira subito la nostra attenzione mercoledì mattina, 21 settembre, primo giorno d’autunno. Ma notizia che leggiamo però ci gela: il buon Enzo se n’è andato, colpito da una di quelle malattie che non perdonano e stanco anche di cure che sapevano di accanimento terapeutico. Se n’è andato sereno, come ha fatto sapere pubblicamente Andrea con un post.
Il mio personale ricordo va alla bella persona che eri, un monzese appassionato, vivo, cordiale, umile e onesto. Uno sportivo vero e sincero, innamorato dell’hockey, dei colori monzesi, della tua gente e che, da buon maestro, volevi sempre regalare a tutti, i giovani in particolare, i tuoi preziosi insegnamenti. Un amore grande, quello per le rotelle, che ti portavi nel cuore fin da giovanotto quando sulla pista di via Boccaccio ti eri fatto voler bene da tutti i tifosi.
Ti avevo conosciuto meglio in occasione dell’esperienza dell’Hockey Monza e Brianza, a cavallo del 2009. Il tuo grande sogno era quello di far ripartire l’hockey monzese per riportarlo in alto. Te ne sei andato lasciandoci una bella eredità: il Monza nuovamente in A e pure in Europa. Grazie Enzo! Vola con tuta e bastone nel Paradiso degli sportivi. Lassù quando ti hanno visto arrivare già bell’è pronto hanno subito capito di che pasta sei.
c.g.
Archiviamo una settimana da dimenticare per l’hockey brianzolo che piange la scomparsa di Enzo Brambilla, ex giocatore dell’Hockey Club Monza e dell’Arengo, negli Anni ‘60, tempi in cui sulla pista di via Boccaccio, ai Boschetti Reali, Monza poteva vantare ben due squadre nella massima serie.
L’ex difensore, beniamino dei vecchi tifosi monzesi per la sua irriducibilità e lealtà in pista, era padre dell’attuale presidente dell’Hockey Roller Club Monza Andrea Brambilla, artefice, con Giorgio e Marco Centemero, della omonima officina meccanica sponsor, della rinascita dello sport rotellistico nel capoluogo brianzolo.
Con il cuore diviso tra i due sodalizi rotellistici, più blasonato e vincente quello biancorosso, più familiare e goliardico l’altro, Enzo Brambilla ebbe anche il piacere di disputare accesissimi derby, seppure dal destino quasi sempre segnato dal divario tecnico esistente tra le due formazioni cittadine.
Sempre fedele alla passione per questa disciplina sportiva, dal 2009 al 2012, è stato presidente dell’Hockey Monza Brianza, la società che aveva posto le basi, dopo anni di vuoto, per il ritorno di una squadra monzese nel massimo campionato.
Aveva, persino, preteso, nonostante la non più giovane età, di tornare sul rettangolo di gioco per allenare i giovani, desiderosi di imparare le basi dell’hockey. Solo un anno fa, lo si poteva trovare ancora a Biassono, al Pala Rovagnati, ad insegnare il mestiere ai ragazzini del settore giovanile dell’Hockey Roller Club Monza, sorto nel 2013 sulle ceneri dell’Hockey Monza Brianza.
Enzo Brambilla, venuto a mancare all’età di 77 anni presso l’Hospice Santa Maria delle Grazie, dopo la cerimonia funebre nella chiesa di San Gerardo, alla quale era presente tutta la Monza rotellistica, è stato sepolto nel camposanto di Monza per suo espresso volere e per volontà della moglie, con addosso la tuta dell’HRC Monza e, tra le mani, la stecca curva, simbolo di quel rotellismo che aveva animato tutti i suoi giorni di vita, sino alle ultime ore.
Chi lo ha conosciuto lo descrive come una persona dal carattere forte, ma di grande umanità e passione, amante della compagnia e della sua Brianza, della quale apprezzava, in modo particolare, la gente, i paesaggi e la cucina. Spiccatamente portato al rapporto diretto con i giovani, si è sempre fatto voler bene da tutti, per il suo altruismo e per la voglia di trasmettere la sua grande passione ed amore per l’hockey a rotelle. E’ morto, dopo aver visto la squadra presieduta da suo figlio, accedere ai play off scudetto, in serie A1 e a poco più di un mese di distanza dal ritorno dei biancorossocelesti in Europa, per disputare la Coppa CERS, quel torneo internazionale che solo qualche anno fa appariva come un sogno irrealizzabile. Ora può riposare tranquillo, lasciando al figlio Andrea il compito di far scrivere alla sua squadra altre pagine importanti nella storia dell’hockey monzese.
“Volevo approfittare per fare un immenso ringraziamento a tutti coloro che hanno avuto un pensiero per il mio papà, vi assicuro che la vicinanza di tanta gente ha davvero fatto molto per tutti noi in questi giorni! Grazie a nome di tutta la nostra famiglia. Noemi, Roberto e Andrea” ha scritto a funerali avvenuti Andrea sul suo profilo FB.
Enzo Mauri